Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Politica

Roberto Calderoli, il cancro e i sei interventi: "Stavolta ho avuto la sensazione di non farcela"

Simona Granati - Corbis via Getty Images
Simona Granati - Corbis via Getty Images 

"Questa volta ho avuto la sensazione di non farcela". Per Roberto Calderoli non era la prima che entrava in sala operatoria per intervenire sul male che gli ha aggredito, in varie forme, l'intestino. Era metà gennaio scorso, sesta tappa di un calvario iniziato nel giugno del 2012. Presiedeva l'Aula del Senato mercoledì scorso e dopo l'approvazione all'unanimità di una mozione sulle cure oncologiche, il senatore leghista ha commosso i colleghi con una frase: "Il caso vuole che a presiedere la seduta sia una persona che il cancro l'ha avuto e dai sei anni e mezzo lo sta combattendo".

Calderoli rivela: "Ho il cancro: sto combattendo da 6 anni"

Il decano dei leghisti parla al Corriere della Sera della sua malattia e delle difficoltà di questi ultimi anni.

"Tecnicamente dopo sei anni dal primo intervento si dovrebbe parlare di guarigione. Se non fosse che a gennaio mi hanno tolto un altro pezzetto di intestino...".

La prima volta fu operato nel giugno 2012, avevano trovato una lesione - "cominciai subito a pensare a come dovevo sistemare la mia vita, agli ultimi mesi da vivere". A stretto giro una seconda operazione, nell'agosto 2013, dopo il consulto all'Istituto oncologico di Parigi, che gli consiglia di rivolgersi all'Istituto oncologico veneto di Padova - "In Italia, anche se non lo sappiamo, spesso siamo più avanti".

"Ad oggi gli interventi sono stati sei, in mezzo una quantità di cicli di chemioterapia. E da quattro anni di immunoterapia: prima una volta alla settimana, ora una ogni tre. E riesco anche a farla a casa".

Oggi Calderoli si considera "fortunato", si sente di dare il consiglio di "non sottovalutare nulla, mai rinviare a domani l'esame che si può fare oggi" e di respingere le fantasiose e rischiose "terapie alternative". Spiega che "la fede mi ha aiutato tantissimo", il pensiero che "la nostra fine non è definitiva, ma c'è qualcosa oltre la morte". Tutt'altro rispetto al rito celtico del suo matrimonio o al dio Po di Pontida.

"Non confondiamo: la politica è una cosa, la religione ben altro. Quelle cose fanno parte di un altro periodo storico della mia vita. Tanto è vero che con la mia attuale moglie (Gianna Gancia, ndr) mi sono sposato in chiesa".

E poi il lavoro.

"Ho sempre cercato di non venire mai meno ai miei impegni. Appena avevo un po' di energie tornavo in prima fila. Poco importa se sotto la giacca tenevo nascosti i drenaggi"... " La malattia si è presentata quando la Lega è precipitata negli scandali. Non potevo chiamarmi fuori. Era una questione di sopravvivenza. Della Lega ma anche mia, perché siamo una cosa sola".

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione