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Politica

A Parigi Salvini cerca l'asse con la Francia, ma non lo trova: Castaner gelido

Charles Platiau / Reuters
Charles Platiau / Reuters 

"Bella giornata di lavoro, con il ministro Castaner c'è piena sintonia". Al G7 dei ministri degli Interni a Parigi, dopo il bilaterale mattutino con il padrone di casa Christophe Castaner, Matteo Salvini arriva persino a parlare di "asse Francia-Italia". Niente a che vedere con gli scontri di due mesi fa. Lontani gli attacchi del leghista a Emmanuel Macron che "governa contro il suo popolo, prima va a casa e meglio sarà". Al vertice dei sette 'grandi', Salvini si presenta in veste di governo. Ma la sua ricerca quasi spasmodica di un asse Parigi-Roma, dopo le tensioni di questo inverno - con "gli ambasciatori che andavano e venivano", ricorda anche lui - si scontra con la realtà. Parlando con i giornalisti, Castaner non usa la stessa lingua, si limita ad una vaga solidarietà verso l'Italia sull'immigrazione, riconosce che il governo di Roma ha ridotto gli sbarchi, questo sì, ma lui, braccio destro di un Macron sempre più impegnato a rafforzare l'intesa storica con la Germania, un asse con l'Italia non lo vede proprio. Men che meno, a due mesi scarsi dalle europee di maggio.

Anche se volesse, Castaner non può. Salvini infatti non dimentica i suoi 'veri' alleati in Francia. "La mia alleata in Francia resta Le Pen", ci risponde quando gli chiediamo se tutta questa "sintonia" riscontrata oggi a Parigi possa magari sfociare in un dialogo anche con Macron per formare una maggioranza in Parlamento europeo dopo il voto. Perché, alla fine dei conti, 'Salvini di governo', dall'alto del 30 per cento e passa che gli assegnano i sondaggi, ha il problema di non finire in minoranza in Europa e di far fruttare i voti che prenderà, se andrà così. Ma per ora il vicepremier non si sbilancia. Anche se volesse, non può, pure lui. Domattina, annuncia, "incontro Le Pen", a margine dei lavori del G7, meeting fuori agenda convocato oggi dopo la diffusione del forfait della leader del Rassemblement National a Milano lunedì prossimo, alla conferenza stampa convocata da Salvini per presentare programma e manifesto sovranista per le europee. Ci saranno solo i rappresentanti della tedesca Afd, i danesi, i finlandesi, poca roba per una rete che vorrebbe influenzare il gioco delle alleanze post voto all'Europarlamento.

Si vedrà. Intanto a Parigi Salvini gioca a fare il leader che ricuce i contrasti. "Ho raccolto i complimenti per la nostra linea di rigore: non è cosa da poco visto che ci dipingono come isolati e non lo siamo ", dice parlando di immigrazione, contento che sia stato "il primo argomento di discussione". Arriva a dire che "anche Castaner pensa che le ong nel Mediterraneo aiutino gli scafisti". Cosa che il ministro francese però non confermerà nel suo punto stampa, cui non sono ammesse le domande dei giornalisti, a differenza di Salvini che invece le accetta. "Ho parlato con Seehofer (il ministro degli Interni tedesco, ndr.) della questione della Sea Eye", la nave di una ong tedesca intervenuta ieri a largo della Libia, ancora alla ricerca di un porto sicuro nel Mediterraneo. "Gli ho chiesto di aprire il porto di Amburgo, la Farnesina ha anche scritto al ministero degli Esteri di Berlino", continua il vicepremier leghista. Ma su questo Salvini non raccoglie molto a Parigi: nessuna promessa da Seehofer, "del resto con la Germania abbiamo tanti fronti aperti", sottolinea Salvini. Né Castaner appoggia la richiesta italiana al governo tedesco.

L'asse italo-francese di cui parla il ministro leghista assume dunque più i contorni della provocazione che altro, in un G7 che si tiene praticamente quasi nel vivo della campagna elettorale per le europee. Castaner se ne tiene alla larga. Non fa che sottolineate le "differenze politiche con Salvini", pur precisando che "Italia e Francia devono lavorare insieme" sulla gestione dei confini. Del resto, se sull'immigrazione Salvini raccoglie solidarietà e complimenti, la stessa cosa non può dirsi per le altre questioni aperte con Parigi. "Stasera a cena – annuncia – presenterò a Castaner la lista dei latitanti" che si sono macchiati di fatti di sangue in Italia e "che sono ancora in vacanza in Francia: ci aspettiamo che ce ne rispediscano almeno qualcuno".

Salvini parla nella sala stampa molto spartana allestita in un tendone nel cortile dell'Hotel de Beaveau, sontuosissima sede del ministero degli Interni in Francia. Castaner parla invece in una delle bellissime sale del palazzo. A sottolineare la differenza tra il padrone di casa e l'ospite, a tracciare le distanze tra il francese e l'italiano. Il leghista non si formalizza, soddisfatto di aver partecipato al suo secondo vertice internazionale da quando è al governo: tranne il consiglio informale di Innsbruck a luglio, finora ha sempre evitato. E non a caso esordisce così: "Questa è una riunione molto importante, non è un vertice europeo, ma un G7 con Canada, Stati Uniti, Giappone...". Gioca a fare il leader, quasi premier, con l'incognita del ruolo che riuscirà a conquistare in Europa dopo il voto.

Tra le mani, lo smart phone: "Devo chiamare Roma per sapere del Consiglio dei ministri", la riunione in corso, cruciale per il provvedimento di risarcimento dei truffati delle banche, col ministro Giovanni Tria 'a processo' soprattutto da parte pentastellata. Per lui Salvini da Parigi ha solo un appunto, un po' velenoso. "Le colpe dei padri non ricadano sui figli, le colpe dei figli non ricadano sui padri – risponde quando gli si chiede un commento sul figlio di Tria, a bordo della Mare Ionio insieme agli attivisti della ong italiana Mediterranea Sea Watch - Ognuno passa il suo tempo come vuole. Certo, se mio figlio andasse in giro per barconi lo riporterei a casa per le orecchie, però ogni padre fa quello che vuole...".

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