Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Esteri

Espiazione pubblica

Agf
Agf 

Inizia con uno choc quella che, forse impropriamente, ma con un'immagine che aiuta a comprendere, si può definire la Norimberga della Chiesa sulla pedofilia.

Come Norimberga segnò un tornante della Storia per cui le nazioni uscite dalla guerra pronunciarono ad alta voce il loro "Mai più", allo stesso modo, la Chiesa cattolica nel summit mondiale che è cominciato oggi per volontà di Papa Francesco, è arrivata a dover superare una curva a gomito. E deve affrontare con decisione la salita se non vuole precipitare. Anche la Chiesa, nel suo insieme, o meglio, nei suoi vertici chiamati a Roma tutti insieme, è chiamata a dire il suo "Mai più".

Perché se è vero che ormai da decenni ci sono linee guida in tutto il mondo per affrontare gli abusi clericali, è pur vero che non passa giorno, negli ultimi anni, che non siano svelate storie di coperture di preti e vescovi pedofili.

Per questo non è casuale che l'incontro di oggi sia iniziato con un vero e proprio choc. Quello delle testimonianze di alcuni abusati, proiettate in video in Vaticano davanti a oltre duecento vescovi e cardinali e al Papa.

Bisognava vederla la faccia di quella che era una ragazzina violata da un prete per tredici anni, rimasta incinta tre volte e obbligata a tre aborti. O del prete che da ragazzo ha dovuto tenere una tragica contabilità arrivando a subire fino a cento stupri. E pure è rimasto cattolico. Storie di abusi da tutti i continenti. Migliaia e migliaia di casi.

Il summit ha una chiara intonazione " penitenziale" ed è iniziato con la preghiera che il Papa ha pronunciato a testa china, dopo che ieri aveva baciato la mano ad un'abusata polacca, proprio lo stesso giorno che in Polonia veniva tirata giù la statua di un famoso predicatore, un prete, adesso coperto di infamia.

Francesco ha chiesto a tutti di "essere in ascolto del grido dei piccoli che chiedono giustizia".

"Il santo Popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre: ci vuole concretezza", ha detto il Papa nel breve discorso che ha aperto stamane il vertice. A tutti è stato fornito un "sussidio" di 21 punti , "una road map molto concreta" che il Papa ha selezionato dalle proposte di "diverse commissioni e conferenze episcopali". Vanno dalla necessità di "informare le autorità civili" allo screening psicologico per i seminaristi, dai "protocolli" per le accuse ai vescovi negligenti, all'obbligo di abbandonare il ministero almeno quello pubblico per i preti colpevoli, dalla formazione permanente dei sacerdoti ad un organismo indipendente per le vittime.Ma si tratta solo un punto di partenza.

All'arcivescovo di Malta, Charles Scicluna, membro del Comitato organizzatore del summit, durante il briefing in Vaticano per fare il punto sulla prima giornata, è stato chiesto se l'assenza del termine 'omosessuale' nelle relazioni tenute da due vescovi fosse involontario o frutto di un atto deliberato. "Abbiamo casi singoli, non ci sono categorie di persone", ha risposto riferendosi così anche alla polemica organizzata dalla destra cattolica americana e all'intervento di due cardinali Burke e Brandmuller.

Sul National Catholic Register Jason Berry, che è stato il primo in assoluto a denunciare gli abusi (già nel 1985) ha lanciato un appello a Francesco perché modifichi la cultura della copertura che è stata permessa da Giovanni Paolo II.

Oggi, giorno di apertura della Norimberga della pedofilia, ricorre il diciottesimo anniversario del Concistoro in cui fu fatto cardinale proprio da Giovanni Paolo II, l'ormai spretato Theodore Mc Carrick , ma in cui venne imposta la berretta cardinalizia anche a George Mario Bergoglio, ora Francesco. Una coincidenza, forse un segno.

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione