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Cultura

Riccardo Scamarcio: "Questo governo vuole rinazionalizzare i beni pubblici. Già solo per questo merita rispetto. La sinistra? Non esiste più"

AFP/Getty Images
AFP/Getty Images 

A tre giorni dalla conclusione di questa 75esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, a Venezia arriva anche Riccardo Scamarcio. Completo blu scuro, strategica t-shirt nera che ne valorizza lo sguardo, l'attore pugliese è al Lido per "I villeggianti", il nuovo film di Valeria Bruni Tedeschi presentato Fuori Concorso la cui uscita italiana è fissata al 20 dicembre prossimo per Lucky Red. Il film è "un'autobiografia immaginaria", come l'ha definito la regista, nonché interprete del personaggio principale, Anna, una donna che si ritrova improvvisamente sola nella sua splendida casa in Costa Azzurra circondata dai suoi affetti più cari, da sua figlia Célia (è Oumy Bruni Garrel, sua figlia anche nella vita, avuta con l'attore Louis Garrel) alla mamma Louisa (Marisa Borini, vera madre dell'attrice), amici e servitù. Scamarcio è Luca, il compagno di Anna che vuole però scappare da quella relazione, "un uomo che prende tempo, che promette che andrà a trovarli, ma invece non arriva mai scatenando un tira e molla in cui scorgiamo paure, timori e dolori", ci spiega l'attore che quest'anno abbiamo visto come protagonista di "Loro 1 e 2" di Paolo Sorrentino. "Non sono assolutamente d'accordo con chi semplifica dicendo che Salvini sia razzista", dichiarò l'attore due mesi fa al programma "Un Giorno da Pecora", esprimendo il suo giudizio sull'operato del nuovo governo M5S-Lega. "Questo non è un governo di destra – aggiunse - è un governo che ingloba anche una larga parte di pensiero nazionalista nel senso più nobile nel termine".

Resta fedele a quelle dichiarazioni?

"Mi spiace che sia stato preso solo un piccolo pezzo di quell'intervista. Tutti commentano cose senza ascoltare un audio, la stampa usa spesso il mio nome, ma voglio solo dire che quell'intervista aveva un obiettivo: io ero un endorsement ufficiale né al governo né a Salvini, ma al professor Sapelli (Giulio Sapelli, economista, storico e accademico italiano, ndr) ed è un discorso più complesso. È stato preso solo quello che interessava alla stampa, perché oramai l'onestà intellettuale giornalistica è ai minimi livelli storici. Voi della stampa siete abituati a mistificare, a cambiare una piccola parolina, ma in fondo fate questo perché vi conviene tradendo le analisi delle persone che parlano. Questo non mi sorprende, ho letto dei commenti, altri me li hanno riferiti perché non ho i social media, ho ricevuto minacce di morte, mi hanno scritto qualunque cosa...Da parte mia, mi dispiace che degli atti che richiamano al ragionamento e all'analisi vengano presi puntualmente semplicemente per il fatto che uno debba schierarsi. È questo il problema che viviamo in questo momento".

Lei non si schiera?

"Io mi schiero invece, l'ho sempre fatto nella mia vita".

Che ne pensa allora di questo governo e della nostra attuale condizione politica?

"Voglio partire da un punto fondamentale: il fatto che questo governo sia il primo governo dopo trent'anni che dica – poi vedremo se lo farà – di rinazionalizzare i beni pubblici, ecco, io penso che solo per questo che questo meriti un grandissimo rispetto. Rinazionalizzare i beni pubblici è un punto fondamentale. Poi possiamo discutere su altre questioni, che su alcuni casi l'approccio e i toni usati potrebbero essere diversi - questo sì, si può dire - ma da qui a sentenziare e a essere 'contro e con', è una cosa veramente sbagliata".

Cosa consiglia?

"Noi dobbiamo analizzare le cose in maniera seria, l'analisi è fondamentale nella politica invece c'è sempre il tentativo di alzare i toni per dividere l'opinione pubblica funzionalmente a un potere costituito che gestisce la stampa mainstream. Se andiamo a vedere chi c'è e chi sono, sono gli stessi che hanno avuto concessioni e che adesso rischiano di perderle. Gli italiani non sono stupidi, l'hanno capito ed è per questo che questo governo ha preso tutti quei voti . Mi dispiace che purtroppo la sinistra non sia mai esistita in questo Paese - non esiste più da anni oramai - da quando non c'è più Berlinguer".

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La 75esima edizione di questo festival si è aperta con la polemica scatenata dall'Hollywood reporter su un presunto maschilismo a Venezia : cosa ne pensa?

"Ho fatto due film adesso: uno con Valeria Golino ("Euforia", ndr) che è andato a Cannes e l'altro con Valeria Bruni Tedeschi che è qui a Venezia (e in cui recita anche la Golino interpretando sua sorella, Carla Bruni, ndr), quindi da parte mia sono a posto. Questo discorso sessista mi fa ridere, cosa vuol dire? Come mai non ci sono allora macchinisti donne, piloti di Formula Uno donne? Perché guardiamo il calcio dei maschi e non quello femminile? Che discorso è? Ci sono i registi uomini e le registe donne, ma la cosa importante è che ci siano delle brave registe e dei bravi registi, punto. Il genere non c'entra, esistono le persone. Dobbiamo riconquistare il principio di persona...anche questa è una polemica che tende a dividerci, a voler ordinare l'ordine costituito. Quante donne ci sono e quanti uomini ci sono? Cos'è questa cosa? Dove siamo finiti? È questo che è davvero pericoloso ed è incredibile che intellettuali ed artisti utilizzino come argomento questa cosa dell'organizzare la parità salaria. È una follia, perché è una cosa che esiste già, da statuto, per legge".

Cosa fare, dunque?

"Penso che dobbiamo assolutamente riprendere in mano quell'idea che l'Italia ha costruito. Pensiamo a Silvano Agosti, a Pasolini, a Bertolucci e a tutte quelle persone che hanno costruito e gettato le basi per un'idea che va al di là e che mette al centro gli esseri umani, l'umanità e le persone. Che siano uomini o donne, non ha importanza".

Sulla questione "Asia Argento" che idea si è fatta?

Ci fissa a lungo e in silenzio, per poi risponderci:

"Lei cosa pensa? È una domanda seria, troppo seria, non posso rispondere, una risposta me la deve dare lei, però spero che mi dica la verità".

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