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Politica

Cinquecento milioni per Genova. Il decreto ha ottenuto il via libera dalla Ragioneria dello Stato

Stefano Rellandini / Reuters
Stefano Rellandini / Reuters 

Cinquecento milioni per Genova, di cui 360 per la ricostruzione del Ponte Morandi crollato il 14 agosto causando la morte di 43 persone. E cento milioni per le zone colpite dai terremoti del 2016 e del 2017. A circa 600 milioni ammontano quindi i fondi stanziati nel decreto Emergenze approvato dal governo il 13 settembre e che ha ottenuto la bollinatura a distanza di quattordici giorni e di quarantatré dal crollo del Ponte Morandi. "Mi ha scritto il premier Conte stanotte, è arrivata la bollinatura (della Ragioneria generale dello Stato, ndr) del decreto su Genova", dice il vicepremier Luigi Di Maio a Bruxelles. Il testo, che contiene misure per affrontare l'emergenza e il preventivo di ricostruzione del Ponte, è ora al vaglio del Quirinale e una volta firmato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale. Dal giorno della pubblicazione il governo ha dieci giorni di tempo per nominare il commissario per la ricostruzione che resterà in carica per un anno con la possibilità di essere prorogato "per non oltre un triennio dalla prima nomina". Potrà avvalersi di uno staff composto da venti persone, di cui solo uno può essere dirigente, e di due subcommissari.

Nuovo video subito prima del crollo del ponte Morandi

In tutto, per quanto riguarda Genova, le spese quantificate e coperte (in gran parte tramite utilizzo pluriennale di fondi già presenti in bilancio) ammontano a 493 milioni di euro, di cui 360 per la ricostruzione del ponte sul Polcevera e la viabilità connessa. La copertura è prevista in 283,5 milioni nei primi cinque anni (2018-2022) e altri 210 milioni dal 2023 al 2029. La spesa per la demolizione e ricostruzione è stimata in 360 milioni, ma la cifra esatta uscirà dopo la progettazione degli interventi e se Autostrade non pagherà entro trenta giorni, il decreto prevede che sarà coperta dallo Stato con 30 milioni all'anno, dal 2018 al 2029, tramite riduzione del Fondo investimenti. Per la città di Genova arrivano inoltre altri 20 milioni di risorse per il 2018-19, in aggiunta ai 33,5 stanziati subito dopo il crollo. Ma vengono dimezzate da 500 a 250 le assunzioni per permettere agli enti locali di far fronte all'emergenza. Saltano invece i soldi per il Terzo Valico anche se il viceministro Rixi garantisce che saranno ripristinati.

Il testo non aveva ancora ricevuto l'ok della Ragioneria perché non era completo. Fino a ieri, per esempio, mancava un elemento di non poco conto: proprio la previsione dei costi per la ricostruzione del ponte Morandi. E a dimostrazione di quanto sia stato complicato redigere questo provvedimento arrivano le parole del governatore della Liguria Giovanni Toti: "Il decreto arriverà, ma non vuol dire che sarà soddisfacente", dice a Circo Massimo, su Radio Capital. "Mi dà l'impressione che il governo voglia gestire la situazione a Roma e non in Liguria. Ma va bene tutto, siamo laici, basta che si raggiungeranno i risultati".

Insieme a Toti, tra le anime più critiche c'è il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, che tra l'altro è stato assessore della giunta della Liguria. "Mi auguro che venga indicato il nome del Commissario quando esce il decreto o immediatamente dopo, in modo da recuperare tempo - dice Rixi - Serve un manager che sappia affrontare situazioni di emergenza, con capacità professionali importanti e che ci si dedichi a tempo pieno, per realizzare il ponte velocemente".

Un nome ancora non c'è ma il decreto mette per iscritto i poteri che avrà. Per la demolizione, la rimozione, lo smaltimento e il conferimento in discarica dei materiali di risulta, nonché per la progettazione, l'affidamento e la ricostruzione dell'infrastruttura e il ripristino del connesso sistema viario, il Commissario straordinario opera in deroga ad ogni disposizione di legge extrapenale, fatto salvo il rispetto dei vincoli inderogabili derivanti dall'appartenenza all'Unione europea.

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Ora il decreto c'è e ci sono anche i fondi stanziati. La tensione a Genova resta comunque alta, le persone che hanno perso le loro abitazioni a causa del crollo davanti allo slittamento del decreto si erano dette pronte a protestare anche sotto casa di Beppe Grillo

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