Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Esteri

Gilet gialli, alla decima ancora compatti in tutta la Francia

Des
Des 

Un "decimo atto" fotocopia, sintomo di una protesta che si mantiene allo stesso livello, mentre il presidente Emmanuel Macron si prepara a lanciare la sua controffensiva per uscire dalla crisi.

Anche questo sabato, come ormai due mesi a questa parte, i gilet gialli sono scesi nelle strade per manifestare contro il presidente Emmanuel Macron. A Parigi l'appuntamento è fissato a fine mattinata sulla spianata degli Invalides, davanti alla tomba di Napoleone. Il programma prevede un'andata e ritorno per un tragitto di una quindicina di chilometri che attraversa l'intera capitale.

Per il movimento si tratta della prima giornata di protesta dopo che il presidente Emmanuel Macron ha lanciato il grande dibattito nazionale, un'iniziativa che prevede per i prossimi due mesi una serie di incontri su tutto il territorio per discutere in merito alle riforme previste dal governo. Un modo per calmare i gilet gialli, che però non sembrano essere disposti ad intavolare un dialogo con il governo.

"Tutte chiacchiere. I temi che verranno dibattuti nel corso degli incontri sono stati decisi in anticipo, e non c'è possibilità di parlare liberamente", afferma Pierre, disoccupato di 35 anni, che si dice "assolutamente contrario" al dibattito nazionale. Secondo lui, è necessario andare avanti con la protesta per ottenere "più giustizia sociale e un aumento del salari".

Ma all'interno del movimento c'è anche chi intende partecipare all'iniziativa lanciata da Macron. "Sono aperta alla concertazione ma al tempo stesso sono molto scettica sul risultato", spiega Valerie mentre continua a camminare tenendo la sua bicicletta. "Ho voglia di andare e prendere parte al dibattito" aggiunge questa fisioterapista di cinquant'anni, che alle ultime elezioni presidenziali dice di "aver votato scheda bianca".

Intanto, il corteo si snoda per le strade della capitale in un'atmosfera relativamente pacifica. Dopo aver fatto tappa a Montparnasse, i gilet gialli prendono la direzione di Boulevard Saint Germain, luogo simbolo del sessantotto parigino, passando nei pressi del quartiere latino e dell'università della Sorbona. I turisti nei bistrot guardano incuriositi tutte quelle persone vestite di giallo e chiedono divertiti ai camerieri di cosa si tratta. Tra i parigini, qualcuno sbuffa, ormai stanco di una protesta che dura da più di due mesi, mentre altri danno il loro sostegno al corteo. "Sono con voi!", dice un signore in bicicletta passando velocemente accanto a un gruppo di gilet gialli; più in là un uomo a bordo di un furgone suona il clacson salutando i manifestanti, che contraccambiano invitandolo ad unirsi alla protesta.

All'ormai classico "Macron dimissioni" si aggiungono altri cori come "Non siamo stanchi" e "Macron vattene". "Il popolo vuole la caduta del regime" recita uno striscione in testa al corteo, affiancato da cartelli con caricature del presidente.

Durante la manifestazione c'è chi parla del sostegno arrivato la scorsa settimana dal vicepremier Luigi Di Maio. "Per il momento vogliamo restare apolitici", dice Jacques, camionista di cinquant'anni, che però non esclude un "futuro accordo a livello europeo con movimenti di altri paesi". Ad Eric, invece, non è andata giù l'alleanza di governo stretta dal Movimento 5 Stelle con un partito di "estrema destra" come la Lega.

Ma a catalizzare l'attenzione dei gilet gialli oggi sono soprattutto le polemiche scoppiate in questi ultimi giorni riguardanti gli episodi di violenza che si sono verificati durante le mobilitazioni. In particolare, ad essere finiti sotto accusa sono i Lanceurs de balles de défense (Lbd), i fucili forniti in dotazione alle forze dell'ordine e caricati con pallottole di gomma semi-rigida, che nelle ultime mobilitazioni hanno provocato il ferimento di decine di manifestanti.

Fonti di polizia citate da Rtl hanno affermato che quattro persone hanno perso un occhio dopo aver ricevuto una pallottola sparata dagli Lbd, ma l'associazione "Désarmons-les" (Disarmiamoli, in italiano) ha annunciato nei giorni scorsi un centinaio di feriti gravi. Tra questi, ci sarebbero 14 persone diventate cieche ad un occhio.

Il Défenseur des droits (figura giuridica indipendente incaricata di difendere i diritti fondamentali), Jacques Toubon, ha chiesto al governo di sospendere l'utilizzo degli Lbd sottolineando la necessità di "prevenire" gli incidenti invece di "curarli".

"Siamo in collera, le violenze da parte delle forze dell'ordine in queste ultime settimane sono state talmente brutali che siamo pieni di rabbia", dichiara Christophe, venuto con la moglie dalla banlieue parigina. "La violenza nascosta che abbiamo subito ci ha fatto perdere ogni fiducia nei confronti del governo", dice questo fonico quarantenne, che alle ultime elezioni presidenziali ha votato proprio per Macron.

A fine giornata arrivano i dati definitivi sulla partecipazione.

Secondo quanto annunciato dal ministero dell'Interno, sono stati 84mila i manifestanti in tutta la Francia, di cui 7mila a Parigi. Un'adesione identica a quella settimana, che conferma il fprte tasso di adesione alla protesta.

E proprio quando la giornata sembrava essere finita con il ritorno del corteo agli Invalides, un gruppo di individui a volto coperto vestiti in nero ha cominciato a lanciare bottiglie e sassi contro le forze dell'ordine, che hanno risposto con lacrimogeni e cannoni ad acqua disperdendo la folla. Secondo Le Figaro, alcuni gilet gialli sarebbero rimasti feriti a causa delle pallottole di gomma sparate dagli agenti, mentre Le Parisien parla di una macchina incendiata e di un semaforo divelto. Disordini si sono verificati anche in altre città come Tolosa, Bordeaux, Marsiglia e Rennes, dove un poliziotto e un gendarme sono stati lievemente feriti.

La conferma della partecipazione registrata in quest'ultimo "atto" rappresenta una brutta notizia per Macron, che adesso punta tutto sul dibattito nazionale per risanare la crisi che si è aperta due mesi fa con l'inizio della protesta. Una scommessa che, almeno per il momento, continua a vedere presidente francese in difficoltà.

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione