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Cronaca

Monsef el Mkhayar, soldato dell'Isis, desidera tornare in italia: "Voglio uscire da questo film dell’orrore"

ANSA
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È vivo e vuole tornare a Milano Monsef el Mkhayar, il più giovane foreign fighter partito dall'Italia per la Siria nel 2015, già condannato a 8 anni di carcere. Monsef allora 18enne era scappato il 17 gennaio di 4 anni fa con un altro ragazzo, Tarik, entrambi erano stati ospitati a Milano nella comunità Kayrós di don Claudio Burgio ed entrambi volevano combattere a fianco dell'Isis. I compagni della comunità avevano perso le sue tracce e ormai lo avevano considerato morto, fino a quando il 12 marzo hanno riavuto sue notizie.

Catturato dalle Forze democratiche siriane sostenute da Washington l'ormai 22enne avrebbe espresso, pentito, il desiderio di rientrare in Italia. Come riporta il Corrierequeste sono state le sue parole: "Spero che la comunità mi riaccolga e mi aiuti a ricominciare. Voglio uscire da questo film dell'orrore".

I suoi compagni della comunità lo hanno cercato per molto tempo, si sono preoccupati per lui. "È un nostro amico" hanno dichiarato. Sulla possibilità che Monsef possa rientrare nella comunità di Milano si è espresso proprio don Claudio Burgio: "Se si ripresentasse alla nostra porta, senza ingenuità e ben sapendo che dovrà scontare una dura condanna per tentativo di propaganda jihadista, proveremmo a non respingerlo".

Sempre il Corriere riporta che il giorno in cui è scappato per andare a combattere, Monsef aveva inviato al sacerdote l'ultimo messaggio sul cellulare: "Ciao Burgio. Stammi bene e prega Allah che ti dia la retta via". Don Burgio, cappellano del carcere Beccaria con don Gino Rigoldi aveva dedicato al ragazzo un libro che era in realtà una lettera:

"La devo ai numerosi ragazzi musulmani che ancora oggi ospito nella mia comunità dove hai abitato anche tu, Monsef. Ma lo sai che ancora oggi si svegliano nel cuore della notte colti dai peggiori incubi? Anche io non sono più riuscito a dormire sereno. Ti avevamo di fianco. Mi hai lasciato una strana sensazione intrisa di paura, fallimento, rabbia e incomprensione. Come abbiamo potuto non accorgerci di quello che ti stava succedendo? Perché non hai parlato con noi?".

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