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Politica

Salvini va avanti sul decreto immigrati: "Non si cambia di una virgola"

Tony Gentile / Reuters
Tony Gentile / Reuters 

Matteo Salvini è furioso e va dicendo che non intende "cambiare di una virgola" i decreti sicurezza e immigrati, nonostante il continuo pressing degli alleati. La sensazione che circola nelle stanze del ministero dell'Interno è che il Movimento 5 Stelle voglia fermare i due provvedimenti simbolo della narrazione leghista per arginare l'esposizione mediatica del leader del Carroccio avanti nei sondaggi rispetto agli alleati di governo. Da qui il muro contro muro tra gli alleati e lo slittamento a lunedì del via libera previsto per oggi.

M5s è in fibrillazione. Se nei primi mesi aveva rialzato la testa con l'approvazione del decreto Dignità mentre Salvini si occupava degli immigrati, adesso in piena legge di bilancio, con la difficoltà annessa di trovare i soldi, è tutto più complicato e nei piani alti grillini si ragiona così: "Non possiamo lasciargli un altro spot". E poi c'è un tema, non da poco, che riguarda il mondo pentastellato. Ovvero quell'ala più a sinistra che non vuol sentire parlare di abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, dell'introduzione del permesso per casi speciali, come per cure mediche, della durata di un anno anziché due. In più i grillini vorrebbero smussare le restrizioni, previste dal nuovo decreto, all'acquisizione della cittadinanza e l'abrogazione della norma che prevede il diritto di iscrizione anagrafica del richiedente asilo.

Davanti all'opposizione grillina interna al governo, il vicepremier verde, secondo quanto trapela, risponde quindi a muso duro. Pubblicamente getta acqua sul fuoco assicurando che lo slittamento del Consiglio dei ministri sia dovuto solo a motivi di cortesia istituzionale, a causa dell'assenza del premier Giuseppe Conte e del vice Luigi Di Maio, ma stando alle voci sempre più insistenti che circolano tra i componenti grillini dell'esecutivo sono due decreti che vanno ridiscussi. Lo ammette lo stesso presidente del Consiglio: "Il provvedimento può cambiare fino all'ultimo". Ma sembra più un auspicio per sedare gli animi, che una reale possibilità. Anche perché la bozza del decreto immigrazione è già in circolazione ed è difficile che Salvini faccia un passo indietro, anzi "cavalca l'onda del consenso", spiega con rammarico una fonte pentastellata.

Discorso un po' diverso sul decreto sicurezza. I tecnici del ministero dell'Interno sono a lavoro in contatto con quelli di via Arenula per smussare alcune problemi. Come la decisione di riportare la fattispecie del 'blocco stradale' - attualmente punito con multe salatissime - nell'ambito penale, con conseguenze ancor più ferree qualora l'autore fosse in possesso o aspirasse ad ottenere il permesso di soggiorno. Secondo via Arenula, infatti, la norma in questione cozzerebbe con i più recenti indirizzi in materia di politica criminale.

In questo testa a testa, anche sui due provvedimenti, gli M5s hanno sollevato un altro problema, ovvero se è possibile trattare con un decreto legge, con i previsti richiami ai motivi di urgenza e necessità, una materia che può rientrare tra quelli più sensibili della libertà. Ma è stato lo stesso Conte a sottolineare che i requisiti ci sono. A questo punto, se il Consiglio dei ministri approverà il decreto così com'è, soprattutto nella parte che riguarda l'abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, si potrebbe passare alla battaglia parlamentare. Ammesso che il via libera al pacchetto immigrati e sicurezza non venga utilizzato dagli M5s per ottenere qualcosa in cambia nella legge finanziaria. Ma ancora è presto per dirlo.

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