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Politica

La Sea Watch ferma a un miglio da Siracusa. La mano tesa della Cei respinta da Salvini

Matarese/Ansa
Matarese/Ansa 

La costa di Siracusa è a un miglio, a guardare bene, oltre l'azzurro del mare, si distinguono le bandiere, i grappoli di palloncini, la scritta, rossa e nera in campo bianco "Stop the attack on refugees" sullo striscione dietro il quale si sono accalcati i manifestanti per chiedere lo sbarco della "Sea Watch 3". "Fateli scendere, fateli scendere", gridavano e chissà se a bordo l'urlo è arrivato, se non si è perso tra le onde.

La sera calata sul giorno di navigazione numero otto ha sorpreso alcuni dei 47 migranti a bordo col binocolo sugli occhi, a scrutare quella costa che al momento gli è impedito di toccare. Sulla nave la situazione si è fatta pesante. Non va meglio, a un miglio di distanza, sulla terraferma, con il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che ha ingaggiato un uno contro tutti senza precedenti. In poche ore accusa l'Olanda, respinge la mano tesa dei vescovi e rispolvera pure "i giudici di sinistra" di berlusconiana memoria.

Sulla nave, i quarantasette migranti, 34 adulti e 13 minori - otto non accompagnati - soccorsi al largo delle coste libiche otto giorni fa, sono in gran parte stipati in una stanza di venti metri quadrati. "Chiediamo lo sbarco immediato di tutti i naufraghi, lo sbarco parziale di una parte di essi costituirebbe un'azione traumatica per il resto delle persone", ha detto in un video diramato nel pomeriggio Giorgia Linardi, portavoce dell'organizzazione no profit in Italia, sottolineando che la nave, che appartiene alla Ong tedesca, ma batte bandiera olandese, "normalmente può trasportare 22 persone e ora ne ha 69" e che "il rifiuto allo sbarco rappresenta potenzialmente un reato".

VIDEO - Sea Watch, portavoce Linardi: "Sbarcateli tutti. Rifiuto del porto potenziale reato"

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Il riferimento è inequivocabilmente alla vicenda della nave Diciotti - per cui il Tribunale dei ministri ha chiesto un'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, accusato di sequestro aggravato di persona. Un riferimento a cui si collega anche il deputato di +Europa, Riccardo Magi. "Credo che, anche alla luce delle responsabilità rilevate per Salvini in quel frangente, anche in questo caso ci sarebbero i requisiti per l'intervento di una Procura - spiega ad HuffPost - Non ci sono motivi legali per tenere queste persone in una situazione del genere. È in atto un braccio di ferro politico che va al di sopra della legge, mi chiedo dove possa portare. A ogni modo, tutto quello che deve essere fatto, a partire dalla redistribuzione dei migranti, va fatto a terra, non in mezzo al mare. Quelle persone devono sbarcare", scandisce Magi, che ha chiesto di salire sull'imbarcazione, ma non ha potuto: non era stata espletata l'ispezione sanitaria". Dalla Procura di Siracusa fanno sapere però che al momento non ci sono elementi per alcun intervento della magistratura.

A chiedere di salire a bordo erano stati anche il deputato di LeU Nicola Fratoianni e l'ex ministra di Forza Italia Stefania Prestigiacomo, ma anche a loro è stato negato per lo stesso motivo. In serata, la Capitaneria di Porto ci ha accompagnati "a fare un giro intorno alla nave", spiega Fratoianni dicendosi "furibondo" e chiamando in causa il presidente della Camera, Roberto Fico, "perché si faccia garante del fatto che i parlamentari possano espletare le loro funzioni. Il nostro obiettivo era verificare le condizioni dei passeggeri e dell'equipaggio". "Di fatto è stato impedito a dei parlamentari italiani l'esercizio delle proprie prerogative sul territorio nazionale - gli fa eco Magi - Questo è gravissimo e va ben oltre le questioni legate al governo dell'immigrazione. Assistiamo a un rimpallo di responsabilità tra autorità marittima e prefettura. Insisteremo perché siano garantite prerogative costituzionali di chi rappresenta i cittadini italiani e tutelati i diritti fondamentali delle persone a bordo della nave".

Ma nei prossimi giorni sulla Sea Watch vorrebbe salire invece proprio Matteo Salvini. O comunque qualcuno del Viminale. Secondo fonti del Ministero, aveva iniziato a raccogliere gli elementi per valutare una denuncia per tutti i membri dell'equipaggio della Sea Watch 3 per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. "Stiamo valutando - dice oggi - se nelle prossime ore si possa salire a bordo per acquisire tutti gli elementi utili per indagare per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina persone che aiutano nei fatti gli scafisti".

Il ministro, dunque, non arretra. Non sbarca nessuno. Anzi, rilancia. "Se il governo olandese non è in grado di controllare le navi che portano la bandiera del suo Paese è un fatto molto grave: gliela ritiri subito!", dichiara, dopo aver rinnovato il rifiuto di accogliere gli immigrati a bordo della nave ferma al largo di Siracusa. Avanti a testa bassa, incurante anche della mobilitazione scattata su più fronti. Sindacati, cittadini e associazioni si sono organizzati in un sit-in al grido di "Fateli scendere", rilanciato in forma di hashtag via social, scritto col pennarello sui lenzuoli esposti ai balconi di Corso Umberto, la strada principale di Siracusa.

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La richiesta a dare un porto sicuro ai 47 migranti è arrivata anche dalle Agenzie Onu. In un comunicato congiunto Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), Alto Commissariato della Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e Unicef hanno definito "urgente" lo sbarco.

In campo, a supportare la richiesta di sbarco dei migranti della Sea Watch 3, specie di bambini e ragazzi - avanzata ieri anche dalla Procura di minori di Catania - sono scese anche la Cei e la Comunità Giovanni XXIII, che si erano detta pronta ad accogliere nelle sue comunità i minorenni bloccati sulla nave al largo di Siracusa. E da Napoli è arrivato il monito dell'Arcivescovo, Crescenzo Sepe. "Bisogna assolutamente aprire i porti a chi è in difficoltà e bloccato in mare - ha spiegato il cardinale - bisogna sensibilizzare tutti su questo tema e aprire il cuore e mettere strutture a disposizione. Con gli adulti ci sono tanti bambini sulle navi dei migranti alcuni anche da soli e che sono alla deriva non solo fisica ma anche psicologica".

Nel suo duello a tutto campo, Salvini ne ha avute anche per i vescovi, che in passato gli avevano levato le castagne dal fuoco nel delicatissimo caso Diciotti. "Ne abbiamo visti tanti di ospitati poi a spese degli italiani e di scomparsi in giro per l'Italia - ha replicato piccato il ministro - Non c'è un solo motivo al mondo per cui gli immigrati clandestini, tutti maschi, presenti su una nave olandese di una Ong tedesca debbano sbarcare in Italia. Ritengo di applicare le leggi, le regole e il buon senso".

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Parole che hanno l'effetto del sale sfregato sulle ferite di fronte all'orrore vissuto da tanti dei quarantasette costretti a bordo della "Sea Watch3". Come il ragazzo gambiano di 24 anni che ha una cicatrice dalla tempia al mento. "Gliel'hanno fatta in Libia - racconta Linardi - veniva legato e preso a coltellate. È stato torturato, quasi squartato mentre veniva filmato con le mani legate al soffitto". La Libia, l'inferno nel quale è passato anche uno dei minorenni a bordo della nave. Ha raccontato di essere stato usato come schiavo dalle milizie che lo costringevano a lavorare ininterrottamente per 12 ore al giorno e che uno degli amici è stato ucciso davanti ai suoi occhi". Solo alcune delle storie dei quarantasette, inconsapevolmente finiti al centro del nuovo uno contro tutti di Salvini. Costretti a bordo, al freddo, a scrutare l'orizzonte col binocolo. A un miglio dalla terraferma.

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