Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Economia

Crolla la produzione industriale: a novembre -2,6%. Timori di nuova recessione

Caiaimage/Rafal Rodzoch via Getty Images
Caiaimage/Rafal Rodzoch via Getty Images 

Crolla la produzione industriale a novembre 2018. Secondo i dati diffusi dall'Istat è scesa dell'1,6% rispetto a ottobre e del 2,6% rispetto a novembre 2017. Nella media del trimestre settembre-novembre 2018 il livello della produzione registra una flessione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti mentre nei primi undici mesi dell'anno scorso la produzione è cresciuta dell'1,2% rispetto all'anno precedente. Queste tendenze negative, commenta l'Istat, "potrebbero risultare amplificate da un effetto 'ponte' connesso con il posizionamento nel calendario della festività del primo novembre. La flessione congiunturale su base trimestrale risulta solo lievemente negativa, confermando un quadro di complessiva debolezza dei livelli di attività industriale nel corso del 2018".

L'indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale solo nel comparto dell'energia (+1,0%); variazioni negative registrano, invece, i beni intermedi (-2,4%), i beni strumentali (-1,7%) e i beni di consumo (-0,9%). Ancora peggio fa il settore auto la cui produzione sempre a novembre è diminuita del 19,4% rispetto al novembre 2017, il calo maggiore da ottobre 2012. Rispetto a ottobre 2018 il dato è in calo dell'8,6%. Nella media degli 11 mesi 2018, la produzione è diminuita del 5,1%.

Se per il Centro Studi Promotor la brusca frenata "rafforza i timori che il nostro Paese stia entrando ancora una volta in recessione" e per Confesercenti "tira aria di stagnazione", il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è meno pessimista e confida negli effetti espansivi della manovra approvata da poco. "Temevo un dato negativo. Già i dati per alcuni partner europei erano stati anticipati ed era difficile che per l'Italia non vi fosse dato di segno negativo. Ma è importante averli anticipati prima e compreso che sarebbe stata questa la ragionevole evoluzione del trend economico: per questo è stato ancora più importante intervenire con quella manovra economica nel segno della crescita e sviluppo sociale".

Sulla stessa linea il vice premier Matteo Salvini che evidenzia come la produzione industriale è "in calo in tutta Europa, non penso che il Decreto Dignità incida in Germania, in Gran Bretagna, a Parigi o in Olanda. E' un problema per l'economia a livello mondiale che passa anche dagli Usa e noi a differenza di altri mettiamo più soldi nelle tasche dei cittadini e delle imprese per combattere questo blocco a livello mondiale". Salvini chiarisce che "stiamo già lavorando per estendere la flat tax ai lavoratori dipendenti. L'industria italiana rallenta, l'economia andrà più piano ma noi faremo il contrario di quanto hanno fatto Monti e Renzi quando l'economia cresceva. Mentre l'economia rallenta noi i soldi li rimettiamo nelle tasche di tanti italiani".

Secondo l'ex premier Matteo Renzi invece, "il dramma è che questo governo sta facendo di tutto per non risolvere il problema degli italiani. Quando la produzione industriale crolla del 2,6%, questo è il problema che abbiamo davanti a noi, non tanto o non solo le divise di Salvini. Stiamo andando verso una situazione di vacche magre. Sta per piovere e il governo non prende l'ombrello".

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione