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Politica

Primarie Pd a gennaio. Martina resiste alla rifondazione di Orfini e alle cene di Calenda

Stefano Guidi via Getty Images
Stefano Guidi via Getty Images 

A fine giornata Maurizio Martina prova a mettere un po' di ordine, respinge la proposta di Matteo Orfini e annuncia la volontà di svolgere al più presto il Congresso e, intanto, le primarie a gennaio: "Più che discutere di scioglimenti del Partito Democratico o di rinvii del Congresso, facciamo invece tutti un passo avanti per il futuro, nel segno della giustizia sociale e della solidarietà" afferma il segretario nazionale del Pd, dopo una lunga giornata trascorsa in ordine sparso.

C'è Carlo Calenda che invita a cena quelli che ritiene i leader del partito - Renzi, Gentiloni e Minniti - solleva un vespaio, con pochi consensi.

C'è l'eco delle parole di Matteo Orfini, che ieri aveva lanciato la proposta di sciogliere e rifondare il Pd, stracciando lo Statuto per ricostruire "con chi vuole davvero fare l'opposizione": qualche adesione, molte critiche, al punto che in serata scrive su Facebook: "Pensate di risolvere tutto con un Congresso? Beati voi".

C'è Matteo Renzi, che invita a spostare l'asse dell'attenzione sul muro contro il Governo, "è il problema del paese, non il Pd. La maggioranza parlamentare sta bloccando l'italia, non l'opposizione. Il Pd deve smetterla col fuoco amico che troppe volte ha colpito e indebolito chi stava al governo. Ci sarà un Congresso e chi lo vincerà avrà l'aiuto degli altri" scrive l'ex segretario su Facebook chiedendo opposizione dura.

C'è alla fine Maurizio Martina, che ribadisce che c'è un percorso votato in Assemblea e quello resta. Sul "non invito" di Calenda non polemizza e assicura che lui preferisce cenare a Genova con i cittadini e i familiari delle vittime del crollo del Ponte Morandi perché il partito per rinascere non deve chiudersi in "cene ristrette", ma deve tornare ad aprirsi sul territorio.

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