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Politica

"Gilet gialli post-ideologici come noi". Intervista a Fabio Massimo Castaldo, nella delegazione M5S in Francia

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Fabio Massimo Castaldo, eurodeputato del M5s e vicepresidente del Parlamento europeo, era nella delegazione pentastellata che oggi ha accompagnato Luigi Di Maio e Alessandro di Battista all'incontro con il portavoce dell'ala più politica dei gilet gialli: Christophe Chalençon, 53 anni, fabbro della Vaucluse, dipartimento della Provenza, uno che a valle di tre mesi di proteste di piazza in Francia ha deciso di lanciare l'avventura elettorale per le europee con la lista 'Ric', Ralliement d'Initiative Citoyenne, capitanata da Ingrid Levavasseur. L'incontro è avvenuto all'Hotel de France di Montargis, comune a sud di Parigi, ed è una tappa della ricerca pentastellata di partner per formare un nuovo gruppo al Parlamento europeo dopo il voto di maggio: servono rappresentanze di 7 paesi. Un incontro dopo il quale Chalencon dice chiaramente a Le Parisien che non è in vista un'alleanza per le Europee, mentre Luigi Di Maio su Facebook esprime il suo entusiasmo per il colloquio.

Come è andata? Si può dire che c'è un accordo per stare nello stesso gruppo all'Europarlamento dopo il voto del 26 maggio? Almeno con questa parte dei gilet gialli, visto che gli altri portavoce, Maxime Nicolle e Eric Drouet, non vi hanno voluto incontrare.

È stato un incontro conoscitivo e posso dire che è stato molto interessante. Abbiamo spiegato loro le battaglie storiche del MoVimento 5 stelle, il nostro percorso di questi anni e abbiamo convenuto su quanto importante sia, per la difesa dei cittadini, fare rete a livello europeo per difendere la democrazia partecipativa e alcuni obiettivi prioritari che sono comuni a entrambi. Non c'è altro modo per evitare che prevalgano nella legislazione, tanto nazionale quanto europea, le posizioni espresse dalle grandi lobby, dalla finanza speculativa e dalle grandi multinazionali: tutti portatori di interesse che hanno ben altri mezzi rispetto ai cittadini normali, quali noi siamo. I gilet gialli sono la dimostrazione che un'Europa ricostruita dal basso può essere più vicina.

Avete incontrato invece Christophe Chalençon, leader di una parte dei gilet gialli, accusato di islamofobia per alcune sue uscite sui social, uno che parla di "guerra civile inevitabile". Insomma non andate per il sottile...

Verificheremo con attenzione la questione, stiamo parlando comunque di un attivista senz'altro conosciuto ma che, da quanto ci è stato detto, non sarà candidato nella lista che presenteranno alle europee. In ogni caso le assicuro che su certi temi - difesa dei diritti civili e delle minoranze, anche religiose - non cambieremo mai e poi mai la nostra posizione. La nostra storia e le nostre battaglie di questi anni parlano per noi.

Nell'interlocuzione con i potenziali partner del nuovo gruppo al Parlamento europeo, il M5s parte dal suo manifesto: se gli altri condividono, si va avanti. Ma non chiedete un'adesione totale su tutto: sulle materie non condivise, ci sarà libertà di voto in Parlamento, un po' come funziona oggi nell'attuale gruppo Efdd. E' così? E ci sono punti non condivisi con gilet gialli?

In realtà pressoché in tutti gruppi politici le varie delegazioni nazionali esprimono dei voti liberi su temi in cui le sensibilità nazionali sono diverse. Ad ogni modo i gilet gialli sono un movimento post-ideologico, proprio come noi, ed è del tutto naturale che su certi punti ci siano delle differenze. È una cosa fisiologica e del tutto normale in Europa. Le faccio un esempio: sulle sanzioni all'Ungheria il PPE si è spaccato e la stragrande maggioranza dei loro parlamentari europei hanno votato contro il loro stesso alleato Orban. Eppure nessuno chiede veramente conto al PPE di questa incoerenza. Ma oggi a Parigi abbiamo parlato di temi concreti e mi ha molto colpito il linguaggio spontaneo e diretto dei gilet gialli. Su ambiente, rafforzamento della democrazia diretta, lotta alla povertà e superamento dell'austerità c'è grande sintonia e su questi temi è senz'altro possibile convergere, partendo anche dalla base del nostro manifesto per le europee.

Chalençon parla di un nuovo incontro a Roma la prossima settimana: sarà un'iniziativa pubblica?

Non possiamo svelare ora tutte le carte. Ma posso confermare che stiamo lavorando alacremente per costruire l'Europa del futuro.

Finora quindi avete messo insieme le rappresentanze di forze emergenti di quattro paesi per la formazione del nuovo gruppo: qualche settimana fa a Bruxelles Di Maio ha incontrato i polacchi di Kukiz'15, i croati di Zivi zig e i finlandesi di Liike Ny; oggi una parte dei gilet gialli. Più il M5s, sono 5 paesi. Ve ne mancano due per fare il gruppo. Idee sugli altri interlocutori?

Il Movimento 5 Stelle sarà leader e guida di una nuova famiglia politica, lontana dai vecchi schemi e post-ideologica. Quello che sta succedendo in Francia è emblematico. Da una parte ci sono partiti sovranisti di destra, dall'altra le forze di establishment che hanno governato, anzi malgovernato l'Europa negli ultimi decenni. Entrambi non assorbono il forte desiderio di cambiamento presente nella società che si sta diffondendo molto rapidamente dappertutto in Europa. Siamo molto orgogliosi di aver trovato importanti convergenze con i polacchi di Kukiz'15, i croati di Živi zid e i finlandesi di Liike Nyt. Con loro e tanti altri interlocutori torneremo a far essere l'Europa un continente di opportunità per giovani, imprese e famiglie.

I liberali che la scorsa settimana vi hanno aiutato a bocciare l'emendamento del socialista Leinen - che prevedeva un voto dell'aula sulla formazione di nuovi gruppi - sono dei possibili interlocutori per voi? Li incontrerete? E se sì, di quale nazionalità?

(sorride) E meno male che dicevano che il Movimento 5 Stelle è isolato in Europa. Guardi, la vittoria su PPE, Socialisti e Liberali di ALDE, che volevano arrogarsi il potere di sciogliere i gruppi scomodi al Parlamento europeo con la sola forza della maggioranza, è emblematica di quello che sta succedendo a Bruxelles. Si sono ridotti a mezzucci di questo tipo perché percepiscono che il vento è cambiato e su molti temi già oggi sono costretti a inseguirci. Non a caso quando abbiamo acceso un faro su questo scandalo in diversi si sono defilati. Noi comunque continueremo a dialogare come abbiamo sempre fatto, con la consapevolezza che, in futuro, dovranno negoziare con noi ogni singolo dossier. Saremo l'ago della bilancia.

Ultima: questo nuovo gruppo si pone l'obiettivo di tessere alleanze per formare una maggioranza al Parlamento europeo e dunque sedersi al tavolo dei leader per le scelte sulle cariche, dal presidente del Parlamento fino al Commissario che spetta all'Italia? Significa evidentemente sedersi al tavolo con Ppe e Pse o almeno uno dei due...

Come sempre ribadiamo che non ci interessano le poltrone: la nostra priorità è, come sempre, portare a casa risultati concreti per i cittadini. Finora il "ce lo ha chiede l'Europa" è stato sinonimo di manovre lacrime e sangue, tasse e riforma Fornero: con noi "ce lo ha chiede l'Europa" sarà più lavoro e diritti per i cittadini, difesa dell'ambiente e più fondi europei per le nostre imprese. Vogliamo migliorare la qualità della vita dei cittadini italiani ed europei, ma soprattutto un'Italia più forte in Europa e cittadini più coinvolti nei processi decisionali. Ma le sembra normale che il potere di iniziativa legislativa in Europa sia oggi in mano esclusivamente alla Commissione e ai suoi burocrati? E che noi rappresentanti dei cittadini possiamo solo emendare le proposte altrui? C'è tanto lavoro da fare e l'incontro di oggi a Parigi dimostra che siamo pronti per compierlo. E saremo in tanti.

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