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Politica

Il braccio destro di Zingaretti apre al disgelo fra Pd e M5S, pioggia di critiche. E il governatore lo smentisce

NurPhoto via Getty Images
NurPhoto via Getty Images 

"La primarie possono essere l'innesco di una mobilitazione per rimettere in pista la sinistra e il campo democratico". Lo dice Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio e coordinatore di 'Piazza Grande' di Nicola Zingaretti, al Manifesto. Ma sono le sue parole sui 5 Stelle che accendono la bagarre interna al Pd. "Nella condizione attuale penso che bisogna proporre un disgelo, verificare se ci sono, qua e là nei comuni, e poi a livello nazionale le condizioni di fare pezzi di strada insieme. Sarebbe anche un modo per rompere il blocco nazionalista e populista che ha preso in ostaggio il paese".

Parole inaccettabili per molti nel Pd. A partire dai renziani: "Io non sono stupito, tra detto e non detto, è sempre stata la posizione di Nicola" afferma Roberto Giachetti, secondo cui "oggi va dato atto al coordinatore di Piazza Grande, Smeriglio, di uscire dalla ambiguità e di contribuire ad un Congresso dove siano chiare le posizioni dei candidati e quindi sia possibile scegliere sulla base della linea politica e non della simpatia. Ed è per me -sottolinea all'Adnkronos- la conferma della distanza siderale da questa linea politica". Scrive Luciano Nobili su twitter: "L'intervista di Smeriglio libera dalle ambiguità la proposta politica di Zingaretti: giudicano Matteo Renzi pericoloso, vogliono cambiare la nostra cultura politica, vogliono allearsi con il M5S. È una chiarezza utile per il congresso. Sarebbe la fine del Pd. #senzadime". Anna Ascani auspica che Nicola Zingaretti "prenda le distanze da questa linea politica. Corteggiare in questo modo una frangia di quello che giustamente Smeriglio chiama 'blocco nazionalista' (e che tale è, appunto, un 'blocco') è gravissimo in questo momento storico".

Per Debora Serracchiani i 5 Stelle al Governo hanno dimostrato di essere "falsi e incompetenti, razzisti per convenienza e totalitari per vocazione. Se a qualcuno ancora non fosse chiaro, lo ripetiamo: i 5Stelle sono un movimento-azienda settario, antieuropeo, che ha regole interne che minano i valori costituzionali, che vincola i propri parlamentari al pagamento di penali, che approva un dl sicurezza caotico e disumano, che approva condoni edilizi, che predica trasparenza e onestà ma solo per gli altri, che vuole chiudere i giornali e minaccia i giornalisti. Sono la faccia sgangherata e hi-tech della Lega, con cui resteranno al Governo malgrado tutto".

"Caro Zingaretti se la tua posizione è questa lo devi chiarire" scrive su Twitter Carlo Calenda. "Se nel tuo programma c'è l'apertura al dialogo e in prospettiva una possibile alleanza con il M5S devi dirlo. Ambiguità su questo punto non sono accettabili. Almeno per me".

Nel campo di Maurizio Martina, parla Matteo Richetti: "L'intervista di Smeriglio fa chiarezza su un punto decisivo. Noi abbiamo esplicitato fin dall'inizio la necessità di riconquistare gli elettori che hanno abbandonato il Pd per ridare forza al nostro Partito. Invece con Zingaretti, come esplicitato da Smeriglio, l'obiettivo finale è quello di fare una alleanza con il M5S. Abbiamo detto e ripetiamo no ad operazioni politicistiche e a spurie sommatorie di sigle. Il Pd deve ritrovare forza e credibilità per riconquistare gli elettori delusi. Per questo sono in campo con Maurizio Martina".

Nicola Zingaretti è quindi costretto a intervenire per smentire la volontà di fare alleanze con M5S. "Ho detto fino alla noia che non ho alcuna intenzione di allearmi con il Movimento 5 Stelle. Ritornare in maniera isterica e ossessiva ogni volta su questo tema è segno della debolezza di chi non sa dire nulla di positivo su se stesso e ha come unica arma parlare male degli altri" afferma il governatore del Lazio.

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