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Politica

Ciriaco De Mita: “Quando morirò seppellitemi con un biglietto con scritto: sono democristiano”

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"Quando iniziò il declino della Dc, e a un convegno si discuteva su quello che bisognava o non bisognava fare, chiusi il mio intervento citando un poeta spagnolo: "Quando morirò, seppellitemi con la mia chitarra". Da allora sono passati quasi trent'anni. E visto che sono ancora in tempo per cambiare idea, cambio il messaggio. Quando morirò, seppellitemi con un biglietto in cui c'è scritto "sono stato democristiano. Anzi no, aspetti. Non "sono stato". Nel biglietto ci dev'essere scritto "sono democristiano", al tempo presente". A parlare è Ciriaco De Mita, storico dirigente della Democrazia Cristiana, sindaco di Nusco, città natale dell'avellinese, per il suo ultimo mandato. Non si ricandiderà.

"Vede, io ragiono in giorni. E spero che i giorni durino più a lungo possibile. Se legassi il mio impegno politico all'essere sindaco a Nusco, qualcuno potrebbe pensare che mi sono rincoglionito" [...] "Lascerò la carica di sindaco. Ma non posso lasciare il metodo di pensare dialettale che mi accompagna sin da quando ero bambino. Per questo, dopo il voto del 4 marzo scorso, ho avuto un blocco di pensiero molto profondo, che mi ha portato a rivedere i termini dell'impegno in una piccola comunità come quella dell'Alta Irpinia. Vede, la forma dialettale, basica, tutto sommato semplice del mio pensiero prevede che prima si pensa e poi si agisce. E che senza un pensiero forte, l'azione sarà vacua, debole, a volte nulla".

Un pensiero dietro cui c'è un giudizio piuttosto netto sui nuovi arrivati, sul Governo gialloverde. Per De Mita, "La funzione dei grillini è stata salutare fino a che non sono arrivati al governo", ma "ora il malato ha finito per sostituirsi al medico e impone lui la cura per tutti, leggasi per l'Italia". in questi casi, aggiunge, "finisce che si muore". Quanto alla Lega, "ha un leader che si pone come un messia, che però non ha dietro alcun vangelo". In comune, prosegue ancora De Mita, "Cinquestelle e Lega hanno l'essere solo azione. Dietro non c'è alcun pensiero. Ecco perché, per uno come me, abituato a pensare prima che ad agire, adesso è tutto più difficile".

A preoccupare De Mita è "il silenzio delle forze storiche del Paese". Un problema di leadership e di consenso. Sul Pd, dice che "è come Garibaldi in Sicilia". E spiega: "Quando stava in Sicilia, e gli dissero di ritirarsi, Garibaldi rispose: "Sì, ma dove?". Così è il Pd. Pure se si ritira, non sa dove andare. E quando non sai dove andare, la massima velocità che riesci a raggiungere è rimanere fermo".

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