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Politica

"Pensare che De Vito era contrario allo stadio della Roma..."

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"Pensare che De Vito, da quel che mi ricordo, era addirittura contrario alla costruzione dello stadio della Roma...". Paolo Berdini osserva con amarezza e dolore questa ennesima Caporetto giudiziaria, politica e morale della città di Roma, dopo l'arresto per corruzione del presidente del consiglio comunale capitolino, Marcello De Vito, M5s. Berdini per poco più di sei mesi è stato l'assessore all'Urbanistica della giunta Raggi, appena nata, nel 2016. E proprio una delibera di sua iniziativa, la numero 10 del 9 agosto 2016, che aveva riportato entro le norme previste dal piano regolatore il futuro sviluppo dell'area della ex Fiera di Roma - tra la via Ardeatina e la via Cristoforo Colombo, proprio a ridosso del palazzo della Regione Lazio - è oggetto degli strali del costruttore Parnasi, stando alle carte giudiziarie, che quella riduzione di cubature proprio non aveva digerito, e per la cui modifica chiede la mediazione politica e trova De Vito: chiede che si superi la delibera con la cosiddetta "legge sugli stadi". Ma, tutto questo, succede, dopo. "Nei mesi in cui ci sono stato le cose andavano diversamente", precisa l'ex assessore.

"Quella delibera è ancora in vigore e per il bene della città deve restare tale - dice Berdini -. L'avevamo fatta tenendo conto delle osservazioni del comitato di quartiere, per la riduzione delle cubature. Hanno fatto dei ricorsi, e li hanno persi tutti. Ma poi mi chiedo: i Cinque stelle dovevano cambiare questa città, tutto doveva essere fatto all'insegna della trasparenza, e invece?". Berdini ci aveva creduto davvero, lui, ambientalista sempre, ma per decenni vicino all'ala basta cemento del Pci romano, un altro pianeta politico. La Raggi aveva iniziato con il no alle Olimpiadi. "Ma come fai a passare dal no ai Giochi al sì allo stadio della Roma", si interroga l'ex assessore. Poi, certo, la Raggi ha diminuito le cubature, ma l'iter resta. Poi, in un tempo relativamente breve, sono cadute sulla Roma del cambiamento le inchieste giudiziarie, con al centro sempre il costruttore Parnasi, ma - come è noto - inchieste anche su altro e altri. "Abbiamo opere incompiute, la piscina di Calatrava, per dirne una - continua Berdini -. Dobbiamo fare qualcosa, facciamola là. Ma non andare a modificare decisioni già prese, equilibri urbanistici in zone delicate". Così all'ex fiera di Roma, così nella zona degli ex Mercati generali, dove ad un certo punto non si tiene più in conto l'eventualità di fare dei parcheggi.

Berdini lascia l'assessorato nel febbraio del 2017, dopo mesi tribolati, finendo isolato dal M5s. "Quando a gennaio 2016 vengo a sapere che si parla in altri uffici dello stadio, allora capisco che il rapporto di fiducia è finito - dice Berdini -. Sono l'assessore all'urbanistica e mi bypassano. Hanno detto, riportiamo la legalità in questa città, e poi scaricano me che mi batto per far finire, e per sempre, un certo modo di concepire lo sviluppo di Roma, quello - diciamo - storico".

Berdini fa una previsione. "Roma non si merita tutto questo, proprio no. Ma non perdona, non perdonerà nemmeno loro".

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