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Politica

Giorgia Meloni: "Noi veri sovranisti, Salvini non ha idee chiare in Europa"

Mondadori Portfolio via Getty Images
Mondadori Portfolio via Getty Images 

L'incontro tra Giorgia Meloni e Jarosław Kaczyński rafforza l'alleanza sovranista sull'asse Roma-Varsavia. Fratelli d'Italia e Diritto e Giustizia, il partito del leader polacco, saranno nello stesso gruppo europeo: l'Alleanza dei conservatori e dei riformisti europei. Meloni guarda ad est e, intervistata da La Stampa, dice di vedere "nel gruppo di Visegrad un modello per stare in Europa a testa alta e senza calpestare i confini nazionali". Quando le viene fatto notare che una grande alleanza sovranista è stata già lanciata da Matteo Salvini, la leader romana chiarisce le differenze.

"A parte che i veri sovranisti siamo noi e loro sono populisti, il nostro obiettivo è costruire una nuova maggioranza in Europa che vada dai popolari ai populisti con noi dei Conservatori e Riformisti a fare da ponte. Da questo punto di vista è un bene che Orbàn sia rimasto nel Ppe perché spinge nella nostra direzione"

"Fronti diversi che vanno nella stessa direzione" quindi, pur parlando ad un elettorato comune. I progetti però sono diversi

Credo che il progetto di Salvini non abbia ancora chiaro cosa vuol fare con l'Europa, la nostra sfida invece va oltre la critica e propone l'alternativa di un modello Confederale anziché federale che mantenga la sovranità delle nazioni e metta in comune macrotemi cime la difesa dei confini.

Fronte comune, ideali ed obiettivi uguali anche in Europa. Dall'immigrazione al deficit

Sull'immigrazione sfato il mito di chi ci ricorda sempre come i nostri alleati di Visegrad rifiutino le quote dei migranti che servirebbero all'Italia. Ho chiesto a Kaczynski, come già a Orbàn, se sosterrebbe un patto tra Italia e Libia per un blocco navale nel Mediterraneo e entrambi hanno detto sì. E sul deficit, neanche a me piace che questo governo lo sfiori per il reddito di cittadinanza: se dobbiamo indebitare i nostri figli facciamolo almeno per cose serie, investimenti, infrastrutture. Magari così anche i nostri partner più austeri sarebbero meno ostili

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