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Politica

Le mani sulle Authority. Al via il confronto M5S-Lega per spartirsi Consob e Antitrust

Tony Gentile / Reuters
Tony Gentile / Reuters 

L'idea di terzietà pura delle Authority indipendenti non ha mai fatto breccia nella politica italiana e non si affermerà neanche stavolta, con il Governo del cambiamento. Governo e maggioranza sono alla ricerca dei vertici di Consob ed Antitrust, pronte a prendere ciascuno la propria parte di bottino.

L'uscita di Mario Nava dall'organo di controllo sulla borsa ha infatti acceso l'attenzione su una partita di estrema importanza mentre si parla, ad esempio, di rivedere i rapporti dello Stato con società quotate in Piazza Affari revisioni che potrebbero inoltre avere impatti sugli assetti di mercato. Coda polemica intanto sull'uscita di Nava con la Lega che smentisce la tesi secondo la quale sarebbe stato 'vittima' della politica: "la verità - sostengono fonti leghiste all'Ansa - è che avrebbe dovuto accettare di prendere l'aspettativa dal suo incarico in Commissione europea. Non l'ha fatto, evidentemente per guadagnare di più. Altro che vittima della politica, è stata semplicemente applicata la norma che vale per tutti i dipendenti pubblici".

Intanto le 'diplomazie' di Lega e M5s cercano un'intesa che porti in breve tempo a coprire le due caselle anche se, per quanto riguarda l'Antitrust, c'è tempo fino alla fine di ottobre. La partita si giocherà comunque a palazzo Chigi e non è escluso se ne possa parlare già lunedì prossimo quando ci dovrebbe essere un vertice Conte-Tria e vicepremier sulla manovra.

In ogni caso, per la prima tornata di nomine delle partecipate e in Cdp, si era riunito una sorta di comitato M5S-Lega. Per il Carroccio al tavolo sedeva il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti affiancato da un suo fedelissimo, Raffaele Volpi, anche lui sottosegretario ma alla Difesa. Per i pentastellati a condurre la trattativa c'erano il leader Luigi Di Maio, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ed il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora. Il tavolo si è riunito più volte prima di arrivare alle nomine che alla fine sono state varate dal governo. E la 'struttura' potrebbe affrontare anche questo dossier.

Intanto il toto-nomi impazza: ultimo nome emerso è quello di Marina Tavassi alla guida dell'Antitrust. Tavassi è la presidente della Corte d'Appello di Milano e vanterebbe un solido rapporto con la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati e potrebbe non essere sgradita alla Lega. Ma un altro nome in corsa, accreditato da più fonti, potrebbe essere quello di Alessandro Pajno, che da poco ha lasciato la presidenza del Consiglio di Stato ed è considerato vicino al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per l'Antitrust si fa anche il nome del costituzionalista Beniamino Caravita. Per la Consob si fanno i nomi del procuratore capo di Milano, Francesco Greco e dell'allievo del ministro Savona, Antonio Maria Rinaldi. Infine, oltre alle ipotesi di avanzamenti interni alla commissione, gira il nome dell'economista Marcello Minenna. L'ultima parola in ogni caso spetterà al Quirinale.

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