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Economia

Condono in alto mare. Matteo Salvini spinge per la versione maxi: 15% del dovuto e tetto a 500mila euro. Ma la trattativa con i 5 Stelle è in salita

ALBERTO PIZZOLI via Getty Images
ALBERTO PIZZOLI via Getty Images 

Bozza del decreto fiscale, pagina 20: articolo 'Flat tax e dichiarazione integrativa'. È il pilastro del condono. Dopo la dicitura, uno spazio bianco. Nessun testo. La bozza reca la data di venerdì, ore 12. Il testo è stato redatto dai tecnici del Tesoro per provare a dare un appoggio alla trattativa, in salita, tra Lega e 5 Stelle. Le agenzie rilanciano la bozza, tra cui la previsione della Ragioneria generale dello Stato che parla, per il 2019, di una terza edizione della rottamazione con gettito zero. È in quelle ore che Matteo Salvini decide di forzare la mano. Il rischio è che la pace fiscale si trasformi in un flop. I tecnici della Lega mettono a punto gli ultimi dettagli per la versione massimalista, rilanciata stamattina: pagamento del 15% del dovuto al Fisco con un tetto fino a 500mila euro, stop al format renziano della rottamazione. L'accordo con i 5 Stelle, però, è ancora da mettere in piedi. Il condono è in alto mare.

Ancora trattative serrate, ancora pressing da parte del Carroccio per portare a casa un risultato che non sia la fotocopia della rottamazione voluta da Matteo Renzi. Salvini lo dice chiaramente: "Non sarà rottamazione perché le rottamazioni tolgono alle caselle esattoriali sanzioni, more, interessi, però se uno non ha quarantamila euro non ne ha nemmeno trentacinquemila". Uno dei tecnici del Carroccio conferma a Huffpost che la terza edizione della rottamazione non si farà: "Quello che è allo studio - spiega - è solo un meccanismo per salvaguardare le entrate di quelli che hanno aderito alla seconda edizione, consentendogli di avere una maggiore beneficio" in termini di pagamento.

Il testo di venerdì è oramai un testo incompleto e superato. Incompleto perché manca il cuore della strategia di Salvini, che oggi viene esternata con chiarezza: la pace fiscale riguarderà tutti i debiti "fino a 500mila euro" e sarà un intervento "a saldo e stralcio", non solo su interessi e sanzioni ma anche "sul capitale". In pratica il contribuente potrà presentare una dichiarazione integrativa all'Agenzia delle Entrate per dichiarare i redditi evasi o non denunciati, totalmente o in parte, nel periodo che va dal 2013 al 2017. Pagherà il 15% del dovuto e il maxi-sconto non riguarderà solo le sanzioni e gli interessi, ma anche la voce principale del debito che si ha con il Fisco. Superato, si diceva, perché non ci sarà la terza edizione della rottamazione, che nella bozza del Mef prevedeva il pagamento dei debiti pendenti dal 2000, senza sanzioni e more, con una dilazione dei versamenti fino al 2024. Resta, invece, la soluzione per le liti pendenti: si pagherà un importo pari alla metà o a un terzo della contestazione se l'Agenzia delle Entrate ha perso in primo o secondo grado.

Questo è l'impianto che vuole la Lega, ma i pentastellati faticano, e tanto, a mandare giù questo boccone indigesto. Oltre al livello del tetto di 500mila euro, c'è anche la questione dell'aliquota, fissata al 15%. "Il punto politico lo faranno Salvini e Di Maio, ma i nostri colleghi di governo devono capire che un tetto inferiore è troppo basso", rivela una fonte leghista. Le frizioni sono concentrate anche sull'ammontare dello sconto che prevede lo schema del saldo e stralcio. Secondo quanto apprende Huffpost, il 15% a cui punta la Lega è la media dell'importo che dovrà corrispondere il contribuente: media che si ottiene da tre aliquote (al 6%, al 10% e al 25%) che terranno conto delle differenti situazioni reddituali e patrimoniali.

L'unico aspetto che in queste ore tiene d'accordo 5 Stelle e Lega è la considerazione che la bozza di venerdì è da cestinare. "Quel testo non è uscito da noi", rivela una fonte pentastellato. Nella bozza il disegno massimalista di Salvini era ridotto al solo titolo. Se è bastato quello per alimentare i malumori del Movimento, è evidente come la versione definitiva sia ancora lontana.

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