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Politica

Matteo Salvini: "Stimo Conte, ma questa volta chiederò una copia del testo". Di Maio: "Gliene daremo due"

Condono, Salvini: "Stavolta chiederò una copia di quello che Conte leggerà a Di Maio"

"Conte ha la mia stima e ha sempre ragione, l'unica cosa è che stavolta chiederò che, quando lui leggerà il decreto e Di Maio prenderà nota, una copia la voglio anche io. Altrimenti poi non vorrei che si ricominciasse da capo". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, torna sulla polemica delle modifiche al Dl Fisco denunciata dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. E alla domanda se ci sia stato un problema tecnico o politico, il leader leghista ha risposto: "È un fraintendimento, un misunderstanding".

A margine del Forum della Coldiretti a Cernobbio, Salvini ha aggiunto: "Lo dirò a Di Maio e lo dirò a Conte, che stimo entrambi, che abbiamo cosi tanti avversari fuori che sono interessati ad avere un'Italia precaria, in ginocchio e serva anche sui temi agricoli, un'Italia che apre il mercato alle schifezze che arrivano dall'altra parte del mondo perdendo salute e lavoro".

Per questo "dentro dobbiamo andare d'accordo, abbiamo il diritto e dovere di andare d'accordo, io condizioni non ne pongo, visto che gli altri sono molto attenti giustamente come lo sono io. Quando mi arrivano dei provvedimenti dei 5 Stelle io spesso vado sulla fiducia li firmo li leggo e non eccepisco alcunché, e non cambio idea dalla sera alla mattina, però ognuno è fatto a suo modo, quindi io rispetto gli alleati con cui stiamo lavorando bene in questi mesi e con cui lavoreremo bene per 5 anni".

Anche Di Maio, dal canto suo, prova a tendere la mano, pur non rinunciando a una piccola frecciata: "Oggi c'è un importante Consiglio dei ministri in cui chiariremo la questione del condono: daremo due copie del testo a Salvini, così non si sbaglierà più: l'articolo 9 non è mai stato letto. Ma ora smettiamola e andiamo avanti senza condono". A chi gli chiedeva se cambierà l'intero dl fisco o se invece verranno solo cancellate le due righe contestate sul dl fiscale -ovvero condono tombale e scudo fiscale - ha risposto: "Per me la pace fiscale era nel contratto di governo, l'unica cosa che non era nel contratto era questa cosa del comma 9 dell'articolo 9 e la questione dell'estero".

Parlando con i cronisti davanti a Palazzo Chigi, a un' ora da un nuovo Cdm, il vicepremier ha aggiunto: "Ora smettiamola con il dire che c'è panna montata. Non la buttiamo in caciara, togliamo di mezzo il condono per gli evasori e andiamo avanti. Ci fa molto piacere e siamo felici del no della Lega al condono. Sono amici ritrovati", ha aggiunto. Anzi, precisa di nuovo Salvini: "Non ci siamo mai persi"

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