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Cronaca

Il vicino di casa de Fadil: "Imane, anima tormentata. Mi parlò di un risarcimento. L'ultima volta che l'ho vista aveva lividi dappertutto"

ANSA
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"Un'anima tormentata. La storia di Berlusconi, le udienze, gli interrogatori, non ce la faceva più con questa storia. Forse per questo motivo era così interessata al cristianesimo". Gaetano Lombardi descrive così Imane Fadil, la testimone del processo Ruby Ter morta il primo marzo, sulle pagine de Il Corriere della Sera. L'uomo, pensionato settantenne, è residente a Sesto Ulteriano, una frazione di San Giuliano Milanese, ed è stato vicino di casa di Imane Fadil. L'uomo racconta come ha conosciuto la ragazza:

"Per caso, era a spasso nel parco. Aveva un cagnolino, l'ho accarezzato. Lei mi ha chiesto se poteva sedersi accanto a me. Per quasi due anni, quasi ogni giorno, ci incontravamo nel ristoro dell'abbazia. Prendevamo un caffè, chiacchieravamo. Per lei ero come un padre, me lo scrisse anche in un messaggio. E anche io, sebbene fosse la ragazza più bella che io abbia mai visto, l'ho sempre considerata così, come una figlia".

Lombardi racconta alcune confidenze che Imane gli aveva fatto in questi ultimi anni:

"Mi diceva che aveva delle udienze da fare, che voleva un risarcimento piuttosto cospicuo. E basta, non scendeva mai nei particolari. Solo una volta mi ha spiegato come funzionavano le cene eleganti. Si mangiava al piano di sopra, poi si scendeva giù, per il famoso bunga bunga. Al quale lei non ha mai partecipato. Quella sera lì è scappata ma non è più tornata".

Imane non viveva una vita agiata e non stava attraversando un periodo positivo, come racconta il suo vicino di casa.

"Economicamente stava male. Aveva bisogno di soldi, poverina. Viveva con niente. Una volta l'ho anche aiutata, le ho dato 100 euro. Poi basta, non mi ha mai chiesto niente. Era proprio una brava ragazza".

Lombardi racconta dell'ultima volta in cui ha incontrato la ragazza:

"È stato a gennaio, poi il 29 è stata ricoverata. La vedevo strana, ma non avrei mai potuto immaginare quello che poi è successo. In ospedale sono andato a trovarla 3 o 4 volte. Mi ripeteva che voleva guarire, sperava di riuscire a farcela. Aveva lividi dappertutto, era impressionante".

Sui sospetti di avvelenamento come causa del decesso di Imane, il pensionato dichiara di non aver mai avuto sospetti di questo tipo:

"Penso che neppure lei immaginasse una cosa del genere".

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