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Politica

Maurizio Martina in campo per la leadership del Pd

Assemblea Pd, Martina: "Io candidato? Solo se utile al partito. Mai stata scelta personale"

Si candida o non si candida? È un addio o un rilancio? Maurizio Martina ha scelto di giocare la parte della sfinge nel sabato della fine della sua segreteria. E l'assemblea Pd è un enorme punto interrogativo in cui il la maggioranza la pensa così: "Si candiderà per disturbare la manovra di Renzi. Togliere voti a Marco Minniti e far sì che dovrà essere l'assemblea a scegliere il segretario". Quindi un assist indiretto a Nicola Zingaretti.

Da altri invece le parole del segretario uscente erano state interpretate come un passo indietro: "In bocca al lupo a tutti i candidati chiunque essi siano", aveva detto dal palco. Ma il suo staff, girando tra i delegati in questa grande sala di un hotel di Roma, si è affrettata a dire che la candidatura di Martina è invece più che sul tavolo. All'inizio della prossima settimana dovrebbe infatti confermare la sua disponibilità. Il progetto - si apprende - sarebbe giocato in chiave generazionale con la presenza di giovani e amministratori locali dei territori.

Una sfida aperta all'ex ministro dell'Interno la cui candidatura viene sottoscritta da cinquecento sindaci. L'idea di Martina dovrebbe raccogliere il sostegno anche di diverse personalità del Pd, al di là delle aree formatesi nello scorso congresso, ed evitare la polarizzazione sino a qui emersa con le candidature di Nicola Zingaretti e Marco Minniti.

Polarizzazione appunto. Un esponente Pd che di primarie ne ha vissute tante osserva: "Fino ad ora sono state sempre scontare o polarizzate. O si sapeva sin dall'inizio chi avrebbe vinto o la sfida era a due, Bersani e Renzi per esempio". Con Martina si apre una corsa a tre che potrebbe anche vanificare il congresso perché la parola passerebbe all'assemblea. In questo caso sarà un conteggio tra correnti. Le stesse correnti viste come fumo negli occhi e causa della sconfitta alla scorse elezioni da molti rappresentanti dei territori arrivati a Roma per dare il via al congresso. Congresso che tra i tanti nodi ancora non ha un'intesa sulla data.

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