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Politica

Moavero Milanesi: "L'Ue deve cambiare. È colpa sua se i governi litigano sui migranti"

Pier Marco Tacca via Getty Images
Pier Marco Tacca via Getty Images 

Se il governo italiano litiga è colpa dell'Europa. È questo il senso delle parole di Enzo Moavero Milanesi che, in un'intervista al Corriere della Sera, punta il dito contro gli egoismi di alcuni stati Ue che non hanno consentito di sbloccare più velocemente lo stallo di Sea Watch e Sea Eye. La situazione poi si è risolta ma, spiega il ministro degli Esteri, l'Ue ha perso l'ennesima occasione di trovare un accordo per la gestione del fenomeno migratorio. Quello che suona come un attacco all'Europa di Moavero arriva il giorno dopo le parole de ministro Tria che, parlando della manovra, aveva detto: "Mi auguro che in futuro le regole possano essere cambiate. Non per fare finanza allegra, ma perché credo che il Fiscal compact sia sbagliato".

Sui dissidi che ci sono stati all'interno del governo nella gestione del caso delle navi delle Ong ferme nel Mediterraneo in attesa di un porto Moavero Milanesi dice al Corriere:

Trovo sbagliato enfatizzare sempre in chiave domestica, la dialettica interna deriva da gravi carenze europee. Non c'è una vera politica comune Ue per le migrazioni, i governi nazionali sono divisi e lasciano pressoché soli ad affrontare gli arrivi i Paesi più esposti geograficamente, tra cui il nostro.

Una soluzione andrebbe trovata, dunque, ma per Moavero le resistenze di alcuni Paesi sono evidenti. Ed è a causa del loro atteggiamento se non si riesce a dare una svolta alla discussione in tema di migranti:

La responsabilità è dunque "purtroppo, anzi, soprattutto, degli egoismi dei governi dei diversi Stati. Va ritrovata una solidarietà di fatti, non di parole ed è indispensabile agire di più alla sorgente delle migrazioni anziché alla foce. I tragitti drammatici nelle mani dei trafficanti vanno scongiurati". "La SeaWatch poteva essere l'occasione per governare davvero i flussi. Per chi fugge da guerre e regimi liberticidi servono corridoi umanitari, per i migranti economici seri investimenti nei Paesi d'origine".

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