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Politica

Marco Minniti: "Cambiare nome al Pd è un pallido e inutile remake. Ricominciamo dal popolo"

ANSA
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"Cambiare nome al Pd sarebbe un pallido remake. Nemmeno utile, per giunta, perché sarebbe come dire che ci dobbiamo vergognare del nostro riformismo". L'ex ministro dell'Interno, Marco Minniti, in una lunga intervista a Panorama, parla del presente - e del futuro - del Partito democratico. Partendo dai fischi ricevuti dagli esponenti del centrosinistra ai funerali di Stato di Genova traccia gli errori che, secondo lui, sono stati fatti dal Pd. E suggerisce quale potrebbe essere la chiave per ripartire.

"Dall'Italia di oggi così com'è: da chi non ci ha votato. Non c' è un'altra Italia, come noi la immaginiamo. C'è stata una rottura sentimentale. Siamo percepiti distanti dal popolo, come fossimo un'élite, un'aristocrazia. Dobbiamo ricominciare da qui. È un po' più difficile che cambiare nome".

I fischi di cui sono stati bersaglio i politici del Pd a Genova, confessa, lo hanno impressionato. E, al contrario di alcuni suoi compagni di partito, crede fossero espressione di sentimenti veri dei cittadini, non di una "claque grilloleghista". Dal canto, suo afferma che sarebbe stato disponibile ad andare ai funerali di Stato:

Se ci fosse stata una delegazione sarei andato. Però ho parlato a lungo con Roberta (Pinotti, ndr) e apprezzo il suo coraggio, e quello di Martina, per essersi assunti quella responsabilità.

Di Renzi dice: "Se vuole mantenere il profilo di leader - ed è del tutto legittimo - deve capire che ora c'è bisogno di una fase con altri protagonisti. Un'altra fase politica". Da ex ministro dell'Interno parla del suo successore, Matteo Salvini. Il suo modo di ricoprire questo ruolo, sostiene, "è una novità che rompe qualsiasi codice repubblicano precedente".

"Da ministro dell'Interno ha fatto una conferenza stampa sull'Aquarius da via Bellerio. Adesso s'immagini cosa sarebbe successo se Marco Minniti avesse fatto una conferenza stampa sull'ordine pubblico al Nazareno, con dietro le spalle il simbolo del Pd e la cimicetta del suo partito (..). Salvini è sia capo politico sia ministro dell'Interno, è leader di una parte ma dovrebbe essere anche il garante di tutti. Rappresenta lo Stato ma fa tweet contro gli avversari politici del suo partito".

Non è così sicuro che il governo gialloverde avrà breve durata ed è convinto che la vittoria di Lega e M5S non sia casuale:

"Al contrario. Lo dico perché vorrei spiegare, prima di tutto ai miei compagni, che questa vittoria non è un incidente della storia, una finestra che si apre e si chiude nello spazio di un mattino. (..) È un patto politico che sta diventando alleanza, si struttura e si rafforza ogni minuto che passa" .

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