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Politica

Pronta la svolta pro Putin in politica estera

Adnkronos
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Putin fortissimamente Putin. Se c'era qualche dubbio sulla direzione che la politica estera del governo gialloverde avrebbe intrapreso eccolo fugato. Sguardo fisso verso Mosca. Il futuro delle relazioni tra il nostro Paese e la Federazione russa sta molto a cuore sia a Casaleggio che a Salvini. Le relazioni con la Russia avranno infatti la priorità su tutto: Libia, Medio Oriente, Corno d'Africa, che pure rimane nell'agenda della Farnesina, come dimostra la vista di oggi ad Addis Abeba del premier Giuseppe Conte. E' un fatto che i lavori della 3° Commissione permanente Affari esteri di Palazzo Madama, guidata dal pentastellato Vito Petrocelli, siano dunque partiti, anche simbolicamente, da un ciclo di audizioni volte a ricollocare l'Italia nell'area di influenza sovranista e filorussa. E' previsto esplicitamente dal patto di governo. Del resto chi più di Putin cerca affinità ideologiche con i movimenti europei anti-Ue?

Lo scambio di amorosi sensi risale al luglio scorso quando il leader leghista fu ricevuto al Cremlino dal ministro dell'Interno Vladmir Kolokoltsey. Poco prima Salvini aveva usato parole flautate per minimizzare la rivolta in Crimea, giustificando l'invasione russa - in Ossezia e nel Donbass ucraino - prendendo posizione contro le sanzioni economiche inflitte a Mosca. Sulla stessa lunghezza d'onda il sottosegretario all'Economia Laura Castelli, anche se nel Movimento non tutti la pensano allo stesso modo e dal web spesso partono strali su Mosca afflitta da un cronico deficit di democrazia. Il dialogo non cancellerà infatti le accuse di dispotismo e i sospetti seguiti alla morte per avvelenamento di Sergei Skripal e della figlia Giulia. Ma qualcosa al mulino di Putin porterà: nuovi accordi bilaterali, aperture commerciali e credito internazionale.

RISOLUZIONE COMUNE

"La strada è già segnata, non abbiamo dubbi, e come noi anche i membri degli altri gruppi: le relazioni con la Federazioni russa sono una priorità. Mosca rimane un partner privilegiato", ribadisce Petrocelli. Il presidente ucraino Petro Poroshenko in un'intervista concessa di recente a Repubblica ha invitato Salvini nel Donbass, "venga a vedere l'inferno causato da Putin". Ma l'unico che finora ha raccolto l'invito, su un piano totalmente opposto, è stato Berlusconi pronto a correre a Sochi per festeggiare i 67 anni dell'"amico Vladmir".

La commissione che il senatore lucano presiede farà suonare anche l'altra campana. Presto verrà sentito l'ex ambasciatore Frattini. Ma in buona sostanza è tutto già deciso. In Russia, Konstantin Kosachev, presidente della commissione Esteri della Camera Alta del Parlamento, ha già avviato un percorso parallelo. Entro 6 mesi verrà stilata una risoluzione comune. Risultato: l'Italia farà da pontiere. Ergo: il nuovo governo grillo-leghista volterà pagina, non rimarrà ancorato ai partenariati dei precedenti esecutivi.

Il calendario dell'audizioni a palazzo Giustiniani doveva aprirsi con la convocazione del ministero degli Esteri Moavero, sostituito al volo dal diplomatico di lungo corso Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell'Istituto affari internazionali (IAI) e fino al 2013 responsabile permanente d'Italia a Bruxelles. Dopo Nelli Feroci sarà la volta dell'ambasciatore russo Sergey Razov che prima di prendere residenza a Villa Abamelek ha svolto le stesse funzioni per 8 anni in Cina. In teoria potrebbero tornare utili anche i buoni uffici intrattenuti con il neo presidente della Rai Marcello Foa, da sempre legatissimo alle sue fonti russe e assiduo collaboratore di Russia Today e Sputnik. Ma questo è tutto un altro discorso.

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