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Politica

Dal bagno di realtà al bagno di folla, Matteo Salvini si concede una giornata di selfie e sorrisi fra la gente

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Dal bagno di realtà al bagno di folla il passo è breve perché è in mezzo alle persone che Matteo Salvini vuol farsi ritrarre dopo la batosta di ieri sera, quando davanti ai suoi occhi il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha piazzato la verità dei numeri.

Il vicepremier leghista, sconfitto e sconfessato sulla flat tax, nel day after sceglie il centro di Roma, spostandosi a piedi da un punto all'altro in maniche di camicia, per ostentare serenità, immergersi nei selfie e negli applausi per poi, non a caso, scrivere su Facebook "I miei sondaggi preferiti!". E al post allega una foto di lui in mezzo a una scolaresca, mostrando quindi che il consenso è ancora dalla sua parte, anche nel momento di maggiore difficoltà e rabbia.

L'ansia di camminare in mezzo alla gente appare come una passeggiata necessaria per mascherare quanto il governo sia sotto botta. Il leader della Lega lo è più di tutti gli altri dal momento che la flat tax è da sempre il suo cavallo di battaglia. Nonché una delle ragioni per le quali è stato votato.

Così con il passare delle ore, dopo la riunione fiume di ieri in cui Salvini si è ritrovato ad alzare la voce contro Tria, serve uscire dall'angolo. Prima un pranzo con il premier Giuseppe Conte e l'alleato Luigi Di Maio. Pranzo in cui il convitato di pietra è il titolare del Tesoro e nel menù ci sono stati i conti pubblici e la crescita che non riparte. Poi l'annuncio davanti alle telecamere che il numero 0,2% inserito nel Documento di economia e finanza come prospettiva di crescita è una cifra messa a ribasso per prudenza. Ma Salvini è anche costretto ad ammettere che le aliquote della flat tax saranno decise solo in autunno e le coperture si troveranno dalla crescita. Crescita che, tuttavia, secondo il Def non ci sarà.

Confindustria ha parlato e non ha speso parole dolci, ma Salvini prova a ribaltare la scena. Al termine della festa della Polizia si avvia a piedi verso piazza di Spagna, saluti con i negozianti e foto. Poi l'apoteosi a fontana di Trevi, nell'ora di maggiore folla. "Il Capitano, il Capitano", urla una scolaresca, decine di selfie, tanti complimenti e qualche battuta. "Ho voglia di passeggiare, vado verso il Quirinale presenziare il cambio della guardia", dice. Appalusi: "E' proprio lui, l'ho visto in tv". E il ministro replica: "Facciamo una foto? Piano, piano, ho tempo per tutti". Oltre mezz'ora per percorrere pochi metri.

Salvini sceglie le strade più affollate, viene letteralmente placcato dai turisti che gli stringono la mano e chiedono di fare foto con lui. Si avvicina anche un ragazzo immigrato, il ministro gli sorride: "Comportati bene, mi raccomando". E via con i selfie. A favore di telecamere, il ministro dell'Interno fa sapere che dopo il Quirinale andrà a lavorare al Viminale: "No, non vedrò la Champions stasera, non vedo la Juve, devo lavorare, e poi io vedo solo le partite del Milan". Sempre a piedi va verso il suo ufficio, proprio lui che viene accusato di stare sempre troppo poco nelle stanze del Viminale. Ma anche questa mossa fa parte della narrazione odierna.

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