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Economia

Il giorno in cui Di Maio e Salvini rubarono il Tesoro

FILIPPO MONTEFORTE via Getty Images
FILIPPO MONTEFORTE via Getty Images 

Poco prima delle 23 da Palazzo Chigi si affacciano i ministri del Movimento 5 stelle. Hanno interrotto il Consiglio dei ministri. E quel che vedono sono circa centocinquanta tra parlamentari e staff che sventolano bandiere e si ritraggono in selfie e video sui social per celebrare la Manovra del Popolo (così, tutto con le maiuscole) che Luigi Di Maio e i suoi hanno portato a casa. Non c'è la manovra, ovviamente. E in quel momento preciso non c'era nemmeno la sua cornice. Già, perché mezzo governo, quello in camicia gialla, ha chiesto di interrompere il Cdm che sta varando la nota di aggiornamento al Def. Si andrà per le lunghe, e non si può deludere la propria fanbase accorsa a festeggiare.

È la chiusura lunare di una giornata in cui è successo di tutto. E nella quale Di Maio e Matteo Salvini sono entrati in armi a viale XX settembre occupandolo manu militari. Alle quattro Riccardo Molinari chiacchierava con i giornalisti. Il capogruppo della Lega a metà pomeriggio ancora ragionava sul numerino che ha dominato le cronache politiche delle ultime settimane: "L'1,6% non può essere considerato un dogma". Era la ridotta sulla quale si era trincerato Giovanni Tria. Fino a settantadue ore fa il ministro dell'Economia non si schiodava di un millimetro. Appena ieri tuonava: "Io ho giurato nell'interesse della nazione, non di altri".

Manovra, Di Maio: "Non vince il governo, vincono i cittadini: è la manovra del popolo"

Tria per settimane ha tenuto una posizione chiara: non sarò io quello che avrà sballato i conti del paese, la flessibilità la possiamo ottenere, ma con cautela, e fino a un certo punto. Un punto identificato fissando l'asticella all'1,6, cifra che avrebbe reso impossibili i sogni di gloria di Lega e Movimento 5 stelle.

Ma i due contraenti del governo nelle ultime 48 ore hanno elevato la pressione allo spasimo. Mercoledì una telefonata tra i vicepremier ha sancito un patto di ferro: inutile cercare di forzare la mano per qualche zerovirgola. Piuttosto che accontentarsi di qualche spicciolo in più su misure che sarebbero comunque al ribasso, forziamo la mano: tutto e subito.

La richiesta è arrivata a via XX settembre. Tria ha passato l'intera giornata entrando e uscendo da una girandola di riunioni. In serata il primo cedimento: un compromesso possibile veniva individuato intorno all'1,9%. Ma veniva anche considerata una forchetta per la quale fino al 2,1/2,2% ci si sarebbe potuti spingere, pur tra mille sforzi.

La notte non ha portato consiglio, né smosso le posizioni. Quando il ministro dell'Economia è arrivato a Palazzo Chigi, intorno alle 16, il premier Giuseppe Conte gli ha ribadito l'ineluttabile: la richiesta dei contraenti del contratto di governo non si schiodava dal 2,4%, una soluzione andava trovata, e in fretta. L'ex professore di Tor Vergata è ripiombato in macchina, direzione ministero, per trovare la quadra. Un cedimento su tutta la linea? Forse. Ma sicuramente ha contato una fitta interlocuzione del Quirinale, che ha tenuto un canale aperto con Tria lungo tutto il corso delle ultime giornate. Esercitando una moral suasion sapiente: eventuali dimissioni e conseguente crisi di governo al buio sarebbero state estremamente più deflagranti di uno scontro con l'Europa.

Dalle 16 alle 19 plasticamente si disvela la distopia gialloverde. Di Maio e Salvini chiusi in una stanza a discutere di numeri e tabelle con Conte, Tria al Mef a compulsare tabelle e cifre. Prima di cena il ritorno a Palazzo Chigi. E la consegna di armi e vessilli: si al 2,4%, si all'abolizione della Fornero, al reddito di cittadinanza, all'incardinamento della riforma fiscale.

Può partire la girandola dei comunicati. Apre le danze Salvini, segue Di Maio. Poi piomba su smartphone e email un comunicato congiunto: vittoria! Tria tace, schiamazza la piazza sotto Palazzo Chigi. È fatta di deputati e portavoce, è vero. Ma quel che conta è che sia la Manovra del Popolo. Una foto sui social, la povertà abolita. Dei mercati e dell'Europa ci si preoccuperà domani. Stanotte è la notte dei selfie. Del cambiamento, ovviamente

Deficit al 2,4, i Parlamentari M5S festeggiano a Palazzo Chigi

21.13 Di Maio: "10 miliardi per reddito di cittadinanza, ci sono anche le pensioni". "Abbiamo portato a casa la manovra del popolo che per la prima volta nella storia di questo Paese cancella la povertà grazie al reddito di cittadinanza, per il quale ci sono 10 miliardi e rilancia il mercato del lavoro anche attraverso la riforma dei centri per l'impiego. Restituiamo futuro a 6 milioni e mezzo di persone. Via libera anche alla pensione di cittadinanza che dà dignità ai pensionanti. E con il superamento della Fornero, chi ha lavorato una vita può finalmente andare in pensione liberando posti di lavoro per i nostri giovani, non più costretti a lasciare il nostro Paese per avere un'opportunità". Lo dichiara il vicepremier Luigi Di Maio al termine del vertice di governo con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, Salvini e il premier Conte. "Non restano esclusi i truffati delle banche, che saranno risarciti con un Fondo ad hoc di 1,5 miliardi - conclude -. Per la prima volta lo Stato è dalla parte dei cittadini, per la prima volta non toglie ma dà".

LA DIRETTA

21.10 Fonti di governo, intesa raggiunta al 2,4% deficit Pil. Intesa raggiunta sul rapporto deficit-Pil al 2,4%. E' quanto si apprende da fonti di governo. "Accordo raggiunto con tutto il governo sul 2.4%. Siamo soddisfatti, è la manovra del cambiamento". Così Matteo Salvini e Luigi Di Maio in una dichiarazione congiunta al termine del vertice a palazzo Chigi.

20.59 Salvini: "Pienamente soddisfatto, obiettivi raggiunti". "Tasse abbassate al 15% per più di un milione di lavoratori italiani, diritto alla pensione per almeno 400mila persone e altrettanti posti di lavoro a disposizione dei nostri giovani superando la legge Fornero, chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, strade e Comuni. Nessun aumento dell'Iva. Pienamente soddisfatto degli obiettivi raggiunti". Così il vicepremier e ministro dell'interno Matteo Salvini a margine del vertice di governo sul Def, ancora in corso.

20.50 Tria propone l'1,9%, Salvini e Di Maio dicono no: stallo continua. Tria con la mediazione di Giorgetti avrebbe proposto un rapporto deficit/Pil all'1,9%, proposta respinta da Salvini e Di Maio. I due vicepremier non intendono smuoversi dal 2,4-2,5%. Lo riportano all'HuffPost fonti di Governo. La situazione ora è di stallo prolungato. (Alessandro De Angelis)

20.42 Da Tria risorse per il RdC ma non per la Fornero, è stallo. E' stallo sul Def. A quanto apprende l'Adnkronos da fonti di governo, il ministro dell'Economia Giovanni Tria avrebbe aperto alle coperture per il reddito di cittadinanza, ma fuori sarebbe rimasta la revisione della riforma Fornero con l'introduzione delle quota 100 per andare in pensione. Motivo per cui i 5 Stelle e la Lega avrebbero fatto muro: il 'restyling' della legge Fornero è un punto imprescindibile del contratto di governo 'giallo verde'. Da qui le distanze tra le posizioni dei due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il responsabile di via XX Settembre.

20.05 Accordo non c'è, si decide in Cdm. L'accordo sul deficit, non c'è e la decisione viene quindi rinviata al Consiglio dei ministri. E' quanto riportano fonti del Governo all'HuffPost. Il ministro dell'Economia Giovanni Tria non ha partecipato alla prima parte della riunione a Palazzo Chigi, dove hanno discusso il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier. Il titolare del Mef è arrivato successivamente al vertice sulla nota di aggiornamento al Def. (Alessandro De Angelis)

19.49 Fonti Lega, "non chiuderemo al 2% ma oltre". Oltre il 2 per cento. Secondo quanto riferiscono fonti leghiste, al vertice in corso a palazzo Chigi Matteo Salvini ha ribadito al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, che l'asticella del deficit deve essere posta necessariamente al di sopra di questo valore. "Non chiuderemo al 2% né tantomeno sotto", spiega una fonte del Carroccio di primo livello a Huffpost. (di Giuseppe Colombo)

19.27 Proposta Tria deficit al 2,1%, per Di Maio e Salvini non basta. A quanto apprende l'Adnkronos da fonti di governo, il ministro dell'Economia Giovanni Tria, durante il vertice sul Def, avrebbe aperto alla possibilità di concedere un rialzo del rapporto deficit/Pil per il 2019 al 2,1% rispetto all'1,6% già concordato con l'Europa. Ma, secondo le stesse fonti, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini avrebbero tenuto il punto, chiedendo di più.

19.26 Tria e Savona rientrano a Palazzo Chigi dopo correzione delle tabelle Def. E' ripreso, dopo una breve sospensione, il vertice sulla manovra a Palazzo Chigi. Il ministro del Tesoro Giovanni Tria e il titolare degli Affari Ue Paolo Savona, avevano lasciato - con la squadra dei tecnici del Mef - nel pomeriggio la riunione per correggere le tabelle della Nota di aggiornamento al Def. Da qualche minuto i due ministri sono rientrati a Palazzo Chigi per il "secondo round" del vertice.

19.00 Di Maio e Salvini allineati, "Tria o cede o cede". "Allineatissimi". Così fonti di governo raccontano dei due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, impegnati a far fronte comune nel vertice economico in corso a Palazzo Chigi, riporta l'AdnKronos. La linea è chiara, Giovanni Tria "o cede o cede", spiegano fonti di governo, segno che si sta ancora lavorando per raggiungere un'intesa. Il ministro dell'Economia e i suoi tecnici starebbero elaborando delle proiezioni ulteriori sul reddito di cittadinanza e la revisione della legge Fornero.

18.39 Fonti M5S-Lega, "c'è intesa, clima disteso". "Il clima è buono, si va verso un'intesa". E' questo, a vertice in corso, il dato che trapela da fonti di governo in merito alla riunione a Palazzo Chigi sulla Nota di aggiornamento al Def. Riunione che, fino a questa mattina, conteneva il serio rischio di una rottura tra M5S e Lega e il ministro dell'Economia Giovanni Tria sulla soglia deficit/Pil alla quale arrivare. Riguardo alla cifra sulla quale l'accordo sarebbe vicino non ci sono ancora indiscrezioni ma, da Palazzo Chigi, a due ore dall'inizio della riunione, trapela ottimismo.

17.10 Fonti governo, "Bozza def ampiamente superata". "Il testo che gira è una bozza del Def già ampiamente superata". E' quanto fanno sapere fonti di governo per le quali "molti punti che vengono anticipati non corrispondono al testo definitivo".

16.50 Il 2 per cento. Secondo fonti leghiste di governo, potrebbe essere questo il punto di approdo della trattativa tesissima tra le forze politiche di maggioranza, Lega ed M5s, e il ministro dell'Economia Giovanni Tria sulla manovra economica. Il 2 per cento di rapporto tra deficit e pil è esattamente a metà tra le richieste del titolare del Tesoro (1,6 per cento) e quelle dei partiti (2,4 per cento). Naturalmente non è detta l'ultima e nemmeno la penultima parola. A palazzo Chigi il vertice di maggioranza sulla manovra, che precede il consiglio dei ministri di stasera, è appena iniziato. Ma il 2 per cento, benché ostico da accettare per il ministro Tria e i tecnici del Tesoro che si dicono disponibili fino all'1,9, accontenterebbe i partiti, che potrebbe dimostrare di essere riusciti a tirare fino alla cifra del 2: il 2 invece che l'1 è un ottimo colpo di immagine verso gli elettori. Ma anche il 2 per cento, segnalano sempre fonti leghiste, non risolverebbe tutti i problemi, ammesso che venga accettato da Tria, ministro finito nel mirino delle polemiche di Lega e Cinquestelle fino al punto di organizzare una vera e propria resistenza "nell'interesse del paese", dice lui, al ministero del Tesoro. Non risolve i problemi perché non libera tutte le risorse necessarie a far fronte alle promesse dei partiti: dal reddito di cittadinanza alla flat tax, la modifica della legge Fornero eccetera. Per cui "continueremo a insistere", siglano dalla Lega. Mentre la trattativa di governo è appena entrata nel vivo, prima del consiglio dei ministri notturno. (di Angela Mauro)

16.33 Via al vertice tra Conte, i vicepremier e il ministro Tria. E' iniziato il vertice di governo a Palazzo Chigi sulla nota di aggiornamento del Def. Presenti, oltre al premier Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini - giunto per ultimo, di ritorno da Tunisi - il ministro dell'Economia Giovanni Tria e il titolare degli Affari Ue Paolo Savona.

15.55 Capogruppo Lega Camera: "Deficit a 2,4-2,6% non è una tragedia". "Il nostro obiettivo è realizzare le proposte contenute nel Contratto di governo: se questo vuol dire arrivare al 2,4, al 2,6% di deficit non credo sia una tragedia". Lo afferma Riccardo Molinari, capogruppo Lega alla Camera, conversando con i giornalisti. "Certamente - aggiunge - l'1,6% non può essere considerato un dogma".

15.41 Bozza Pnr: Pace fiscale per cartelle fino a 100mila euro. La 'pace fiscale' - da inquadrare nell'ambito di una riforma strutturale del fisco - coinvolgerà i contribuenti con cartelle esattoriali e liti fiscali, anche pendenti fino al secondo grado fino a 100mila euro. E' quanto si legge nella bozza del piano nazionale di riforme che il governo dovrebbe presentare nel Cdm di stasera insieme alla nota di aggiornamento al Def. Allo stato il valore contabile residuo dei crediti che diversi enti hanno affidato è molto alto e complessivamente pari a quasi 800 miliardi di euro, di cui, tuttavia, solo 50 miliardi sono effettivamente recuperabili.

15.39 Bozza Pnr: Flat tax a tre aliquote per le persone fisiche. Per quanto riguarda la tassazione per le persone fisiche, si passerà inizialmente dalle attuali cinque aliquote a tre aliquote e quindi a due a partire dal 2021. E' quanto si legge nella bozza del piano nazionale di riforme che il governo dovrebbe presentare nel Cdm di stasera insieme alla nota di aggiornamento al Def. Il livello delle aliquote verrà gradualmente ridotto, fino ad arrivare ad un'unica aliquota del 23 per cento per i redditi fino a 75 mila euro e del 33 per cento sopra a tale livello entro la fine della legislatura.

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