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Economia

L'industriale Francesco

VINCENZO PINTO via Getty Images
VINCENZO PINTO via Getty Images 

"L'attuale centralità dell'attività finanziaria rispetto all'economia reale non è casuale: dietro a ciò c'è la scelta di qualcuno che pensa, sbagliando, che i soldi si fanno con i soldi". Ma, secondo Papa Francesco non è questo il modo corretto per arricchirsi. In un'intervista esclusiva - che, scherzosamente, definisce "una piccola enciclica" - a Il Sole 24 Ore spiega perché:

I soldi, quelli veri, si fanno con il lavoro. È il lavoro che conferisce la dignità all'uomo, non il denaro. Una sana economia non è mai slegata dal significato di ciò che si produce e l'agire economico è sempre anche un fatto etico.

Nella sua prima intervista a un giornale economico e finanziario il Pontefice si sofferma molto sull'importanza del lavoro e sulla necessità del "genio creativo", indispensabile per un "nuovo ordine economico". Dà inoltre il suo parere sui sussidi che, spiega, non contribuiscono a dare dignità, tranne in casi particolari. Anzi, in alcune circostanze tendono a deresponsabilizzare le persone:

Il lavoro crea dignità, i sussidi, quando non legati al preciso obiettivo di ridare lavoro e occupazione, creano dipendenza e deresponsabilizzano.

Un ampio passaggio è dedicato poi ai migranti che, sostiene il Papa, sono persone povere che si spostano alla ricerca di benessere e fanno paura proprio a chi in questo benessere vive da tempo. Chi arriva in Europa, deve avere rispetto della cultura del Paese che li accoglie. D'altro canto, però, è necessario che i Paesi europei si aprano all'accoglienza. Un invito, poi, agli imprenditori - citati molte volte nel corso dell'intervista a investire anche in favore di chi scappa dalla miseria:

"L'Europa ha bisogno di speranza e di futuro l'apertura, spinti dal vento della speranza, alle nuove sfide poste dalle migrazioni può aiutare alla costruzione di un mondo in cui non si parla solo di numeri o istituzioni ma di persone" (..)"Per queste persone che fuggono dalla miseria e dalla fame, molti imprenditori ed altrettante istituzioni europee a cui non mancano genialità e coraggio, potranno intraprendere percorsi di investimento, nei loro Paesi, in formazione, dalla scuola allo sviluppo di veri e propri sistemi culturali e, soprattutto in lavoro".

Il Papa si rivolge direttamente ai leader dei Paesi europei. "Ci sono stati troppi silenzi", dice e chiede di trovare una strada per superare la paura nei confronti di chi arriva:

"Affido queste responsabilità anche alla prudenza dei governi, affinché trovino modalità condivise per dare accoglienza dignitosa a queste persone che invocano aiuto. (..) È necessario avere attenzione ai traffici illeciti, consapevoli che l'accoglienza non è facile".

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