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"Distrutti i dossier sugli abusi sessuali". Il cardinal Marx incrina il summit di Francesco

ASSOCIATED PRESS
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La mattina del terz'ultimo giorno del summit Vaticano sulla pedofilia, il cardinale tedesco Reinhard Marx che, oggi come oggi, dopo la caduta del cardinale Pell, è il terzo più alto in grado nella gerarchia cattolica universale (dopo il Papa e il cardinale segretario di Stato) ha fatto una rivelazioneshock.

"I dossier che avrebbero potuto documentare i terribili atti e indicare il nome dei responsabili degli abusi pedofili sono stati distrutti o nemmeno creati".

In questo modo, secondo Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, diocesi che fu di Joseph Ratzinger, e membro dei consiglio di porporati che aiuta Papa Francesco nella riforma della Curia romana, l'amministrazione nella Chiesa invece di aiutare la sua missione (condurre gli esseri umani a Gesù) l'ha ostacolata, di più, l'ha resa quasi impossibile.

Perché, evidentemente, se da un lato il mea culpa c'è, dall'altro è inutile parlare di trasparenza se non esiste più la documentazione che la rende possibile e rende possibile i processi contro i responsabili dei crimini. Diventa del tutto inutile parlarne. Com'è inutile parlare di "comunicazione", perché il "lato oscuro della Chiesa", richiamato dall'omelia durante la liturgia penitenziale, si è trasformato anche in un enorme "buco nero" che ingoia i fatti, i crimini, e le vittime insieme ai colpevoli. Ecco, forse, è per questo che continuamente rigurgitano delitti anche lontani nel tempo. "Sono tedesco", ha sottolineato con qualche accenno ironico Marx, e per questo ha una sensibilità per l'amministrazione, per le strutture terrene di cui il mistero della Chiesa per vivere nel tempo ha pur bisogno. Del resto dopo la rinuncia di Benedetto XVI i cardinali elettori chiedevano una riforma dell'amministrazione.

Da dove sono spariti i dossier di cui parla il cardinale Marx? Lui non lo dice. Dalle Diocesi sparse per il mondo? Dalla Congregazione della Dottrina della Fede? Dalla Congregazione dei vescovi? Dalla Segreteria di Stato che "vigila" su tutto il personale Vaticano?

Ad esempio: l'ex Nunzio Carlo Maria Viganò a fine agosto disse che il Papa sull'ormai spretato ex cardinale McCarrick avrebbe potuto trovare già dall'anno della sua elezione, il 2013, "un dossier alto così" alla Congregazione dei vescovi. C'è ancora questo dossier? Verranno rese note le risultanze dell'indagine che hanno portato alla laicizzazione del più importante prelato americano di questo secolo? Un discorso simile potrebbe riguardare il cardinale Pell.

E ancora che fine fanno i dossier più scottanti, ad ogni morte di Papa, cioè durante quella ch'egli americani chiamano la Papal transition?

Prima del suo intervento Marx ha incontrato 16 vittime di abusi del gruppo ECA (Ending Clerical Abuse), di cui fa parte anche Peter Saunders, l'ex membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori dimessosi in polemica con il cardinale Pell per cui si attende a giorni l'esito del secondo processo per pedofilia in Australia. Queste vittime erano rimaste escluse dall'incontro che si era tenuto, alla vigilia dell'inizio del summit, con 12 persone abusate e i membri del comitato organizzatore. Vittime insomma meno uguali delle altre.

Altri due interventi molto forti oggi. Due donne che hanno alzato la voce, due donne arrabbiate contro gli abusi: una madre superiora nigeriana Veronica Openibo (si è rivolta al Papa: "Bravo fratello, sei stato abbastanza umile per chiedere perdono di avere sbagliato") e la decana dei vaticanisti Valentina Alazraki giornalisti televisiva messicana (45 anni in Vaticano, 100 voli papali) su giornalismo 'alleato della Chiesa' contro gli abusi. Ma certamente, senza notizie sicure, senza documentazione certa anche il giornalismo si può ridurre o a lanciare accuse indimostrabili oppure in una specie di pubbliche relazioni istituzionali.

Alla vigilia della caduta del Muro di Berlino il 9 novembre 1989 e quando ormai era chiaro che la dittatura comunista della DDR sarebbe crollata, i capi della Stasi, la polizia segreta, ordinarono la sistematica distruzione di tutti i documenti e i dossier raccolti a partire dal 1950.

Una montagna di fogli di carta furono stracciati e raccolti in sacchi di plastica pronti per essere bruciati. Si salvarono 16 mila pacchi contenenti circa 600 milioni di pezzetti di carta, raccolti oggi in un archivio di Norimberga, e un innovativo programma informatico viene utilizzato per completare la ricostruzione dei documenti.

Un'operazione per certi versi simile servirà alla Chiesa e al Vaticano, di più al Papato, per ricostruire la Memoria dei crimini avvenuti, a cominciare dal Pontificato di Giovanni Paolo II, e quindi per definitivamente superarli.

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