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Politica

Stress test. Di Maio in Europa difende il reddito di cittadinanza, in Italia è sotto botta per il nero e gli abusi di Pomigliano

ASSOCIATED PRESS
ASSOCIATED PRESS 

Gli arrivano messaggi continui. Lui chiede aggiornamenti, a Bruxelles si sottopone alle domande dei giornalisti provando a sfoggiare un sorriso perché così gli è stato consigliato di fare. Ma il sorriso di Luigi Di Maio è tirato ed è chiaramente un effetto scenico. Chi lo conosce bene racconta che è molto provato, sta vivendo malissimo la vicenda del lavoro nero nell'azienda del padre, sia dal punto di vista pubblico sia da quello privato, nonostante si dica "tranquillo".

I sondaggi già vanno male, la Lega dilaga, e ora al capo politico tocca cercare di minimizzare il danno che questa vicenda produrrà sui numeri già poco entusiasmanti del Movimento. Il reddito di cittadinanza può essere un salvagente, la battaglia che riesce ad oscurare questa storia, che sarebbe di provincia se non fosse che riguarda un ministro del Lavoro - ovvero lui stesso - che dovrà inviare gli ispettori nell'azienda di famiglia, di cui lo stesso vicepremier è proprietario al 50% dal 2012. La leader della Cgil, Susanna Camusso, oggi è tornata a insistere proprio su questo punto che aprirebbe un conflitto di interessi non da poco.

Il film della giornata è su due set differenti. Di Maio si trova a Bruxelles per parlare di reddito di cittadinanza con le commissarie Thyssen e Margrethe Vestager. Con la testa però è a Pomigliano d'Arco dove vive la sua famiglia. Anzi, per l'esattezza è a Mariglianella. Perché nel frattempo, oltre alla storia del lavoro nero, ne è emersa una sugli abusi edilizi. In questo piccolo comune in provincia di Napoli per tre ore gli agenti della polizia municipale, due addetti dell'ufficio tecnico insieme a due rappresentanti della famiglia hanno fatto verifiche in un terreno di comproprietà di Antonio Di Maio, padre di Luigi, sequestrando tre aree. Il vicepremier sul momento prova a sminuire: "In questa campagna di mio padre sono stati posti sotto sequestro materiali come secchi, bidoni, credo una carriola, calcinacci e un telone". Mentre parla, sorride e quasi ride un po'. Fa parte del piano di comunicazione studiato.

Poco dopo però viene accertata la presenza anche di quattro piccoli manufatti realizzati senza permesso. "La testuggine grillina continua a stare con Di Maio", dicono i ben informati nel primo pomeriggio: "Ma qualche crepa inizia a intravedersi per paura di novità". E le novità infatti sono arrivate, compresa quella del lavoro nero dello stesso Di Maio in una pizzeria con tanto di testimonianze. Beppe Grillo a distanza - viene raccontato - che prova a incoraggiare il vicepremier: "Fregatevene - dice - sarà un boomerang".

E il capo politico prova a crederci e tenta di spostare l'attenzione sul reddito di cittadinanza, madre di tutte le battaglie per il Movimento. Si dice felice per i consensi ricevuti sul provvedimento sia a Berlino che con la Commissione Ue. Effettivamente la Commissione ha promosso la misura di sostegno alla povertà, anche se ha criticato il punto più dolente: dove vengono preso i soldi per finanziarla, implicitamente riferendosi al ricorso al deficit . Ma la giornata tende al nero anche su questo fronte, perché in Italia invece monta la polemica sulla storia delle tessere per il reddito già stampate prima che la legge venga approvata. "Nessun giallo", dice da Bruxelles. Ma sulle card 'fantasma' Luciano Nobili e Alessia Morani del Pd vanno fino al ministero del Lavoro per chiedere spiegazioni. Il titolare del dicastero prova a chiarire: "Già da due settimane ho dato ordine al mio staff di lavorare con Poste per avviare il sistema del reddito di cittadinanza, e questo include anche la stampa delle tessere".

Intanto arriva la "solidarietà" di Matteo Salvini che ha parlato di "linciaggio" nei confronti dell'amico e alleato di governo, ma è stesso vicepremier leghista, durante Porta a Porta, a "ridimensionare" il reddito di cittadinanza quando racconta che "stanno comunque mettendo dei paletti, non sono tanti quelli che avranno il totale dell'importo: se uno per esempio ha il macchinone, la casa ed altro non l'avranno". Piccole frecciatine dall'amico-alleato, certo, ma che colpiscono un Di Maio già ammaccato. E con la testa a Pomigliano.

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