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Esteri

Francia in piazza contro l'ondata di antisemitismo. Dito puntato sui gilet gialli

ASSOCIATED PRESS
ASSOCIATED PRESS 

Una piazza gremita, in un clima quasi surreale, scandito solamente dal leggero brusio di migliaia di persone scese in strada per manifestare pacificamente contro una piaga che in questi ultimi giorni è tornata a colpire la Francia. Parigi risponde così ai recenti atti di antisemitismo che si sono verificati in tutto il paese, stringendosi in quella Place de la République diventata ormai il simbolo dell'unione repubblicana francese.

La profanazione di circa novanta tombe nel cimitero ebraico di Quatzenheim, in Alsazia, avvenuta questa notte è solamente l'ultimo una lunga serie di episodi che in questi giorni ha scosso la Francia. La scorsa settimana, in occasione del "quattordicesimo atto" dei gilet gialli, il filosofo ebreo Alain Finkelkraut è stato coperto di insulti antisemiti da un gruppo di manifestanti, sollevando un'ondata di indignazione in tutto il Paese. A confermare i timori ci hanno poi pensato i dati diffusi dal ministero dell'Interno, che ha annunciato un aumento del 74 per cento di atti antisemiti nel 2018. Un fenomeno in crescita, che preoccupa le istituzioni e la società civile.

L'iniziativa di oggi è stata lanciata alcuni giorni fa dal Partito socialista e si è allargata in poco tempo a tutto il mondo della politica e a buona parte della società civile. Oltre al primo ministro Edouard Philippe, in piazza c'erano rappresentanti politici di diversi partiti, deputati, ministri e altri membri del governo. Al termine dell'evento il Partito socialista ha annunciato in tutto 20mila partecipanti.

Il colpo d'occhio sulla piazza diffuso dalle televisioni francesi è impressionante: al traffico caotico che solitamente intasa la circolazione nei dintorni della piazza si è sostituita una silenziosa marea umana. Qualcuno è venuto munito di cartelli con l'hashtag #adessobasta, mentre sono arrivati con parenti e amici senza bandiere o colori politici. Altri raduni si tengono in contemporanea in diverse città dell'Esagono come Lione, Tolosa o Lille.

"C'ero il giorno dell'attentato a Charlie Hebdo, oggi sono ritornato per dire no a questo flagello", dice un signore a un suo amico incontrato per caso sul posto. All'arrivo di un gruppo di rappresentanti della comunità musulmana, comincia un lungo e composto applauso durato diversi minuti. Tra la folla si intravede anche qualche gilet giallo. "Quello di Finkelkraut è un episodio isolato che è stato strumentalizzato per screditarci", dice Paul mentre tira fuori dal suo zaino la casacca simbolo della protesta. "Francamente pensavo di trovare un clima più ostile nei nostri confronti", aggiunge poi indossando il suo gilet.

Ma tra i presenti c'è anche chi si mostra meno tenero verso il movimento. "I gilet gialli non posso certo essere considerati antisemiti, ma hanno una parte di responsabilità per quanto è accaduto sabato", spiega Jean mentre tiene un grande cartello dell'unione degli studenti ebrei di Francia. "Sono venuto come cittadino francese e cattolico, cosciente del fatto che oggi in Francia c'è un clima deleterio che fa riemergere vecchi odi che si concentrano sugli ebrei", ha poi aggiunto questo signore in pensione.

"In quanto ebreo sono venti anni che vedo aumentare in Francia il sentimento antisemita, da quando è scoppiata la seconda Intifada", afferma Raphael, parigino 31enne. Lui, che racconta di aver vissuto sulla sua pelle delle situazioni "poco piacevoli", pensa che sia necessario agire "sui giovani a scuola insegnandogli i valori repubblicani e la laicità".

Intanto, la piazza si è ormai riempita e tutti aspettano gli interventi dei vari rappresentanti della società civile che si alterneranno sul palco.

Ma il grande assente della serata è il presidente Emmanuel Macron, che ha deciso di non partecipare all'evento nonostante l'invito del Partito socialista. L'inquilino dell'Eliseo nel pomeriggio si è recato nel cimitero di Quatzenheim, per visitare le tombe profanate. "Prenderemo provvedimenti, faremo leggi, puniremo", ha detto Macron, promettendo di dare "una risposta" contro chi ha compiuto un simile atto. Il presidente francese ha poi fatto visita al memoriale della Shoah a Parigi insieme al presidente del Senato, Gérard Larcher, e quello dell'Assemblea nazionale, Richard Ferrand. "La Repubblica deve fare blocco", ha detto il capo di Stato dopo aver deposto una corona di fiori

Ed è proprio in merito alle misure da adottare per arginare il fenomeno che in queste ultime ore si è concentrato il dibattito politico. Un gruppo composto da una trentina di deputati appartenenti al "gruppo di studio" dell'Assemblea nazionale si è riunito oggi per discutere in merito ai provvedimenti giudiziari da prendere a tal proposito. Tra questi, c'è chi come il parlamentare della République en marche, Sylvain Maillard, ha proposto il riconoscimento dell'antisionismo come reato, che si andrebbe ad aggiungere a quello già esistente all'antisemitismo. Una proposta bocciata dallo stesso presidente Macron, secondo il quale il progetto non è una "buona soluzione".

La Francia resta così in attesa del discorso che Macron pronuncerà il 20 febbraio in occasione della cena del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif)), durante il quale potrebbero essere annunciate nuove misure.

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