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Cultura

Il vaticanista Sandro Magister: "La pedofilia nella Chiesa è un fenomeno del passato. Ora bisogna fare i conti con l'omosessualità"

getty - facebook
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Sandro Magister è uno dei maggiori vaticanisti italiani e, all'indomani del viaggio di papa Francesco in Irlanda e delle nuove prese d'atto e di posizione della Chiesa in merito allo scandalo pedofilia, ha voluto dire la sua affidandosi alle pagine di Italia Oggi.

Le vicende di abusi su minori risalgono ormai a decenni fa. Il fenomeno dilagante con cui dovrà fare i conti papa Francesco piuttosto è l'omosessualità. Lo spartiacque è stato il 2002: l'anno della prima precisa e severa presa di posizione della Chiesa dopo l'esplosione dello scandalo della diocesi di Boston. Da allora, gli abusi sui bambini sono diminuiti. Non dico che non ci saranno altre violenze, ma i fatti recenti dovrebbero essere sporadici.

Magister, infatti, fornisce alcune percentuali e torna a sottolineare come ormai le criticità riguardino più i rapporti tra adulti che non le violenze esercitate dai sacerdoti sui bambini.

Quando si parla di violenze nella Chiesa, solo il 20% riguarda i minori. L'80% riguarda i rapporti omosessuali in cui le vittime sono maschi adulti, anche se molto giovani, in alcuni casi poco sotto i 18 anni. La violenza è anche cedere all'iniziativa di una persona di cui si sente la superiorità della personalità o della posizione.

Dunque, l'omosessualità nella Chiesa sarebbe un fenomeno diffusissimo, tanto che Magister parla dichiaratamente di "lobby gay".

Tra i seminaristi e anche tra i vescovi c'è un'alta presenza di uomini con tendenze omosessuali e che assumono atteggiamenti conseguenti. Molti omosessuali si mantengono fedeli all'impegno della castità, ma la maggioranza vive la propria condizione. È la lobby dei gay, assai diffusa nella Chiesa, di persone che vivono le stesse inclinazioni e si coprono a vicenda.

La percentuale di gay interna all'istituzione ecclesiastica sarebbe forte anche nelle stanze del potere vaticano.

Nella cerchia di papa Francesco, sei suoi collaboratori più intimi, gli omosessuali sono presenti in modo cospicuo. Uno dei suoi collaboratori, ritenuto omosessuale, è stato perfino promosso a prelato dello Ior.

Sulla posizione del pontefice rispetto all'omosessualità, il vaticanista ha le idee chiare.

Francesco non condanna. Sulla denuncia dell'ex nunzio negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò, la sua reazione dipenderà da come i media scriveranno il dopo partita. È la mossa di un comunicatore molto abile. La vicenda esplode adesso perché siamo arrivati a un livello di saturazione.

Magister prosegue parlando anche della scelta della CEI di accogliere un centinaio di profughi della Diciotti che però, nonostante l'impegno del Vaticano, saranno comunque ospitati su territorio italiano.

Ma sono accolti dalla Cei e non dal governo, questo consente a Salvini di poter dire che non è l'Italia a farsene carico. Una trovata linguistica. Salvini sa di alienarsi con le sue uscite le simpatie del cattolicesimo di segno progressista, ma è consapevole che questo pesa a livello mediatico, non a livello di massa. E la massa è con lui.

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