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Esteri

La seconda lettera di Viganò a Bergoglio arriva due giorni prima, nel nome dell'Arcangelo

Agf
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Il servizio recapito posta dell'arcivescovo Carlo Maria Viganò, l'ex nunzio negli Usa che ha chiesto le dimissioni di Papa Francesco per presunte coperture di abusi sessuali, funziona meglio di Amazon. Viaggia in anticipo nel tempo. La sua nuova lettera, datata evocativamente 29 settembre, festa di San Michele - l'Arcangelo che sconfigge il Diavolo, il patrono delle forze dell'ordine, dalla nostra Polizia di Stato come della Gendarmeria vaticana - è stata pubblicata già ieri pomeriggio, il 27 settembre, dal suo destinatario, un emozionato Rod Dreher.

"È stato mandato a me, scritto in inglese, attraverso un giornalista italiano", ha scritto il blogger americano di origini tedesche, sulla "American Conservative".

Il contenuto è sostanzialmente lo stesso del comunicato del 25 agosto. Ma oltre il contenuto, vale la pena analizzare anche il messaggio, secondo l'insegnamento del sociologo dei media canadese convertito al cattolicesimo, Marshall McLuhan.

Innanzitutto la data. Visto che il Papa ha parlato dell'attacco sugli abusi sessuali come attacco del Grande accusatore, il riferimento temporale a San Michele, come data della lettera, di fatto rivela la volontà di "rivoltare" contro il Papa stesso questa affermazione. Ma certe volte le pentole sono fatte senza coperchi e la lettera è stata pubblicata con due giorni di anticipo.

Poi, il destinatario. Rob Dreher, prima metodista, poi cattolico e convertito all'ortodossia del patriarcato di Mosca nel 2006, è l'autore del bestseller "L'Opzione Benedetto" - pubblicato in Italia dalla casa editrice San Paolo, primo tra i venduti nella categoria "Chiesa cattolica" (e già questo dà l'idea della confusione dei tempi). "L'Opzione Benedetto", titolo che attira la benevolenza dei fedeli alle posizioni di Papa Ratzinger, ma che fa riferimento al Santo di Norcia, è il libro presentato alla Camera l'11 settembre scorso, anniversario dell'attacco terroristico alle Torri Gemelle, dal prefetto della Casa Pontificia e segretario del papa emerito, monsignor Georg Gaenswein, colui che ha paragonato lo scandalo pedofilia nella Chiesa proprio all'attentato a New York per mano di al Qaeda. Non è a dire il vero l'unico riferimento al terrorismo islamico, in realtà, in questa storia. Anche il commentatore di The American Conservative ha usato l'immagine dell'Arca di Noè - l'unica salvezza per i credenti sopravvissuti - fatta propria a livello mondiale nella pubblicistica dalla rivista dell'Isis, Dabiq a partire dal luglio 2014. La figura di San Benedetto da più di dieci anni viene usata dai cosiddetti "atei devoti", prima nella versione della riaffermazione delle radici cristiane, dei valori non negoziabili in Europa - ma senza la fede in Dio ("etsi Deus non daretur") - ed ora nella versione del "ritiro monastico" (suggerito per gli altri da sé) dalla scena pubblica secondo accenti vicini all'eresia donatista (che predicava una Chiesa di duri e puri). Dreher cominciò a parlare di Opzione Benedetto più di dieci anni fa, dalle colonne dei giornali conservatori americani. Quando gli chiesero di raccogliere le proprie ipotesi in un libro, è diventato un vero e proprio manifesto sia del conservatorismo, sia delle prospettive future per il cristianesimo.

La nuova lettera di Viganò, lo sterminatore di Papi, è sostanzialmente una sfida al Vaticano a rispondere in fretta. Un attacco portato, oltre che a Francesco, al Prefetto della Congregazione dei Vescovi, il cardinale canadese Marc Ouellet, nel 2010 nominato da Ratzinger. Ouellet è stato invitato ieri da Viganò a tirare fuori le carte, i dossier su Theodore McCarrick che sarebbero conservati presso la sua Congregazione. Quasi una risposta a quanto ha affermato Ouellet il 15 settembre a margine dell'assemblea plenaria dei presidenti delle Conferenze episcopali d'Europa in Polonia: "Quando c'è un attacco contro il Santo Padre, è un esempio molto brutto e un'offesa molto seria. Non è una risposta positiva ed è anche un attacco ingiusto ... Stiamo affrontando una crisi nella vita della Chiesa ed è una crisi che si sta vivendo a livello di leadership, di vescovi. Vediamo che c'è anche una certa ribellione e questa è una questione seria che deve essere affrontata in modo spirituale e non in modo politico".

La seconda lettera di Viganò contiene inoltre il riferimento all'accordo siglato da Papa Francesco con la Cina. Nessuno può negare che l'accordo del Vaticano assuma un valore geopolitico oltre che spirituale e religioso. Proprio nel momento in cui gli Stati Uniti di Trump hanno iniziato una guerra commerciale con Pechino, la destra cattolica americana ha ricordato nei giorni scorsi il ruolo di negoziatore non ufficiale svolto dall'ormai ex cardinale McCarrick proprio con la Cina. E proprio di un viaggio in Cina di McCarrick nel 2013 ha parlato l'ex Nunzio Viganò nel suo "comunicato", come prova della condiscendenza del Papa nei suoi confronti. Anche il predecessore di Francesco, il Papa emerito Benedetto XVI, anche lui estensore di una lettera aperta ai cattolici cinesi, ricevette all'inizio del 2012 oscure minacce dopo un viaggio in Cina di un altro prelato. E quel documento finì tra quelli del primo scandalo Vatileaks, di cui Viganò fu un protagonista.

Per rimanere a McLuhan, si potrebbe citare una frase per chiarire cosa accade: "Non ho sbagliato nel ricordare continuamente che il "Principe di questo mondo" è un grande "P.R. man", un grande venditore delle novità hardware e software, un grande ingegnere elettronico, un grande maestro dei media".

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