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Politica

Zingaretti in conference call con Guerini di En marche: "Insieme in una maggioranza progressista all'Europarlamento dopo il voto"

Ivan Romano via Getty Images
Ivan Romano via Getty Images 

Una conference call con Stanislas Guerini, il plenipotenziario di Emmanuel Macron nel partito 'La Republique En Marche'. Nicola Zingaretti risponde indirettamente così alle polemiche nel Pd sulla candidatura dell'italiano Sandro Gozi nelle liste di 'En marche'. Una risposta con un fatto, diciamo così. La conference call è avvenuta questa mattina, apprende Huffpost. Guerini – sì, ha proprio lo stesso cognome del Dem Lorenzo Guerini ma non sono parenti – è stato tra i primi a congratularsi con Zingaretti per la vittoria alle primarie del Pd. Oggi la conference call con la promessa di rivedersi a breve a Bruxelles o Parigi e di finire insieme in una maggioranza progressista contro gli euroscettici nell'Europarlamento che sarà eletto a maggio.

Sostanzialmente il neoeletto segretario del Pd e il rappresentante di En Marche hanno discusso dell'approccio da adottare in campagna elettorale, in Italia come in Francia, per contrastare l'avanzata delle destre populiste in Europa. Toni europeisti ma per cambiare l'Europa, approccio comune. Zingaretti e Guerini si sono trovati d'accordo sul fatto che dopo il voto ci saranno ulteriori contatti per costruire un'alleanza progressista "da Macron a Tsipras" all'Europarlamento. In sostanza gli eletti del Pd e gli eletti di Macron si alleeranno per costruire un'alleanza europeista, obiettivo difficile senza il Ppe e bisognerà vedere anche in quali gruppi. Nel senso che gli eletti di En marche dovrebbero finire nel gruppo dei liberali dell'Alde, ma non è affatto detto dopo le polemiche sui finanziamenti della Monsanto all'Alde, polemiche che in Francia hanno seminato imbarazzi nel movimento politico del presidente. In ogni caso, Pd ed En marche giocano dallo stesso lato della barricata: europeista.

Il caso Gozi e se vogliamo anche il caso di Carlo Calenda, che pur candidandosi col Pd ieri su Twitter ha annunciato l'intenzione di valutare un'eventuale iscrizione al gruppo degli eletti di Macron nell'Europarlamento una volta e se eletto, non sono stati toccati nel colloquio tra Guerini e Zingaretti. Il neo segretario punta a evitare le polemiche, impegnato a costruire una lista il più possibile aperta per evitare la dispersione dei voti.

E' nel Pd che se ne discute, anche se con toni diversi, c'è da dire. A Strasburgo, Roberto Gualtieri non solleva polemiche sulla scelta di Gozi, interrogandosi di più invece sull'annuncio di Calenda. "E' coerente con la sua storia, più di ispirazione liberaldemocratica di Alde, io gli faccio gli auguri naturalmente ma ovviamente questa non è la scelta del Partito democratico, è una scelta individuale. Se sarà eletto ci sarà un deputato capace all'interno di En Marche e di Alde e sarà anche un bel segnale di transnazionalità della politica", l'eurodeputato Pd ricordando tra l'altro che "il Pci candidò Maurice Duverger tanti anni fa e ora la Francia restituisce il favore, però dal punto di vista politico io penso che sarebbe un errore che ci fosse una dispersione di eletti nella lista del Pd, è assolutamente sbagliato. Il Pd sarà il perno dei socialisti e democratici europei".

Più negativo David Sassoli: "Io credo che Sandro Gozi debba un po' chiarire, adesso noi saremo amici di tutti gli europeisti d'Europa e credo che poi il prossimo parlamento lo testimonierà, perché vogliamo difendere l'Europa, vogliamo che l'europeismo prevalga che non ci siano forze disgregative, però certo andare contro i nostri alleati in Francia ponga dei problemi ma credo che questa domanda andrebbe posta a Gozi".

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