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Cultura

Sodoma in Vaticano

NurPhoto via Getty Images
NurPhoto via Getty Images 

Prima di scrivere "Sodoma", il suo ultimo libro, grandemente anticipato in tutto il mondo (sulla stragrande maggioranza di preti, vescovi e cardinali gay che guiderebbe la Chiesa cattolica) e che sta facendo tremare il Vaticano) Frederic Martel ha scritto quasi dieci anni fa un'altra inchiesta Titolo:"Mainstream". Sottotitolo : "Come si costruisce un successo planetario e si vince la guerra mondiale dei media".

Cultura "mainstream " spiegò allora, vuol dire "cultura per il grande pubblico, dominante, popolare". E come sottolineò Martel "può avere una connotazione positiva, nel senso di cultura per tutti, ma anche negativa, nel senso di cultura egemonica".

"Mainstream" era un libro di geopolitica della cultura, e sul "soft power" che domina il mondo. Altrettanto necessario dell'"hard power", cioè della forza militare ed economica.Tanto è vero che l'inchiesta si apriva con gli incontri avuti da Martel ad Harvard con due studiosi di opposte tendenze, ma accomunati dal fatto che "i valori e le idee" sono il vero motore della Storia: Samuel Huntington, lo studioso autore del controverso "Lo scontro delle civiltà" e con Joseph Nye, all'epoca presidente della Kennedy School di scienze politiche e diplomazia, ideatore del concetto stesso di "soft power".

Che il mondo si governi anche grazie alle idee, del resto, è una evidenza dai tempi del filosofo greco Platone che affermò che " i creatori di favole governano il mondo". Lo scrisse nella sua opera principale, "La Repubblica", che era in parte una guida per l'educazione del leader politico, del suo Stato ideale.

Oggi non parliamo più di " favole", ma di "narrativa", di "story telling". Di "battaglia" sui "contenuti" che influenzano l'agire dei decisori politici e dei cittadini in un mondo globalizzato.

Ecco, circa 10 anni fa, lo stesso Martell ci ha fornito una chiave di lettura per valutare appieno anche il suo nuovo libro sulla soffocante gabbia in cui (Non è un "armadio" (closet) che contiene scheletri, ma una "gabbia" (cage) ha dichiarato ieri un prete gay al "New York Times") sarebbe rinchiuso il vertice della Chiesa cattolica.

Con tutto il potenziale di "ricatti", di pressioni, di veleni, di "codici non scritti". L'uscita sarà in contemporanea nei cinque continenti, 20 edizioni, in 8 lingue, giovedì 21 febbraio, proprio mentre il Papa ha indetto a Roma un vertice mondiale per contrastare la pedofilia clericale. L'inchiesta fornisce abbondante materiale per sostenere la tesi dell'ex nunzio Carlo Maria Viganò sul fatto che gli abusi sessuali ecclesiastici sono dovuti proprio alla gabbia gay (non semplice lobby, visto che secondo Martel sarebbe assolutamente maggioritaria).

Ci sono stati altri pamphlet su questa lunghezza d'onda (già nel 1999, "Via con il Vento in Vaticano", poi più recenti "Lussuria" e "Peccato originale"). Ma la differenza è che "Sodoma" sarà un libro "mainstream" per tutto il mondo.

Con uno scopo dichiarato dall'autore attivista dei diritti gay e Lgbt: "Il Vaticano è l'ultima roccaforte gay da liberare dopo i moti di Stonewall negli Stati Uniti", esattamente a cinquant'anni dagli scontri violenti di New York, di fine giugno 1969. Visto che la Chiesa, secondo Martel, è diventata una società "sociologicamente omosessuale", o meglio il Vaticano, dopo una selezione della classe dirigente (vescovi e cardinali) per cui l'omosessualità diventa la regola e l'eterosessualità l'eccezione.

Non si tratterebbe a suo giudizio di lobby gay, ma dell'unico Stato-gay al mondo. E' questo che emergerebbe anche nel Rapporto dei tre cardinali chiesto da Benedetto XVI, dopo il caso del maggiordomo Gabriele (Vatileaks I ) e consegnato nelle mani del suo successore.

"Sodoma" è un libro disturbante, che dice e non dice, fa intuire quello che non può dimostrare, allude, fa scorrere il "veleno gaio" di cui scriveva Rimbaud, o "il terrorismo delle chiacchiere" di cui ha parlato Papa Francesco. Contiene alcuni "ritratti" difficilmente dimenticabili di oppositori di Francesco, come quello del cardinale Burke o del cardinale Mueller, ma taglia dalla storia alcuni casi clamorosi di laici gay in posizione di grande influenza.

Il libro ha l'ambizione di rifare la storia di almeno tre Pontificati e di alcuni snodi della storia del Novecento, letti attraverso il prisma dell'omosessualità delle alte gerarchie. L'autore insomma vuole fornire una chiave di lettura nuova della storia recente della Chiesa a cominciare degli scandali dello IOR, la cosiddetta banca vaticana ai tempi di Marcinkus, che egli afferma, sorprendentemente per un lettore italiano, essere stato omosessuale, (non è questo tratto infatti che si ricava a leggere gli atti giudiziari relativi alla Banda della Magliana e che è stato scritto svariate volte sulle cronache dei quotidiani) agli scandali Vatileaks I e II alle dimissioni di Benedetto.

Per Giovanni Paolo II, il sostegno finanziario dell'ex cardinale, spretato sabato scorso, Theodere McCarrick al sindacato polacco Solidarnosc, e i rapporti con il regime del generale Pinochet, attraverso il nunzio e poi segretario di Stato Angelo Sodano, "a volte paragonato al "cardinale Mazzarino", il prelato italiano del XVII secolo che ha servito sia il papa sia i re di Francia," e il cui numero di nemici e di relazioni segrete, sarebbe leggendario.

"Il nome di Stanisław Dziwisz (segretario personale di Wojtyla - scrive Martel - ricorre in decine di libri e articoli su casi di abusi sessuali, non perché egli stesso sia accusato di tali atti, ma perché, sospettato di aver coperto, dal Vaticano, sacerdoti corrotti. I suoi legami con il messicano pedofilo seriale , fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel, il cileno Fernando Karadima, il colombiano Alfonso Lopez Trujillo e gli americani Bernard La e Theodore McCarrick sono accertati". Continua : "Il suo nome compare anche in diversi scandali a sfondo sessuale in Polonia, in particolare nel famoso caso di Juliusz Paetz: Inoltre, Dziwisz conosceva personalmente il sacerdote Jozef Wesołowski, ordinato a Cracovia: nominato nunzio nella Repubblica dominicana, questo arcivescovo . stato al centro di un vasto scandalo di abusi omosessuali prima di essere arrestato a Roma dalla polizia vaticana su richiesta di papa Francesco".

Il cardinale Sodano, che in Cile era arrivato come ambasciatore di Paolo VI nel marzo 1978 (e vi rimase dieci anni), e che presso la parrocchia del prete pedofilo Karadima, sanzionato già nel 2011 da Benedetto XVI e spretato quest'estate da Francesco, aveva a sua disposizione "la stanza del Nunzio" - scrive Martel - è " il "cattivo" del pontificato di Giovanni Paolo II – e il "cattivo" di questo libro".

A 91 anni, Sodano è il Decano del Collegio cardinalizio, e giocherebbe un ruolo importante in caso di un prossimo Conclave.

Cui si aggiungono le "rivelazioni", però appena accennate, su cosa Benedetto XVI apprese a Cuba nella primavera del 2012, che lo avrebbero indotto alla sua rinuncia.

Oltre 500 pagine, una schiera di consulenti legali in tutto il mondo tanto è rischio di querele.

Secondo "Sodoma" il groviglio omosessuale, cresciuto a dismisura, e diventato addirittura "incontrollabile" sotto Benedetto XVI cui è dedicato un capitolo dal titolo "Passivo e bianco", il soprannome affibiatogli dai gay attivi in Vaticano per attaccarlo per la sua omofobia, nonostante la sua vicinanza (che si allude "particolare") a monsignor Georg Ganswein.

L'altro "cattivo" (dopo Sodano) di questo libro è "il vice Papa" di Ratzinger, il cardinale Tarcisio Bertone, descritto come "un Hoover" (il mitico capo Fbi), ma "fallito" (per il suo tentativo di mettere sotto controllo tutto il Vaticano, dopo il caso Vatileaks I) e sul quale vengono riportati giudizi al veleno del cardinale Farina, uno dei grandi "informatori" di Martel.

Anche il metodo utilizzato dal giornalista francese per scrivere il libro è singolare. Tra i millecinquecento intervistati ci sono infatti 40 di cardinali (un terzo del Collegio di un futuro Conclave) che si sono prestati a parlare con l'Autore, dichiaratamente gay e che però in un'intervista pubblicata il 15 febbraio ha dichiarato di non averli avvisati dello scopo del libro.

Avrebbe agito un po' come "agente sotto copertura", "agente provocatore" e sarebbe riuscito nel suo intento, perché "gay " e "straniero", cioè non italiano . Sarebbe stato impossibile - ha affermato- per un giornalista eterosessuale e addirittura più arduo per una donna ("Non hanno i codici"). Inoltre Martel afferma anche nel libro che avrebbe soggiornato per settimane dentro le Mura vaticane, grazie a un monsignore amico di Papa Francesco che " è stato l'oggetto del famoso commento di Francesco sui preti gay: "Chi sono io per giudicare (luglio 2013), cioè monsignor Ricca.

Papa Francesco - scrive Martel - non ha le tendenze di alcuni suoi predecessori, e per questo è un papa gay friendly, mentre è attaccato da cardinali omofobi, ma in realtà omofili, "sono i rigidi dalla doppia vita di cui parla Francesco".

"Il carnevale è finito," avrebbe detto il Pontefice al suo maestro di cerimonie, proprio nel momento della sua elezione.

Ora, però che le porte di Sodoma sono state aperte, chissà cosa altro accadrà.

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