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Politica

M5s arma la mano di Conte sul caso Soro. Ecco il testo dell’interrogazione contro il Garante per la Privacy

Agf/Ansa
Agf/Ansa 

Il Movimento 5 stelle tira prepotentemente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella fortissima polemica che ha visto scontrarsi a distanza la Casaleggio Associati e il garante della privacy, che ha comminato una multa di 50mila euro alla piattaforma Rousseau. Perché ieri ha depositato presso gli uffici della Camera dei deputati un'interrogazione - che Huffpost ha avuto modo di visionare - rivolta proprio al premier, in cui chiede "quali intendimenti intende porre in essere al fine di evitare tali gravissime violazioni inerenti la riservatezza funzionale". In poche parole, chiede all'avvocato del popolo di ergersi a giudice di una disputa diventata violentissima.

Perché proprio oggi Luigi Di Maio da Ivrea ha tuonato: "Ci sono delle nomine in scadenza, tra le quali anche quel garante. E in questo caso noi ci adopereremo per individuare una figura al di sopra di qualsiasi sospetto. Qui il sospetto è politico. Il garante è un politico del Pd".

L'accusa è grave: quella di una fuga di notizie (per un articolo pubblicato sul quotidiano il Foglio il 2 aprile) di un atto estremamente riservato, artatamente messa in piedi proprio nel giorno nel quale i 5 stelle votavano su Rousseau i candidati alle elezioni europee. E il link su chi accende la luce Di Maio pesca nel passato di Soro, allorché presiedette il gruppo Democratico al Senato. Sulla quale anche il solitamente misurato Davide Casaleggio si è sbilanciato: "Hanno dato quelle informazioni ai giornali prima che all'interessato, è un chiaro attacco politico".

La mozione, insieme alla deputata Anna Macina, è firmata da Luca Carabetta, onorevole torinese che ha un filo diretto molto stretto con il capo politico e il suo inner circle. Proprio per questo non è derubricabile all'iniziativa personale di due semplici deputati ed è stata calibrata al millimetro. Carabetta e Macina puntano il dito sul cortocircuito mancanza di privacy di un provvedimento dell'autorità che dovrebbe tutelarla: "Appare evidente - vi si legge - che abbia avuto luogo una gravissima fuga di notizie da parte dell'Autorità che, peraltro, ha come scopo istituzionale quello del rispetto della dignità e della riservatezza dei dati personali".

Ma la storia fa un ulteriore salto di qualità. Perché i 5 stelle non mettono nel mirino solamente Soro ("Sono indipendente, Casaleggio si rivolga al giudice se ritiene", la risposta) ma l'intero board. Che dovrebbe essere composto, "per legge" da "persone che assicurino indipendenza". E che così, secondo il Movimento non è. Le accuse così si muovono anche su "Giovanna Bianchi Clerici, già deputata nella XIII e XIV legislatura iscritta al gruppo parlamentare della Lega Nord e membro del cda Rai dal 2005 al 2012 durante i governi Berlusconi". Il groviglio si ingarbuglia ulteriormente, e i sospetti si allargano fino all'alleato leghista. E ai suoi vecchi compagni di strada. Perché per Augusta Iannini, altro membro dell'authority, si ricorda che è stata "eletta in quota Popolo della Libertà e già capo dell'ufficio legislativo del Ministero della Giustizia con Guardasigilli Angelino Alfano", mentre per Licia Califano si ricorda solamente che è stata "eletta in quota Partito Democratico"

Una polemica durissima, che non esclude colpi bassi. C'è chi fa notare che Valerio Tacchini, il notaio certificatore dei voti di Rousseau, è infatti stato candidato (senza successo) alle elezioni politiche. E che, qualora ci fossero, i conflitti d'interesse sarebbero almeno due.

Lui da Ivrea, dove ha partecipato alla kermesse di Casaleggio, rigetta sdegnato le accuse: "Sono un notaio, un servitore dello stato, dei miei atti rispondo penalmente". Ma poi spiega anche che il suo lavoro consiste nel fotografare il risultato certificando che il flusso dei voti, alla scadenza dei termini, sia lo stesso stampato su carta". E alla precisazione se sia suo compito anche vigilare sulla regolarità del procedimento, errori tecnici o possibili voti multipli risponde: "È il titolare del sistema dichiara che tutto si è svolto correttamente e il notaio certifica".

Una tempesta che è destinata ad avere strascichi almeno fino al 12 giugno, giorno in cui scade il mandato di Soro. Di Maio avrebbe in tasca già il nome de successore: si tratterebbe di Marco Bellezza, consigliere giuridico per le comunicazioni e l'innovazione digitale del vicepremier e storico avvocato di Facebook in numerose cause sul diritto d'autore.

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