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Politica

Maurizio Martina: "Il Pd rischia. Renzi? Faccia quello che crede, ma dentro il partito"

Agf
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"Qualsiasi divisione del nostro campo in questo momento sarebbe un errore. Dentro al Congresso del Partito democratico ognuno giochi il suo ruolo. Dobbiamo guardare avanti". Con queste parole Maurizio Martina, segretario uscente del Pd, risponde alle voci che ipotizzavano la volontà di Matteo Renzi di creare un soggetto politico. Nel suo intervento a Mezz'ora in Più ha ricordato che l'ex premier ha negato una eventuale ricandidatura alla segreteria dem e ha precisato: "Considererei un errore qualsiasi divisione del nostro campo di fronte a questa destra. Credo Renzi debba dare ancora il suo contributo a questa sfida. Come tutti: è troppo importante questa partita". Dopo aver guidato il Pd nell'ultimo periodo, Maurizio Martina è di nuovo in corsa per la segreteria. Sul futuro del partito ha detto: "A 11 anni dalla nascita bisogna ricostruire le ragioni di quell'incontro. Il Paese sta rischiando".

Sul periodo in cui il Pd era alla guida del Paese, e sugli sbagli compiuti, Martina spiega: "Non si costruisce una prospettiva né sulla nostalgia né sulla cesura, voglio prendere il buono di quello che è stato fatto Abbiamo commesso errori, ma io alcune scelte fatte le rivendico. Abbiamo aiutato l'Italia a uscire dalla crisi economica". L'errore più grave del Partito democratico quando era al governo, per Martina, è stato "non capire che, mentre il Paese risaliva la china, le diseguaglianze aumentavano".

Uno sguardo al futuro dell'esecutivo: "Se casca il governo, accordi con il M5s il mio Pd non ne fa - ha detto - - Certamente, se io fossi segretario non sarebbe il segretario il candidato premier. Gentiloni? È una personalità di primissimo livello". Quanto alla chiusura ai pentastellati argomenta: "Oggi immaginare un confronto con i vertici del Movimento 5 Stelle è impossibile per noi perché ha sostenuto provvedimenti indifendibili. Colgo la particolarità di alcune posizioni del presidente Fico, ma non ne colgo le conseguenze"

Un riferimento poi alla Francia, teatro in queste settimane delle proteste dei gilet gialli: "Non ho mai pensato a Macron come modello ma continua ad essere un interlocutore fondamentale per cambiare l'Europa in meglio. Sul cambiamento sociale va sfidato anche lui".

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