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Politica

Matteo torna a casa: il piano europeo di Forza Italia per riportare Salvini nel centrodestra e in maggioranza col Ppe

Reuters
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"Vogliamo che la Lega torni a far parte a pieno titolo del centrodestra, consideriamo contro natura il matrimonio con il M5S, litigano su tutto, sono un po' come i separati in casa". Appena arrivato al congresso del Ppe a Helsinki, Antonio Tajani rimugina sul caos di governo a Roma e sbotta. Dietro lo sfogo, l'idea, forse un sogno, per alcuni in Forza Italia è un vero e proprio piano di lavoro, pur complicato: far entrare gli eurodeputati leghisti che verranno eletti alle europee di maggio nel gruppo dei Conservatori e riformisti europei, quelli che a gennaio 2017 hanno eletto Tajani alla presidenza dell'Europarlamento insieme ai Popolari e i Liberali. E così indicare Manfred Weber alla presidenza della Commissione Ue (domani il congresso di Helsinki lo nominerà Spitzenkandidat) e confermare Tajani alla presidenza dell'Europarlamento. Per Salvini l'opportunità di entrare al governo dell'Ue.

Sanno che lui alzerà il prezzo, deciderà - semmai - all'ultimo minuto. Ma la trama è questa. A patto che si stacchi da Marine Le Pen e dal gruppo Europa delle Nazioni e delle Libertà (Enf), Salvini non ha più solo Viktor Orban come interlocutore nel Ppe. Anche Tajani tende una mano, prevedendo che "dopo le europee canteremo il de profundis del governo" Lega-M5s.

Qui a Helsinki i delegati italiani immaginano scenari di un voto per le politiche a febbraio, modello Monti insomma: si dimise prima di Natale nel 2012, si tornò al voto a febbraio 2013. Il sogno dice di un centrodestra riunito, Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. Ma si dissolve di fronte alla complicazione che il ritorno al voto anticipato non è scontato. Naturalmente il presidente della Repubblica tenterebbe di formare un'altra maggioranza prima di riportare il paese alle urne, come è nelle sue prerogative. E la storia dice che il tentativo quasi mai va a vuoto perché di solito gli eletti non vogliono lasciare lo scranno conquistato. Quindi, da parte le politiche incerte. Restano le europee, certe: comunque una buona occasione per cercare di riportare Matteo a casa, ragionano qui a Helsinki.

Del resto, proprio Giorgia Meloni ieri è stata a Bruxelles a incontrare i vertici del gruppo dei Conservatori e riformatori europei (Ecr), tra cui Raffaele Fitto, vicepresidente del gruppo. E' questo il gancio per recuperare Salvini che solo una settimana fa ha lanciato l'idea di una candidatura della Meloni sindaco di Roma, se si dovesse tornare al voto per i guai giudiziari di Virginia Raggi.

L'Ecr è il terzo gruppo al Parlamento europeo, dopo Ppe e Socialisti. Composto da 73 deputati, in gran parte Conservatori britannici che al prossimo giro non ci saranno più causa Brexit. La Lega, ragionano i Popolari italiani, entrerebbe con buoni numeri e potrebbe fagocitare il resto, in buona sostanza.

Potrebbe farlo anche con i sovranisti, certo, dove però si contende lo scettro del gruppo con il Front National, al 21 per cento nei sondaggi, per la prima volta sopra Macron fermo al 19. Ma soprattutto, con i sovranisti del gruppo Enf Salvini non avrebbe chance di arrivare al 'governo' dell'Ue (ammesso che ci voglia davvero andare e che la sua non sia solo propaganda). Perché nonostante le aperture di Weber - che per natura tiene aperte tutte le porte alle alleanze future - è difficile per il Ppe digerire un'alleanza con i sovranisti: il partito si spaccherebbe. Fa già fatica a gestire Orban, contro il quale oggi il congresso ha votato una risoluzione, una sorta di avvertimento che chiede rispetto dei valori di libertà e democrazia fondativi dell'Ue. Invece con i Conservatori l'asse c'è già, malgrado anche l'Ecr annoveri tra le sue file partiti nazionalisti come i Democratici di Svezia, guidati da Jimmie Akesson che li ha portati al 17 per cento alle ultime politiche a Stoccolma. Tra l'altro Akesson non è estraneo a Salvini, che si è congratulato per il suo exploit elettorale.

Insomma, il ministro dell'Interno ha solo da scegliere. "La Lega si sa sedere a un tavolo per governare", ci dice qui a Helsinki Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia. Per dire: va recuperata dall'abbraccio sovranista. Anche perché "questa Europa ha le contromisure contro i 'pazzi capricciosi', non le ha contro chi ha il fisico per sparigliare dall'interno...". Matteo avvisato.

Se Salvini vuole arrivare al governo dell'Unione, l'offerta della parte italiana del Ppe è questa. Su quella non italiana, c'è da lavorare visto che in questi mesi Salvini si è fatto odiare quanto Le Pen in giro per l'Europa. Certo, il tutto regge se sono confermati i sondaggi che inchiodano i sovranisti al 15 per cento. Se la marea 'nera' travolge Strasburgo, la storia cambia. Ma se il Ppe resta primo partito, come suggeriscono le ultime rilevazioni, è chiaro che vuole continuare a dare le carte per le prossime cariche nell'Ue. Senza guardare al Pse, messo male nei sondaggi, bensì all'attuale schema Conservatori e riformisti, Liberali e Salvini liberato dai sovranisti.

Anche il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz, presidente di turno dell'Ue, stasera è più morbido nei toni con l'Italia: "Spero in una risoluzione positiva del confronto con la Commissione" sulla manovra economica. Si immagina un Salvini alleato nel prossimo Parlamento Europeo? A questa domanda Kurz non risponde, mentre lascia la sala conferenze alla fine della prima giornata di congresso. Su questa opzione, Angela Merkel magari non sarà al settimo cielo, ma lei è al tramonto e questo offre il panorama politico globale nell'era di Donald Trump.

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