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Politica

Panama revoca l'iscrizione di Aquarius dal registro navale. Ong denunciano: "Pressioni governo italiano". Il Viminale: "Non è vero"

Darrin Zammit Lupi / Reuters
Darrin Zammit Lupi / Reuters 

Si apre un'altra crepa sul fronte migranti: l'autorità marittima di Panama ha annunciato di aver avviato il processo per la cancellazione d'ufficio della nave Aquarius dal proprio registro navale. "Ha disatteso le regole internazionali in materia di migranti e richiedenti asilo nel Mediterraneo". E il governo italiano in questa vicenda avrebbe avuto un ruolo determinante: "La denuncia principale viene dalle autorità italiane - si legge nel comunicato - che hanno riferito che il capitano della nave si è rifiutato di restituire gli immigranti e i richiedenti asilo al loro luogo di origine". La notizia ha scatenato l'indignazione delle Ong: Sos Méditerranée e Medici Senza Frontiere hanno denunciato le pressioni del governo di Roma e hanno sottolineato che in questo modo si mina ulteriormente alla sicurezza, e alla sopravvivenza, dei migranti che attraversano il Mediterraneo. Le organizzazioni si sono dette sconvolte "dall'annuncio dell'Autorità marittima di Panama di essere stata costretta a revocare l'iscrizione dell'Aquarius dal proprio registro navale sotto l'evidente pressione economica e politica delle autorità italiane. Questo provvedimento condanna centinaia di uomini, donne e bambini, alla disperata ricerca di sicurezza, ad annegare in mare e infligge un duro colpo alla missione umanitaria di Aquarius". Ma il Viminale smentisce seccamente la ricostruzione: "È evidente - dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini - che nessun Paese voglia prendersi la responsabilità di essere identificato con una nave che intralcia le operazioni di soccorso in mare, rifiuta il coordinamento con la guardia costiera libica, attacca alcuni governi democratici come quello italiano, pretende di distribuire dei clandestini in Europa".

L'autorità panamense ha inviato un messaggio al proprietario della nave in cui si comunicava la necessità di dover procedere alla cancellazione dell'imbarcazione dal suo registro navale "perché la sua permanenza implicherebbe un problema politico per il governo e per la flotta panamense in direzione dei porti europei". Quando ha saputo di questa comunicazione il personale a bordo della nave, riferiscono le Ong, "è rimasto scioccato".

Sos Méditerranée e Medici Senza Frontiere hanno precisato che il personale a bordo della nave ha sempre agito nel rispetto delle regole internazionali e anche negli ultimi giorni ha assistito migranti in difficoltà: "Nelle ultime 72 ore, Aquarius ha aiutato due imbarcazioni in difficoltà e ora ha 58 persone a bordo, molte delle quali sono psicologicamente provate e affaticate dalla traversata in mare e dalle esperienze in Libia e per questo hanno bisogno urgentemente di sbarcare in un luogo sicuro come richiede il diritto internazionale marittimo. L'Aquarius ha sempre agito in piena trasparenza operando sotto il coordinamento di tutti i centri marittimi competenti e nel rispetto delle leggi marittime e delle convenzioni internazionali".

Intanto a poche ore dall'arrivo del decreto migranti e sicurezza in Consiglio dei ministri monsignor Nunzio Galantino, Segretario Generale della Cei, mostra delle perplessità. In particolare si chiede, ai microfoni di Tgcom24, come mai le due tematiche vengano disciplinate nello stesso provvedimento legislativo: "A me sembra strano che si parli di immigrati all'interno del decreto sicurezza. Inserirlo lì dentro significa giudicare già l'immigrato per una sua condizione - ha affermato - per il suo essere immigrato e non per i comportamenti che può avere. È un brutto segnale sul piano culturale, perché si tratta di un tema sociale che va affrontato nel rispetto della legalità ma non possiamo considerare la condizione degli immigrati come una condizione di delinquenza".

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