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Esteri

Aria di guerra a Gaza. Israele lancia un raid aereo e chiude i valichi della Striscia

NurPhoto via Getty Images
NurPhoto via Getty Images 

La rappresaglia aerea è solo l'inizio. Quel missili che dalla Striscia hanno raggiunto Be'er Sheva sono per Israele il segno che la red line è stata oltrepassata. E che la quarta guerra di Gaza è ormai solo questione di tempo. Ravvicinato, comunque. Gli abitanti di Be'er Sheva erano stati svegliati dalle sirene e costretti a correre nei rifugi anti-bomba dopo il lancio di un razzo che ha fatto danni ma non vittime.

Il missile è caduto nel giardino della casa di una famiglia con tre bambini, che sono stati trattati in stato di shock. Un altro razzo invece è caduto in mare. "Aerei da combattimento hanno iniziato ad attaccare obiettivi terroristici lungo la Striscia di Gaza", ha fatto sapere un portavoce dell'Idf (Le Forze armate dello Stato ebraico). Il ministero della Sanità di Gaza, retto da Hamas, ha reso noto che un palestinese è morto negli attacchi a Beit Hanoun nel nord di Gaza. La stessa fonte ha riferito anche di almeno tre feriti a Rafah, nel sud della Striscia. "Israele agirà con forza contro l'aggressione subita". Ad affermarlo è Benjamin Netanyahu, all'apertura di una riunione straordinaria del Consiglio di Difesa, alla quale hanno partecipato anche il ministro della Difesa Avigdor Lieberman, il vice capo dello stato maggiore dell'Idf, generale Aviv Kochavi, il capo dello Shin Bet (il servizio di sicurezza interno) e diversi alti funzionari della difesa.

"Israele giudica gravissimo l'attacco contro, contro le comunità di confine di Gaza, i razzi su Be'er Sheva. Avevo detto all'inizio della riunione del governo questa settimana che se questi attacchi non dovessero cessare, li fermeremo,", ha ribadito Netanyahu al termine della riunione. E rivolgendosi in diretta televisiva agli Israeliana, ha così concluso: "Voglio dirvelo oggi: Israele agirà con grande forza". Ieri centinaia di palestinesi si erano lanciati contro la barriera di confine fra Gaza ed Israele ed avevano fatto saltare con l'esplosivo un cancello in prossimità del kibbutz israeliano di Kissufim, aprendo così una breccia. Il ministro della Difesa dopo il lancio dei razzi - ha ordinato la chiusura dei valichi di Erez (persone) e Kerem Shalom (merci) con Gaza. Al tempo stesso Lieberman ha ridotto a tre miglia marine la zona di pesca per le imbarcazioni di Gaza. "Finché le violenze nella Striscia di Gaza non cesseranno del tutto, compreso il lancio di aquiloni incendiari e il rogo delle gomme vicino alle comunità israeliane, la fornitura di carburante e gas non sarà rinnovata", ha ribadito il capo della Difesa.

L'esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito 20 obiettivi a Gaza, tra cui un tunnel di attacco di Hamas nella Striscia meridionale. Altri obiettivi includevano basi militari di Hamas e un sito di produzione di razzi. Il raid "ha danneggiato significativamente le capacità di Hamas", ha aggiunto il portavoce dell'Idf Ronen Manelis. I caccia con la stella di David hanno anche colpito un gruppo che stava tentando di sparare un missile contro Israele, rilasciando in seguito il filmato dell'incidente. Manelis ha affermato che l'esercito detiene la responsabilità di Hamas per i lanci di razzi. "I missili del tipo sparato da un giorno all'altro sono in possesso di solo due organizzazioni, Hamas e la Jihad islamica palestinese", rimarca il portavoce militare, aggiungendo che "Hamas sta danneggiando le prospettive di un accordo (su una tregua a lungo termine, ndr) e la possibilità di migliorare la situazione a Gaza, che danneggia principalmente gli abitanti di Gaza". Hamas e Jihad islamica hanno rilasciato una dichiarazione congiunta dopo l'inizio della escalation militare, prendendo le distanze dai lanci di razzi. "Accogliamo con favore lo sforzo egiziano per soddisfare la richiesta del popolo palestinese di rimuovere l'assedio israeliano e respingere ogni tentativo irresponsabile inteso a incitare e sabotare lo sforzo", afferma il comunicato. Ma Israele non è di questo avviso. Tutto lascia intendere che si è alla vigilia di scelte strategiche. Il capo di stato maggiore dell'Idf, il generale Gadi Eisenkot, ha interrotto la sua visita negli Stati Uniti in seguito all'escalation sul confine meridionale.

Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Medio Oriente, Nickolay Mladenov, ha definito il lancio di razzi su Be'er Sheva una "pericolosa escalation della situazione" coerente con "un modello di provocazioni che cercano di portare Israele e Gaza in un altro conflitto mortale e confronto. "Parlando a un incontro con il presidente israeliano Reuven Rivlin, Mladenov ha detto che il suo ufficio ha lavorato per evitare la guerra, per alleviare la situazione umanitaria a Gaza e per cercare di riportare l'Autorità nazionale palestinese in controllo di Gaza. "Ho paura che non ci sia più tempo per le parole, ora è il momento delle azioni". Nel governo israeliano, è l'ora dei falchi. Un'azione militare, secondo Lieberman sarebbe "l'unico modo per abbassare il livello di violenza a zero".

"Colpire Hamas è l'unico modo per calmare la regione", aveva detto ieri il ministro della Difesa prima che nella notte scattassero i raid. Altro segnale indicativo di una situazione che rischia di precipitare in un nuovo conflitto: la nomina del generale di brigata Ofer Winter a segretario militare per il ministero della Difesa. Winter ha servito come comandante della brigata Givati durante l'operazione "Protetective edge", la campagna militare iniziata l'8 luglio 2014 nella Striscia e conclusasi il 26 agosto: in 50 giorni di scontri, i palestinesi uccisi furono 2.139, di cui 490 bambini. I soldati israeliani caduti nell'operazione sono stati invece 64, cui si sono aggiunti sei civili fra i quali un bimbo. I palestinesi feriti sono stati circa 11 mila, di cui 3 mila bambini. in attesa della quarta guerra, Gaza sta morendo. L'assedio sta privando una popolazione di 1,900milioni di abitanti, il 56% al di sotto dei 18 anni, del bene più vitale: l'acqua. Basti pensare che il 95% della popolazione – anche solo per bere e cucinare – dipende dall'acqua marina desalinizzata fornita dalle autocisterne private, semplicemente perché l'acqua fornita dalla rete idrica municipale (che presenta oltre 40% di perdite) non è potabile o perché oltre 40mila abitanti non sono allacciati alla rete.

A questo si aggiunge un sistema fognario del tutto inadeguato con oltre un terzo delle famiglie che non è connesso al sistema delle acque reflue. Una situazione di carenza idrica di cui fanno le spese soprattutto donne e bambini, che in molti casi sono costretti a lavarsi, bere e cucinare con acqua contaminata e si trovano esposti così al rischio di diarrea, vomito e disidratazione. Gli effetti del blocco israeliano nella vita di tutti i giorni: commercio praticamente inesistente, famiglie divise e persone che non possono muoversi per curarsi, studiare o lavorare. Le Nazioni Unite annunciano che entro il 2020 sarà praticamente impossibile vivere a Gaza. Save the Children considera Gaza invivibile già oggi: con le condizioni attuali i bambini non riescono più a nutrirsi adeguatamente, dormire, studiare o giocare. Le forniture di energia elettrica dall'Egitto si sono completamente interrotte e l'unica fonte resta Israele nonché l'impianto di generazione interno di Gaza, che funziona a regime ridotto dopo essere stato colpito nel 2009 e lo scorso aprile si è dovuto fermare per mancanza di combustibile e di fondi per i rifornimenti. In un documentato report, Save the Children, chiede a Israele di interrompere subito il blocco di Gaza, dove quasi la metà della popolazione non ha lavoro e l'80% sopravvive solo grazie agli aiuti umanitari, e chiede alle autorità palestinesi e israeliane di fornire i servizi di base indispensabili agli abitanti dell'area. I 10 anni di isolamento hanno ridotto progressivamente la disponibilità di energia elettrica per le case che ora si limita a due ore al giorno o è totalmente assente per troppe persone. La mancanza di energia elettrica sta penalizzando un'infrastruttura già paralizzata dal blocco e dal conflitto, costringendo a frequenti e lunghe sospensioni del trattamento delle acque reflue che hanno causato l'inquinamento e la contaminazione di più del 96% delle falde acquifere, non sono più utilizzabili dall'uomo, e del 60% del mare di fronte a Gaza. Ogni giorno si riversano infatti nel mare 108 milioni di litri di acque reflue non trattate, l'equivalente del contenuto di 40 piscine olimpioniche. "I bambini di Gaza sono tristemente prigionieri del conflitto più politicizzato del mondo e la comunità internazionale non ha saputo reagire adeguatamente alle loro sofferenze. L'occupazione da parte di Israele e le divisioni nella leadership palestinese stanno rendendo la vita impossibile. Se hai 10 anni e vivi a Gaza hai già subito tre terribili escalation del conflitto. I bambini di Gaza hanno già sofferto 10 anni di blocco e di minacce continue a causa del conflitto. Vivere senza accesso ai servizi indispensabili come l'elettricità ha conseguenze gravi sulla loro salute mentale e sulle loro famiglie. Stiamo assistendo ogni giorno ad un aumento del livello di ansia e aggressività," rimarca Jennifer Moorehead, Direttore di Save the Children nei Territori Palestinesi Occupati.

La mancanza di energia elettrica ha un grave impatto sulla vita dei bambini di Gaza, che non possono avere accesso ad acqua potabile sufficiente o nutrirsi di cibi freschi, essere assistiti dai servizi sanitari e di emergenza quando servono o mantenere un livello minimo di igiene per mancanza di acqua corrente. Non possono dormire sufficientemente durante la notte per il troppo caldo ed essere quindi riposati per studiare a scuola, o fare i compiti o giocare a causa dell'oscurità. E' la "normalità" di Gaza. In attesa di una quarta guerra.

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