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Politica

42 giorni senza decreto. Per il governo, anche su Genova, è colpa dei tecnici

Jack Taylor via Getty Images
Jack Taylor via Getty Images 

Un altro giorno è trascorso senza decreto, il quarantaduesimo. E Genova attende ancora l'entrata in vigore delle misure che il governo metterà in campo dopo il crollo del Ponte Morandi del 14 agosto scorso. Misure che sono state scritte sulla carta dodici giorni fa dal consiglio dei ministri e approvate "salvo intese", quindi soggette a modifiche, ma che soprattutto erano totalmente prive di cifre e di coperture economiche. Ciò significa che la Ragioneria dello Stato ha dovuto completare un decreto che riportava parecchi spazi bianchi nelle voci fondamentali. E nonostante questo, l'esecutivo gialloverde ha accusato i tecnici del Tesoro del ritardo.

Oggi doveva essere il giorno giusto per mettere fine a questo provvedimento che ancora non vede la luce – o almeno così aveva annunciato il premier Conte – e invece è andata in scena l'ennesima spaccatura tra palazzo Chigi e partiti di maggioranza da una parte e tecnici del Tesoro dall'altra. Lo schema che viene proposto dai gialloverdi è nei fatti lo stesso della manovra.

VIDEO - Il sottosegretario Rixi (Lega): "Decreto in ritardo per colpa della Ragioneria"

Ponte Morandi, sottosegretario Rixi (Lega): "Decreto in ritardo per colpa della Ragioneria"

La giornata è stata di quelle lunghissime, trascorsa tra scambi di accuse. Ad aprire il nuovo fronte è il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi. Se il Movimento 5 Stelle ha accusato apertamente i tecnici del Tesoro di fare ostruzionismo sulla legge di bilancio, i leghisti incolpano apertamente la Ragioneria dello Stato di aver bloccato il decreto su Genova. Sottovoce lo hanno fatto anche gli M5s ma Rixi ci va giù duro. "Dov'è finito? Ce l'ha la Ragioneria dello Stato dal 21 settembre, non è nel ministero", dice il viceministro che fino a un po' di tempo fa aspirava a diventare commissario per la ricostruzione. E aggiunge sempre nel corso della trasmissione Tagadà: "Quello che manca è la loro bollinatura. Noi abbiamo messo più soldi, loro vogliono che ne mettiamo di meno".

Il nodo della questione e quindi del ritardo per il ministero del Tesoro però un altro. Il decreto sarebbe arrivato sul tavolo della Ragioneria quasi completamente privo di cifre. Qualcuno lo ha definito "carente", quindi incompleto da questo punto di visto. Pertanto un surplus di tempo si è reso necessario per compilarlo. Nel provvedimento c'erano parti in bianco ed erano proprio quelle relative alle somme da stanziare e le relative coperture. Cuore di un provvedimento che serve a ricostruzione un ponte e far ripartire un territorio.

Quindi anche per Genova, come per la manovra, si è aperto il problema delle coperture. È vero che il governo vuole che paghi tutto Autostrade "fino all'ultimo centesimo" ma i soldi per coprire le spese contenute nel decreto devono comunque andare nel bilancio dello Stato. Sarà "un provvedimento col botto", racconta un componente del governo. Nel senso che ci sono molte misure non solo per la ricostruzione, per gli sfollati, per le imprese ma anche per tante opere connesse. Ed è per questo che la cifra è lievitata e Rixi ha detto esplicitamente che dal Tesoro è arrivato uno stop.

Davanti a queste accuse il Mef reagisce smentendo categoricamente questa supposizione. La Ragioneria Generale dello Stato non ha bloccato il decreto, piuttosto - dicono le stesse fonti - lo sta sbloccando. In sostanza i tecnici della Ragioneria stanno lavorando attivamente per valutare le quantificazioni dei costi e individuare le possibili coperture da sottoporre alle amministrazioni proponenti. Soltanto così il decreto può essere bollinato e trasmesso al Quirinale per la promulgazione.

A dimostrazione di quanto palazzo Chigi e Tesoro siano distanti, la presidenza del Consiglio precisa che "le notizie diffuse sul decreto emergenze e sulle presunte carenze di coperture finanziarie che sarebbero all'origine di ritardo nella sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, non corrispondono al vero".

Alla fine è il Tesoro a gettare acqua sul fuoco per provare a riappacificare sottolineando che il testo è stato trasmesso a palazzo Chigi che sta recependo i "suggerimenti sulle coperture elaborati dalla Ragioneria dello Stato". E se la presidenza del consiglio e ministero dei Trasporti saranno d'accordo con i tecnici, il testo tornerà sul tavolo della Ragioneria per la bollinatura finale prima del passaggio al Quirinale. I tecnici sono pronti ad attenderlo anche tutta la notte sperando che non sia una vana attesa.

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