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Economia

Ncc in piazza a Roma, bruciato manichino di Di Maio. "Il Governo ci ascolti o blocchiamo il Paese"

Ncc contro il decreto, conducente minaccia di darsi fuoco: "Toninelli ci toglie il lavoro"

Diverse centinaia di lavoratori Ncc provenienti da tutta Italia protestano in un sit-in a piazza della Repubblica a Roma contro la normativa, approvata dal Consiglio dei ministri, che disciplina i noleggi con conducente. Un sit-in che degenera con l'indegna scena di un fantoccio che rappresenta il vice premier Luigi Di Maio con il cappio al collo e un cartello: "Di Maio schiavo dei tassisti".

In piazza molti manifestanti sventolano bandiere tricolore e intonano slogan contro il governo: "Se non ci ascolteranno bloccheremo il Paese", dicono. "La libertà assassinata dal governo del cambiamento" si legge sul manifesto funebre affisso su una vera bara, su cui è anche poggiato un tricolore, esposta durante la manifestazione. Ai piedi della bara ci sono anche una pagina gigante della Costituzione con l'articolo 1 e 4, per rivendicare il diritto al lavoro. Un manifestante romano di 50 anni, Stefano Belluzzi, ha lanciato della benzina in piazza e ha detto "è un gesto estremo per far capire che siamo decisi ad andare avanti. Se non arrivano risposte entro stasera dal governo mi do fuoco. Toninelli ha tolto la dignità alle persone che lavorano". Qualcuno tra gli Ncc ha anche gettato un tricolore nel fuoco, ma la bandiera è stata tolta dalle fiamme dopo pochi secondi da altri manifestanti e si è salvata.

"Tra cinque giorni saremo dei fuorilegge, il decreto imposto dal Governo è, dal nostro punto di vista, incostituzionale" afferma il presidente di Federnoleggio Confesercenti Luigi Pacilli, annunciando la prosecuzione dello stato di mobilitazione dell'associazione. "Oggi siamo nuovamente in piazza per chiedere norme di buon senso. Se entrano in vigore le nuove normative, in barba al principio della concorrenza, si favoriranno solo i tassisti e l'associazione autonoleggiatori Anar, gli unici con cui il governo si è confrontato. Vogliamo continuare a svolgere la nostra attività, salvare il lavoro di migliaia di aziende e dei propri dipendenti. "Auspichiamo - conclude Pacilli - che il presidente della Repubblica Mattarella accolga la nostra istanza e non firmi il decreto".

Una delegazione di tre autisti ha consegnato un documento al Quirinale. "Non siamo stati ricevuti da nessuno ma è stata protocollata la nostra istanza e ci hanno garantito che nel più breve tempo possibile ci faranno avere una risposta. Di fatto, un nulla di fatto. Quindi continueremo a protestare" ha detto Mauro Ferri, presidente di Anitrav, di ritorno dal Colle dove ha presentato un documento in cui si sottolineano "i punti di incostituzionalità del decreto del 22 dicembre scorso". Dal Colle chiariscono che tre rappresentanti degli Ncc hanno consegnato all'ufficio accettazione un documento. Non vi sono stati incontri con delegazioni né considerazioni di alcun genere da parte del Quirinale.

Secondo il decreto, che riguarda "disposizioni urgenti in materia di autoservizi pubblici non di linea", gli Ncc potranno operare in ambito provinciale senza dover più tornare in rimessa, ma solo a patto di avere già nel "foglio di servizio" più prenotazioni oltre alla prima. Resta inoltre bloccato il rilascio di nuove autorizzazioni in attesa del nuovo "archivio informatico pubblico nazionale" per la registrazione di tutte le licenze, anche dei taxi.

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