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Politica

Differenza sulle differenze. Spadafora (M5S) contro la Lega: sui diritti "no a un arretramento culturale"

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Preoccupato per il clima nel Paese, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari opportunità lancia l'allarme sul rischio di un "arretramento culturale". Vincenzo Spadafora è uno dei consiglieri storici di Luigi Di Maio. Chiusa al momento la prima fase della partita della manovra, in un'intervista al Corriere della Sera il sottosegretario apre quella dei diritti, marcando la differenza fra 5 Stelle e Lega.

"Nella maggioranza ci sono sensibilità culturali molto diverse, a cominciare dai diritti. Noi dobbiamo restare alternativi alla Lega, siamo una cosa diversa. Rincorrerli per mezzo punto percentuale in più non serve al Paese e non è coerente con il progetto del M5S.

Immigrazione, diritti Lgbt, affido condiviso. Sono molti i fronti che nei primi mesi si sono aperti e che hanno imbarazzato i 5 Stelle.

"Il contratto non prevede un arretramento culturale sui diritti. Il M5S deve assumersi la responsabilità fortissima di tenere alta l'attenzione su questi temi. Noi difenderemo tutte le conquiste fatte. Abbiamo sensibilità forti nei gruppi parlamentari e nell'elettorato di cui dobbiamo tener conto. Non possiamo cadere nella trappola di alimentare un clima di discriminazione verso chi è considerato diverso, immigrati, persone di colore, omosessuali. Non possiamo non vedere che esistono le famiglie arcobaleno".

Spadafora si è già espresso sul Ddl Pillon sull'affido condiviso dei figli, così non va.

"È un episodio che desta allarme. Una proposta antistorica, perché non tiene presente l'interesse dei bambini e riduce tutto a chi è a favore dei padri e chi delle madri".

Capitolo migranti, nei 5 Stelle Spadafora si unisce a Fico fra le voci critiche.

"Leggendo Lodi e Riace insieme, si comprende l'allarme. C'è il rischio di creare una contrapposizione tra italiani e non, tra buoni e cattivi. Problemi complessi richiedono il tempo dell'analisi, non della comunicazione social".

Spadafora insiste sulla necessità che i 5 Stelle restino alternativi alla Lega. E non teme strappi che interrompano la legislatura, malgrado i sondaggi stiano premiando Salvini (al 34%) e ci sia il rischio che voglia passare all'incasso. "Non mi sentirei così tranquillo di questo 34%. Poi la Lega da sola non è autosufficiente. Con questa legge Salvini finirebbe di nuovo in braccio alla Meloni e a Berlusconi, di cui oggi si è liberato grazie a noi".

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