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Cronaca

Raffaele Piccirillo: "Con il Brasile c'è l'impegno a non applicare l'ergastolo per Battisti". Ma poi: "Ora non vale più"

AFP Contributor via Getty Images
AFP Contributor via Getty Images 

"In Brasile non c'è l'ergastolo, è vietato dalla Costituzione: per questo l'Italia si è impegnata per garantire che non sarà applicato a Battisti. Questo è frutto dell'accordo, della cosiddetta 'condizione accettata', concluso il 5 e 6 ottobre del 2017. Per cui a Battisti, una volta estradato, sarà applicata la pena massima di 30 anni". A spiegarlo è l'ex direttore degli Affari di Giustizia del ministero, Raffaele Piccirillo, che seguì direttamente il caso quando ministro era Andrea Orlando.

Che, poche ore dopo, si corregge: "L'espulsione diretta dalla Bolivia verso l'Italia di Cesare Battisti fa sì che l'accordo di estradizione con il Brasile che l'Italia accettò nell'ottobre del 2017 e che prevedeva un tetto sanzionatorio di 30 anni non valga più". Lo afferma Raffaele Piccirillo, che fino a giugno 2008 ha ricoperto l'incarico di capo del dipartimento Affari di Giustizia del ministero, e ha seguito da vicino il negoziato con il Brasile. "Noi accettammo quelle condizioni - spiega Piccirillo parlando con l'AGI - perchè anche il nostro sistema giudiziario prevede una serie di benefici per gli ergastolani.

A questo punto, però, - prosegue Piccirillo - Battisti ci viene restituito dalla Bolivia, attraverso un'espulsione di tipo amministrativo e nel momento in cui arriva in Italia quella condizione non opera più. E' come se Battisti fosse stato catturato in una via di Milano".

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