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Politica

Grillo e M5s sempre più distanti. Il cofondatore non sarà a Ivrea per la terza edizione del "Sum". Diserta anche Di Battista

ASSOCIATED PRESS
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Sempre più lontani. Basti pensare alla distanza che c'è tra il Giappone e Ivrea. Perché sabato 6 aprile, quando nella provincia di Torino ci sarà la terza edizione di "Sum", l'evento dedicato a Gianroberto Casaleggio, l'altro fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, sarà dall'altra parte del mondo. E anche Alessandro Di Battista non ha alcuna intenzione di partecipare.

Saranno presenti tutti i big, Luigi Di Maio in testa, per ricordare il cofondatore ma non Grillo e Di Battista, in sostanza coloro che hanno sempre urlato di più. Inevitabilmente ci sarà un incontro invece sabato a Genova, dove Grillo porterà in scena il suo spettacolo, Insomnia, mentre Davide Casaleggio, in città per la settima tappa del Rousseau City Lab, con ogni probabilità andrà in teatro per vedere lo show del comico genovese. Ma, spettacolo o no, i due dovrebbero vedersi nel weekend. E Grillo dovrebbe vedere anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra, attesi a a Genova per il Lab di Rousseau, tour che, dopo aver già toccato Torino, Roma, Livorno, Cesenatico, Napoli e Bari, approda nel capoluogo ligure.

Qualcuno nei corridoi di Montecitorio non nega che Grillo è sempre più disinteressato al Movimento. In fondo ieri sera lo ha lasciato intendere: "Con Casaleggio parlavamo di futuro e non di politica. I giapponesi mi hanno invitato per spiegargli come è possibile che un comico faccia quello che faccio io. Che cosa gli racconto?", ha urlato dal palco di San Marino durante lo spettacolo. E per ancora non lo avesse capito: "Io godo al mattino nel non leggere il giornale".

Sempre durante lo spettacolo, non sono mancate le frecciate non solo a Salvini che "ogni tanto ti ritrovi travestito, sembra il mago di Oz", ma anche al ministro Danilo Toninelli che "poteva evitare di dire quella cosa sulle auto".

Un passaggio però, che oggi ha sortito i suoi effetti, lo ha dedicato anche alla legittima difesa: "Quando hai una pistola in mano, non vedi una persona ma un bersaglio. Ai leghisti dobbiamo regalare un libro". Ed ecco che a stretto giro si sono fatti sentire i dissidenti che hanno fatto mancare i loro voti disertando l'Aula durante il voto finale sul provvedimento. La fronda si consolida sempre di più, perché ormai non c'è votazione non gradita al Movimento in cui cinque o sei non facciano mancare il loro voto e sono sempre gli stessi: Elena Fattori, Paola Nugnes, Virginia La Mura e Matteo Mantero. Tutti assenti non giustificati.

Sono gli stessi che non avevano votato il decreto Sicurezze e il salvataggio di Salvini dal processo. Oggi si è aggiunta anche la senatrice Michela Montevecchi. Nugnes e Fattori sono già stata deferite ai probiviri, ma difficilmente lo saranno anche gli altri. Per diverse ragioni. La prima è che per il responso delle prime due bisognerà aspettare novanta giorni. Così da superare le elezioni Europee. E la seconda ragione riguarda il pallottoliere. Se anche Mantero e La Mura dovessero essere cacciati, a Palazzo Madama non ci saranno più i numeri per avere la maggioranza.

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