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Politica

Gianni Cuperlo benedice il dialogo: "Basta scomuniche a sinistra"

Simona Granati - Corbis via Getty Images
Simona Granati - Corbis via Getty Images 

"Se davvero il 26 maggio vivremo le elezioni europee più politiche di sempre, allora la scelta di Zingaretti per una lista aperta è semplicemente decisiva. Per questo dico bene Pisapia, bene Calenda e il suo manifesto. Bene allargarsi a forze del civismo e del solidarismo cattolico". Gianni Cuperlo sostiene la scelta del neo segretario di lavorare per allargare i confini, ultimamente troppo ristretti, del Pd. E di farlo in tutte le direzioni, senza preclusioni di sorta, come invece sembra fare qualcun altro. "Non possiamo chiudere alla sinistra che si identifica nel Partito del socialismo europeo e nel suo gruppo parlamentare - è l'appello dell'ex presidente dem - d'altra parte, se così non fosse saremmo l'unico paese in Europa dove chi si riconosce in quella famiglia andrebbe alle urne diviso".

Ma i renziani non sono d'accordo con lei. Per loro va impedito un possibile ritorno di D'Alema e Bersani nel Pd e lo stesso Gentiloni, neo presidente del partito, sul punto è stato chiarissimo.

Non è quello il tema. Bersani o D'Alema sono in un altro partito e seguono un altro percorso che, come è evidente, io non ho condiviso. Ma sto dicendo una cosa diversa. Che così com'è sacrosanto costruire coalizioni larghe nelle sfide amministrative - e Abruzzo e Sardegna confermano che quella è la strada giusta - tanto più dobbiamo allargare il perimetro di chi si batte per un'Europa alternativa a una destra aggressiva, illiberale e violenta.

Anche se questo vuol dire tornare a braccetto con gli stessi che hanno brindato la sera della sconfitta del Sì al referendum costituzionale?

Senta, in quella campagna mi schierai per il Sì e ovviamente di quella divisione ho sofferto. Però ho difeso quella mia decisione e sono rimasto dove sono oggi. Il punto è che dopo il 4 dicembre 2016 è arrivata la sconfitta del 4 marzo di un anno fa e oggi siamo finalmente e giustamente proiettati in una stagione nuova. Io non rimuovo ciò che è accaduto, ma neppure possiamo continuare a vivere nella scomunica di questi o quelli.

Un'altra discriminante è quella dell'alleanza o meno con i Cinquestelle. Calenda è stato netto: in lista solo chi è contro ogni intesa con Salvini e Di Maio.

Faccio notare che il segretario del Pd è Zingaretti e io sono d'accordo con lui quando dice che dopo questo governo vi sono solo le elezioni. Quanto ai Cinquestelle, è sotto gli occhi di tutti che hanno dilapidato il patrimonio di fiducia che li ha condotti alla vittoria elettorale dello scorso anno e, per di più, lo hanno fatto rinunciando a valori che avevano messo a fondamento di tutto. Il voto di oggi in Senato per sottrarre Salvini al processo sul caso Diciotti è una conferma di un'identità consumata in fretta. Non è su questo che ci possiamo dividere. Altro è recuperare alcuni milioni di elettori delusi da noi. Su questo immagino che anche Calenda sia d'accordo.

Capisco, ma dovrebbe convincere pure Renzi e Giachetti...

Ma Renzi e Giachetti non sono affatto contrari a un centrosinistra largo per vincere le amministrative. Poi so cos'è la lotta politica. Ma so anche che la realtà alla fine si impone e nessun partito può rinunciare a priori a riconquistare una quota di consensi perduti. Per questo, spero che tutti sapremo alzare lo sguardo e dare alle cose la giusta priorità. Per me, quella priorità oggi è fermare Salvini e la destra.

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