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Politica

Elezioni Sardegna, Luigi Di Maio dopo tonfo M5s: "Per il governo non cambia nulla"

Regionali Sardegna, Di Maio: "M5s vivo e vegeto, per il governo non cambia nulla"

I risultati definitivi delle elezioni in Sardegna ancora non ci sono, ma un elemento sembra chiaro: il crollo del Movimento 5 stelle rispetto al risultato ottenuto nell'isola alle Politiche del 2018. Quello del 24 febbraio è il secondo risultato negativo alle regionali in poche settimane, dopo il tonfo in Abruzzo. Mentre gli scrutini procedono a rilento si levano le prime voci dei pentastellati. "Per il governo non cambia nulla - si affretta a precisare il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio - Non vedo nessun problema. Ovviamente i dati ufficiali non ci sono ancora: ma noi siamo 'positivi' perché per la prima volta in Sardegna entriamo con consiglieri regionali". La riorganizzazione del Movimento, annunciata dopo le elezioni in Abruzzo, sarà portata avanti. Le modalità saranno rese note a breve: "Andremo avanti con la riorganizzazione del Movimento. Tra domani e dopo domani ci saranno novità importanti", assicura il vicepremier. Poi la stoccata agli avversari che si sono coalizzati in liste: "Spero invece che per la Sardegna possa cambiare qualcosa ma se governano queste ammucchiate è un po' difficile". Il parallelo con le elezioni politiche, per Di Maio, non regge: "Non mi stancherò mai di ripeterlo: è inutile che si confronti il dato delle amministrative con quello delle politiche, si confrontano in questo caso le pere con le mele...". Sullo stato di salute del Movimento dice: "Capisco che in questi mesi ci siamo messi contro le banche, le assicurazioni, il gioco d'azzardo, i petrolieri: c'è un certo mondo che che sta gioendo nella speranza che il M5s stia morendo. Ma così non è: il M5s è vivo e vegeto e va avanti".

Per la senatrice dissidente Paola Nugnes, però, bisogna ripensare la leadership della formazione pentastellata. E le sue parole suonano come un attacco diretto al capo politico del Movimento. "La leadership di Luigi Di Maio certamente va rimessa in discussione - ha detto all'AdnKronos - Non credo che una riorganizzazione calata dall'alto sia la soluzione. Ci vuole una riflessione collettiva che porti ad una discussione profonda con proposte da valutare tutti insieme".

"Non siamo morenti come dicono", avverte Manlio Di Stefano, sottosegretario M5s agli Esteri. Sul risultato elettorale dice: "Certamente paghiamo il percorso che facciamo a livello locale e quindi è giusto ragionare su come cambiare. Detto ciò, 1.320 candidati contro 60 sono una presa in giro. Aggiungo che se vanti la Lega in Abruzzo e attacchi noi in Sardegna vuol dire che strumentalizzi i dati". Gli fa eco Fabio Massimo Castaldo: "È un risultato né da glorificare, né da drammatizzare. È la prima volta che ci presentavamo, prima lista. Secondo me è un inizio importante: l'importante è creare una buona pattuglia di consiglieri e costruire il futuro".

Dopo una mattinata di silenzio interviene anche il presidente della Camera Roberto Fico: "Dico solo viva la democrazia: si dà il mandato per cinque anni a chi vince le elezioni e poi si rivedrà".

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