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Politica

Matteo Renzi per rilanciare i comitati civici cala il pezzo da 90 Rosato. Fuoco amico su Nicola ZIngaretti?

Matteo Renzi
Matteo Renzi 

"I comitati civici sono uno strumento interessante per chi vuole impegnarsi. Dalla settimana prossima Ettore Rosato affiancherà Ivan (Scalfarotto, ndr) nella parte organizzativa". Queste poche parole contenute nella eNews inviata quest'oggi da Matteo Renzi hanno creato scompiglio tra gli addetti ai lavori. Come interpretare la mossa dell'ex premier? Perché annunciarla proprio oggi?

I comitati 'Ritorno al futuro' sono stati sin dall'inizio interpretati come una struttura parallela che Renzi ha voluto creare per preparare la sua uscita dal Pd e la nascita di un nuovo partito autonomo. Ipotesi, naturalmente, sempre smentita ma oggi più che mai plausibile. Vediamo perché.

Innanzitutto, il contesto. Il congresso è ormai terminato, Zingaretti ha riportato un successo inatteso nella misura dell'affluenza ai gazebo, prima ancora che nella percentuale personale. E i renziani, di contro, ne escono ammaccati, con la mozione Giachetti poco sopra il 10% e l'area Lotti-Guerini (dentro la mozione Martina) che, secondo chi ha potuto vedere i nomi dei delegati eletti, raggiungerà al massimo il 20%. Una rappresentanza più che dimezzata e molto meno compatta di un tempo, che rende marginale nel gioco politico Renzi e i suoi.

D'altro canto, alcuni elementi possono giocare a favore dell'ex premier. O, meglio, di una precipitazione degli eventi che lo porterebbe a uscire dal Pd per creare una sua lista, magari già alle europee. Se Carlo Calenda, come sembrerebbe, accettasse la proposta di schierarsi come capolista del Pd alle elezioni del prossimo maggio, lascerebbe libero uno spazio politico liberaldemocratico alla destra del partito di Zingaretti, al momento presidiato solo da +Europa. E gli spazi, in politica, sono fatti per essere riempiti.

Che ci sia una certa irrequietudine da quelle parti lo si può comprendere anche da alcuni articoli pubblicati in questi giorni sui siti di riferimento di quell'area. Da una parte, infatti, il direttore di Democratica Andrea Romano l'altro ieri si premurava di sottolineare che "il ruolo delle idee liberali diventa fondamentale dentro il campo più largo dei partiti progressisti" per contrastare "il radicalismo sovranista", anche davanti a un cambio di fase che vede spostarsi più a sinistra l'asse di quelle forze politiche. Insomma, restiamo dentro il Pd e aiutiamo Zingaretti, provando a evitare che si sbilanci troppo da una sola parte. A rispondere a Romano su LibertàEguale, magazine dell'omonima associazione di impronta riformista, è un articolo di Marco Campione, secondo il quale "la leadership conta eccome e quella di Zingaretti al momento non sembra avere il profilo giusto per 'sfondare' su quel fronte", cioè quello liberal. L'articolo finisce con l'esortare Calenda a uscire dal Pd e fare una sua lista lib-dem, ma l'ex ministro non sembra al momento intenzionato a farlo. Dunque, come detto, il vuoto può essere riempito da qualcun altro e non sono molti i nomi disponibili.

Renzi può cogliere l'occasione. E affidare il compito organizzativo dei comitati, oltre che a Scalfarotto, a una personalità del calibro di Ettore Rosato ha un significato ben preciso. Innanzitutto, perché è il vicepresidente della Camera, quindi con un ruolo istituzionale di alto profilo. Poi, perché si tratta di un uomo molto vicino a Maria Elena Boschi e questo marca una distanza anche con l'area lottiana che, affiancando Maurizio Martina al congresso, ha dichiarato la sua fedeltà al progetto Pd.

Finora Renzi ha incontrato davanti a sé soprattutto due ostacoli nella scelta di una corsa solitaria: sondaggi riservati poco favorevoli e una certa difficoltà - secondo voci di corridoio - a reperire finanziamenti. Ora però se il Pd zingarettiano venisse interpretato dagli elettori come una forza più tradizionalmente di sinistra, i consensi in uscita al centro potrebbero crescere e dare linfa a una nuova forza renziana.

Il nuovo vertice del Nazareno, per il momento, non dà credito a queste voci. D'altra parte, Zingaretti ha sempre detto che Renzi va rispettato come importante esponente del Pd o, in ogni caso, come alleato nel comune quadro del centrosinistra. Un modo per tenerlo legato alle sue radici, qualora ve ne fosse bisogno, ed evitare che trovi terreno fertile quel presunto corteggiamento - che alcune fonti accreditano - di Matteo Salvini nei suoi confronti per liberarsi dei Cinquestelle e dar vita a un nuovo Governo insieme a Forza Italia, renziani e fuoriusciti M5S, senza passare dal voto. Per il momento, si tratta di fantapolitica, ma è sempre bene mettere le mani avanti.

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