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Politica

La lezione "pedagogica" di Mattarella a Di Maio e Salvini. In difesa di Bankitalia e dal "potere che inebria"

Askanews
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È un intervento ad altissima intensità politica, perché le regole e la loro difesa, in una democrazia, non sono un terreno neutro. Quasi "pedagogico" si sarebbe detto una volta, di fronte allo stravolgimento democratico in atto. È chiaro a chi sono le rivolte le parole del capo dello Stato quando ricorda che "l'esercizio del potere può provocare il rischio di fare inebriare, di perderne il senso del servizio e di fare acquisire il senso del dominio".

Ecco, il senso del dominio che sovrasta quello di servizio, in un clima di ebbrezza che sembra avvolgere le attuali classi dirigenti. È l'ebbrezza che, negli ultimi giorni ha portato alla negazione, in nome del popolo, della legittimità delle articolazioni "terze" dello Stato. Corte dei Conti, Ufficio parlamentare di bilancio, Bankitalia che, se vuole parlare, "si presenti alle elezioni". È la cultura del dominio che nega la possibilità di parola a tutto ciò che è in mezzo tra la "volontà popolare" e gli eletti che detengono il potere di interpretarla in modo esclusivo. E di quella tirannide della maggioranza, in nome del popolo, sui cui rischi a lungo i costituenti si interrogarono, creando argini e contrappesi.

L'antidoto a tutto questo, dice Mattarella, è duplice. Il primo "è personale: una capacità di autodisciplina, di senso del limite, del proprio limite come persona e come ruolo che si esercita, un senso di autocontrollo, e perché no, di autoironia che è sempre molto utile a tutti". Il secondo "è quello di meccanismi di equilibri che distribuiscono le funzioni e i compiti del potere tra più soggetti, in maniera che nessuno, da solo, ne abbia troppo".

Parole dure e, diciamoci la verità, inedite nei toni rispetto al registro tradizionale del capo dello Stato. Per questo assai indicative della preoccupazione attorno a una discussione politica fuoriuscita dagli argini, proprio nell'attacco alle autorità indipendenti. Siamo di fronte a un capitolo da manuale: la differenza tra la democrazia e il populismo. Perché il cuore della democrazia Italia è, appunto, l'equilibrio tra i poteri, attraverso una articolazione diffusa: "La nostra Costituzione – prosegue Mattarella - consente di superare difficoltà e di garantire l'unità della società anche perché ha creato un sistema in cui nessuno, da solo, può avere troppo potere".

In questo quadro c'è il ruolo delle autorità indipendenti come Bankitalia che "non sono dipendenti dagli organi politici ma che, dovendo governare aspetti tecnici, li governano prescindendo dalle scelte politiche, a garanzia di tutti". Non è formalismo di maniera ma questione di libertà fondamentali perché il potere politico non può dire ciò che può o non può fare o dire una autorità indipendente, perché ciò che può fare o dire rientra, semplicemente, in ciò che le compete. Punto. Chi è di casa al Quirinale fa notare come sia la seconda volta che il capo dello Stato fissi un limite invalicabile a proposito di Bankitalia. Quasi un anno fa fu costretto a intervenire quando il Pd presentò una mozione alla Camera per non rinnovare l'incarico di Ignazio Visco come governatore, reo di non aver vigilato sulla gestione delle quattro banche poi fallite. E il segretario di allora, Matteo Renzi, fece intendere che avrebbe fatto della polemica con Bankitalia un dato permanente della sua campagna elettorale. È da quel momento che i rapporti di "quel" Pd col Quirinale si sono irreversibilmente irrigiditi. Ma questo è un altro discorso.

Il dettaglio rivela il "metodo Mattarella", il suo ruolo di scrupoloso interprete della Carta che vigila sul rispetto dei suoi valori e dei suoi confini. Il che vale anche per la manovra, dove – evidentemente – non entrerà nel merito ma eserciterà tutte le sue prerogative. Leggerà le risoluzioni delle Camere e si formerà l'idea di dove approderà una manovra ancora in corso di definizione su capitoli sostanziali. Che non sono dettagli quando andranno incrociati con gli articoli della Costituzione sulla sostenibilità dei conti.

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