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Esteri

Tunisia, la "Canossa" di Salvini. Da esportatrice di galeotti diventa modello di democrazia

EPA
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Lo strappo è stato ricucito. La Tunisia non è più l'esportatrice di galeotti, ma un Paese con cui l'Italia ha e deve continuare ad avere un "rapporto imperdibile". Tunisi, la "Canossa" di Matteo Salvini. "Siamo qui per migliorare accordi già esistenti e ottenere passi avanti. Come Italia lavoreremo per risvegliare l'Unione europea che anche nei confronti della Tunisia dorme": esordisce così il ministro dell'Interno e vice premier al suo arrivo a Tunisi. Ad accogliere Salvini, l'ambasciatore d'Italia a Tunisi, Lorenzo Fanara, e il direttore generale della Cooperazione internazionale del ministero tunisino dell'Interno, Ezzedine El Amri.

Se la sua non è una missione "riparatrice", ci si avvicina e di molto. Tempestivo, e immancabile, il tweet del leader leghista: "Appena atterrato a Tunisi, felice di incontrare nuovamente il collega ministro dell'Interno Fourati. Abbiamo confermato tra i nostri due Paesi massimo impegno comune sui fronti dell'immigrazione, della sicurezza, della lotta al terrorismo, dello sviluppo economico". I tunisini "stanno facendo sforzi notevoli, non sempre sostenuti da grandi risultati", ha detto poi il titolare del Viminale in un punto stampa definendo quello con la Tunisia un "rapporto imperdibile", spiegando che l'Italia è il "primo partner" del Paese maghrebino e insistendo sull'importanza di sviluppare l'economia locale: "Ringrazio chi fa impresa perché è l'unico modo per garantire migrazione fuori controllo - ha detto - io posso portare motovedette, convincere la Ue, ma l'unico modo è fare impresa e convincere i ragazzi tunisini a stare qua. Questo vale anche in Egitto, purtroppo c'è la crisi libica e l'interesse nostro e tunisino è lo stesso, mentre c'è chi preferisce fughe in avanti e instabilità per motivi commerciali".

La "Canossa" salviniana non si ferma qui. Il vicepremier leghista elogia la Tunisia: "Le relazioni bilaterali Italia-Tunisia sono ottime. Tunisi è un modello di democrazia per tutta l'Africa e intendiamo sostenerla con determinazione anche in difesa dalle minacce terroristiche. Gli incontri - prosegue il vicepremier - saranno l'occasione per intensificare i rapporti politici, culturali ed economici tra i due Paesi, anche al fine di promuovere nuovi investimenti italiani e il sostegno alle 800 imprese nazionali che operano in Tunisia e garantiscono 63 mila posti di lavoro diretti più l'indotto".

"Sarà fondamentale - va avanti il responsabile del Viminale - rafforzare la vasta cooperazione sul piano della sicurezza, tenuto conto che la Tunisia è il Paese che, insieme all'Italia, ha subìto il più forte impatto dalla crisi libica. Contrastare l'immigrazione clandestina costituisce una priorità condivisa dai due Paesi per combattere i gruppi criminali che si arricchiscono con i flussi illegali ed evitare tragedie in mare".

Poi l'annuncio in diretta Facebook: "Entro ottobre consegneremo due motovedette sistemate dal governo italiano e altre 4 nei prossimi tempi". Questo e altre misure serviranno a rendere "efficaci ed efficienti gli accordi con la Tunisia". Rivolto poi al suo omologo Hichem Fourati, ha detto: "So che voi, come noi, avete dei problemi con gli organismi economici internazionali. Vedremo di affrontare queste battaglie insieme". E il ministro tunisino ha risposto: "Ecco perché dobbiamo ragionare insieme e riflettere su soluzioni comuni, in particolare il tema dell'immigrazione. Non possiamo contrastare questo fenomeno solo parlando di sicurezza e in questa riunione presso il ministro dell'Interno parleremo anche di come le autorità italiane possono aiutare e sostenere la Tunisia anche con materiale, con attrezzatura per contrastare questo fenomeno".

La missione-lampo di Salvini nasce dal fatto che, in un contesto caratterizzato nel complesso da un calo rilevante degli sbarchi in Italia, i tunisini sono al primo posto nella classifica dei migranti che giungono nei nostri porti. Stando infatti all'ultima rilevazione del Viminale, quest'anno ne sono sbarcati 4.487 (su un totale di 21.024 persone). Al secondo posto e terzo posto gli eritrei (3.047 al 25 settembre) e i sudanesi (1.595). Arrivano nelle aree di Porto Empedocle, Sciacca, Licata, nell'Agrigentino, su barconi di legno di 10-12 metri, che spesso vengono anche abbandonati. In alcuni casi gli occupanti delle imbarcazioni riescono a scendere e far perdere le loro tracce, in altri gli uomini della Guardia di Finanza o della Capitaneria di porto li hanno individuati. Più a ovest, verso Trapani o Mazzara, gli immigrati sbarcano, invece, da gommoni che portano dalle 20 alle 40 persone alla volta. In alcuni casi, assieme agli esseri umani, sono stati recuperati anche carichi di sigarette o stupefacenti. È la rotta tunisina, che attraversa il confine tra Tunisia e Libia. E per rafforzare la "ricucitura", c'è anche l'incontro tra il vice premier italiano e il presidente della Repubblica, Beji Caid Essebsi. Sia Fourati che Essebsi hanno assunto un impegno, sostenuto dall'Italia, per il contrasto ancora più efficace al traffico di esseri umani. "Una volta bloccata l'immigrazione irregolare - ha detto Salvini parlando in conferenza stampa - potremo dedicarci solo alle relazioni economiche tra i due Paesi. Al mio rientro a Roma mi adopererò per l'invio di mezzi, uomini, per il sostegno economico alle realtà regionali" tunisine, specie al sud. "Tra Italia e Tunisia il rapporto è sempre più stretto, il rapporto di amicizia non verrà messo in discussione".

In un viaggio che segna un duplice risultato positivo. Che una autorevole fonte della Farnesina sintetizza così ad HuffPost: "Le massime autorità tunisine hanno compreso appieno che per l'Italia esiste un serio problema migratorio e in questo senso gli impegni che il presidente Essebsi si è assunto sono concreti e significativi. E al tempo stesso, Salvini ha compreso che la Tunisia per l'Italia non è solo migranti e sicurezza, ma investimenti, lavoro, cultura, e una cooperazione a tutto campo".

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