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Politica

Asse Pd-M5s per lo sgombero di Casapound. Ma per ora le "tartarughe" possono stare tranquille. Ancora scintille fra Raggi e Salvini

ANSA/ALESSANDRO DI MEO
ANSA/ALESSANDRO DI MEO 

CasaPound può dormire sonni tranquilli. Almeno per ora, lo stabile di via Napoleone III, quartiere Esquilino, a due passi dalla stazione Termini di Roma, occupato dalle "tartarughe" da oltre quindici anni, non sarà sgomberato. Nonostante la mozione approvata oggi in Campidoglio a maggioranza dall'assemblea capitolina con un'alleanza inedita tra Pd, opposizione, e Cinquestelle, maggioranza. Un fatto politico assai rilevante - dem e grillini fino a oggi erano stati nemici giurati - che aggiorna lo scontro, in atto da mesi, tra la sindaca Virginia Raggi e il ministro dell'interno, Matteo Salvini.

Il campo di battaglia tra i due esponenti di punta di partiti alleati al governo del Parse, è ancora una volta quello degli sgomberi, lo stesso sul quale, una settimana fa, si era consumato l'ultimo botta e risposta, a proposito della nuova occupazione dell'ex Penicillina. A inizio anno, dopo la sparatoria davanti a un asilo nido della Magliana, Raggi scriveva su Twitter, "Roma ha bisogno di più poliziotti come annunciato dal ministro Matteo Salvini" e il vicepremier, in una diretta Facebook, replicava "Faccia il suo, pensi alle buche". A dicembre poi in Campidoglio era stata approvata una mozione contro il decreto sicurezza, l'unico atto di governo che porta la firma del ministro dell'interno. E, ancora, come dimenticare la stilettata della sindaca, all'indomani dell'assoluzione nel processo Marra: "L'Opa di Salvini su Roma è fallita"? Alla base dello scontro c'è dunque la volontà da parte di Salvini e di dare con la Lega la scalata al Campidoglio e oggi la mozione per lo sgombero dello stabile occupato da CasaPound ha portato la contrapposizione Salvini Raggi a un livello più alto, estendendola a tutti i Cinquestelle del Lazio, con la deputata grillini Roberta Lombardi che via Twitter ha chiesto a Salvini: "Ti presenterai anche lì con la ruspa?". Anche per CasaPound il documento passato oggi in Campidoglio va letto in quest'ottica. "È una polpetta avvelenata di Raggi per Salvini", ha spiegato ad HuffPost il segretario nazionale dei "fascisti del terzo millennio", Simone Di Stefano.

Proposto dai dem, passato grazie ai i voti favorevoli dei Cinquestelle, il documento impegna "la sindaca Virginia Raggi ad intervenire presso il Ministero degli Interni, il prefetto e il questore affinché sia predisposto lo sgombero immediato dell'edificio illegalmente occupato dall'associazione CasaPound Italia". "Il palazzo non è di proprietà del Comune - ha aggiunto Di Stefano - ma del demanio, dello Stato". Quindi l'ultima parola spetta al ministro dell'interno. "Salvini può fare ciò che vuole - ha proseguito il leader di CasaPound - Noi siamo più alleati dal 2015 né siamo amici". Le priorità del ministro dell'interno, al quale spetta il via libera essendo per l'appunto l'edificio di proprietà dello Stato, restano altre.

Dal Viminale è arrivata una risposta secca. Salvini, che non nomina CasaPound, non esclude alcuna occupazione dal novero degli sgomberi, ma fissa dei paletti nei quali, pare di capire, non rientra il palazzo dei "fascisti del terzo millennio". "Come da programma concordato dalla Prefettura di Roma - ha dichiarato il ministro dell'interno - procederemo con l'operazione sicurezza e sgombero di tutte le occupazioni illegali, nessuna esclusa, a partire già dai prossimi giorni dalle situazioni più pericolose per l'instabilità delle strutture e da quelle per cui ci sono richieste di sequestro giudiziario in corso". Lo stabile occupato da CasaPound dal dicembre 2003 - sei piani, circa 60 vani - pure inserito nell'elenco degli immobili occupati abusivamente e da sgomberare, stilato nel 2016 dal commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca, ma non rientra in nessuna delle due categorie indicate come priorità da Salvini. Lo conferma ad HuffPost il segretario nazionale dei "fascisti del terzo millennio", Simone Di Stefano. "Il palazzo non è né pericolante né sottoposto a sequestro giudiziario. La situazione è nota alle forze dell'ordine, ai vigili urbani, al Comune, visto che coloro che vi abitano hanno la residenza ufficiale e pagano la tassa dell'immondizia". Quanto alla mozione, "siamo serenissimi", aggiunge e annuncia querela nei confronti del Pd. "Nella mozione scrivono che in quel palazzo c'è la sede di CasaPound e non è vero, come certificato anche dalla Guardia di Finanza - scandisce - Il Campidoglio non può fare nulla perché lo stabile è di proprietà del demanio. E c'è una delibera del sindaco Veltroni che impegna il Comune di Roma a liberare il palazzo solo dopo aver trovato 18 alloggi di edilizia residenziale pubblica per le famiglie che ci vivono". In tutto una sessantina di persone, tra cui anche bambini e disabili. "Storie non dissimili da quelle di chi vive negli altri palazzi occupati di Roma, solo che Raggi si ricorda solo di CasaPound, come hanno fatto tanti sindaci prima di lei, quando non riuscivano a rendere conto ai cittadini delle proprie mancanze", aggiunge il segretario nazionale.

Da anni, a intermittenza, torna d'attualità lo sgombero del palazzo, il 23 ottobre scorso finito anche nel mirino della Corte dei Conti e di un blitz delle Fiamme gialle - con l'obiettivo di determinare i danni causati al pubblico erario dall'occupazione - mandato a monte dalle minacce dei "fascisti del terzo millennio". Oggi anche il Campidoglio Cinquestelle ha ufficializzato la sua posizione. Con un atto che suona come una ulteriore dichiarazione di guerra da parte dei Cinquestelle a Salvini e alla sua Lega. E per firmarla i grillini hanno votato con il Pd.

Persone vicine alla sindaca, ribadendo che lo stabile dell'Esquilino non è di proprietà del Campidoglio, ricordano ad HuffPost che la Raggi "è da sempre contro l'occupazione illegale di CasaPound", come ha scritto anche in un tweet del 23 ottobre scorso, e che a settembre in una riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica aveva sottolineato la necessità di intervenire per liberare il palazzone di via Napoleone III. Il consigliere grillino Francesco Ardu ha dichiarato di votare a favore, ma "non perché ci mettiamo in mezzo a diatriba tra rossi e neri che non ci ha mai toccati e non ci interessa", parlando poi di alcune "inesattezze" nel testo della mozione, per cui "difficilmente potrà essere attuabile questo indirizzo politico". Per la gioia di CasaPound.

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